Scienziati e studiosi di Verona, Pisa, Glasgow ed esponenti dei musei di Londra, New York, Berna e Budapest si sono ritrovati, come deciso sette mesi fa, per far luce sul mistero della morte del condottiero Cangrande della Scala (vedi fantasymagazine.it/notizie/906/). Dall'analisi della mummia è saltato fuori quello che nessuno si aspettava: l'antico signore degli Scaligeri, deceduto nel luglio del 1329 a soli 38 anni, subito dopo aver conquistato Treviso, morì avvelenato da estratti di digitale, una pianta medicinale impiegata in età medioevale (ma utilizzata ancora oggi) come stimolante cardiaco. La digitale era però anche spesso e volentieri utilizzata, appunto, come potente veleno. A rivelarlo senza alcun dubbio, le analisi scientifiche sulla mummia, riesumata lo scorso 12 febbraio dalla tomba che si trova in centro a Verona, in Piazza dei Signori. Grazie a moderne tecnologie, poi,

Arche Scaligere (Verona)
Arche Scaligere (Verona)
si è riuscito a ricostruire il volto del condottiero cui Dante Alighieri dedicò la terza cantica della Divina Commedia. Secondo alcune fonti, uno dei medici di Cangrande fu impiccato l'anno successivo alla morte, e questo potrebbe confermare la teoria che l'avvelenamento sia stato l'atto conclusivo di un complicato complotto. I risultati dello studio sono esposti al pubblico alla mostra intitolata Cangrande I della Scala: la morte e il corredo di un principe nel Medioevo europeo, a cura di Paola Marini, Ettore Napione, Gian Maria Varanini. La mostra, al museo di Castevecchio a Verona, rimarrà aperta fino al 23 gennaio 2005. Gli studi sulla mummia e sulla vita di Cangrande verranno pubblicati entro fine mese da Marsilio Editori (info: www.marsilioeditori.it/schedalibro.htm?cdart=8492-7).

Cangrande

Terzogenito della nobildonna Verde da Salizzole e di Alberto della Scala. La nascita di Cangrande, avvenuta nel 1291, venne preceduta da una premonizione della madre che sognò di dare alla luce un cane che con il suo possente abbaiare avrebbe svegliato il mondo, e da questo fatto derivò il suo singolare nome. Cangrande confermò le aspettative del sogno, conquistando nel corso degli anni vasti territori per la Signoria dei Della Scala, portandola al suo massimo splendore politico e culturale. Secondo altri, il nome deriva invece da "Gran Khan", titolo degli Imperatori della favolosa, allora quasi mitica, regione del Cathay. La statua di Cangrande (immagine in alto. L’originale è ora nel museo di Castelvecchio) mostra il condottiero con addosso la sua armatura, l’elmo dall’alto cimiero inclinato sulle spalle, la spada in pugno. Il viso scoperto, girato da un lato, mostra un volto

che viene quasi da definire da buontempone. Sovrano giusto, fu un guerriero piuttosto feroce in battaglia, possente e molto alto per l'epoca (circa un metro e ottanta).

Gli Scaligeri, persa Verona nel 1406 a causa dell'espansione della Repubblica di Venezia, si estinsero in Germania nel XV secolo.

Digitalis purpurea

La digitalis purpurea (in inglese Foxglove) deve il nome alla forma dei suoi fiori, simili a dita. E' per questo, in Inghilterra, chiamata "Guanto del Piccolo Popolo" ("Guanto dei Folletti"). Ma la pianta viene nominata in molti altri, sinistri modi, come "Campane della Strega" o "Campane del Morto". In tedesco è conosciuta invece come "Cappello della Volpe", o "Guanto degli Elfi".