Come organizzate la scrittura e vi dividete il lavoro?

SV: Ci rimpalliamo i soggetti badando alla coerenza dell'intero progetto. Teniamo come regola generale l'ultima parola spetta a chi ha avuto l'idea. Quindi ognuno scrive la propria storia e condividiamo tutto via dropbox. Ci incontriamo spesso, facciamo riunioni anche la sera e discutiamo sui personaggi. Ogni tanto cofirmiamo una saga, come quella di quattro albi che apre la serie, che conterrà anche dei lunghi flashback che riassumeranno, per chi non lo ha letto, il graphic novel.

State continuando le vostre attività individuali?

SV: Io sto completando delle storie di Nathan Never ma presto mi concentrerò solo su Dragonero.

LE: Continuerò e completerò Lliith non temete.

EM: Quando scrivete dovete rimanere concentrati su una singola storia o riuscite a scrivere alternando tavole di diverse storie?

SV: Io non riesco a passare da una storia all'altra. Preferisco lavorare su una storia alla volta.

Per esempio, tutto lo scorso gennaio ho lavorato su Nathan Never. Così ho dato lavoro per  4/5 mesi a vari disegnatori, anche se ormai devo solo completare la saga Mr. Alfa

LE: Anche io preferisco lavorare su una storia alla volta. Per me è necessario calarsi in una storia.

Letizia Mirabile: Vi è mai capitato di cominciare a lavorare a un progetto e di non volervene staccare?

SV: È capitato, ma con il metodo di lavoro bonelliano dobbiamo rispettare le scadenze,  e quindi non possiamo continuare a lavorare su una storia o su un personaggio, perché ci sono disegnatori che attendono le tavole per lavorare e mangiare…

Dipende da come uno abituato o meno. Ho scritto molto Nathan never e avevo 45 storia aperte però quando sono tutte lo stesso personaggio è più facile..

EM: Quali sono le vostre fonti d'ispirazione fumettistiche?

LE: Le mie fonti d'ispirazioni principali sono Magnus, Moebius e i grandi autori giapponesi, come Otomo.  Quando vidi per la prima volta Akira fui colpito dalle sua grande capacità di immaginazione.

SV: Non ho fonti d'ispirazione a livello fumettistico. Mi piacciono di più le fonti letterarie, anche se non seguo un particolare autore ma più che altro mi faccio ispirare dai singoli romanzi.

Poi mi lascio ispirare anche dalla saggistica. L'ultimo libro che ho letto si chiama La tigre, scritto da John Valliant, un giornalista statunitense, e racconta la caccia alla tigre siberiana.

Una storia realistica, densa di informazioni come un saggio, ma che contiene anche alcune dosi di mistero, e che mi ha appassionato e mi ha dato ispirazione per un episodio che vedremo in Dragonero.

Queste sono le mie principali ispirazioni in questo periodo.

EM: Il fumetto sta raggiungendo diversi media in questo momento, anche il cinema. Siete interessati ai film a fumetti?

SV: A me interessa minimamente. Fumetto e cinema sono molto diversi, molto più di quanto non si creda. Per il mio lavoro guardo più alla letteratura che non al cinema.

Anche io mi sono divertito al cinema con The Avengers, ma come spettatore e non come professionista. 

LE: Sono approcci completamente differenti. Il mio approccio al fumetto è per certi più cinematografico. Anche se il fumetto è una serie di immagini che raccontano una storia, è comunque un lavoro diverso, mentre il fumetto vede coinvolgere una, al massimo due professionalità, il cinema è un lavoro più corale.

LM: Quanto conta per voi una buona prosa? In particolare una buona struttura è significativa di una buona organizzazione del pensiero tanto quanto è significativa una prosa ben scritta?

SV: È fondamentale. Uno scrittore deve leggere molto e molte cose. Io ho dei taccuini in cui segno tutti i miei percorsi di scrittura, gli autori preferiti e i giudizi su tutti gli autori. È importante arrivare al lettore con una comunicazione chiara, la migliore possibile. 

Anche nel fumetto deve esserci tantissima ricerca in tal senso, al livello di dialoghi. Non so se sono ancora arrivato a questi risultati ma è una ricerca che compio.

La scrittura non è di tutti. Non è un discorso presuntuoso, necessita d'impegno, così come il disegno. Quando arrivano certe proposte, si comprende quello che hanno letto e come lo hanno letto, come sono arrivati a costruire le loro storie. È una ricerca che dura tutta la vita-

Una cosa in cui non credo, per esempio, sono gli scrittori sedicenni. L'esperienza di vita è fondamentale.

LE:  Non è solo l'esperienza che conta, ma anche la riflessione degli scrittori adulti. Bisogna avere il tempo di riflettere su quello che hai letto. A 16 anni non rifletti, sei troppo impegnato a vivere con passione la vita per farlo.

SV: Una buona parte dell'esplorazione deve arrivare da una sana e buona critica. Io penso di provare a essere autocritico, ma è indispensabile avere dei compagni di viaggio onesti e che ti dicono quando fai una fesseria.

Da questo nasce il dialogo. Dall'analisi delle critiche che si sono ricevute.

LM: Quanto è forte, nella narrazione popolare, l'influenza del cinema statunitense d'azione?

SV: Visivamente siamo stati influenzati da questo linguaggio frammentario.

LE: Un grosso vantaggio della rete però è quello di poter attingere anche tante altre cinematografie, come quella orientale, e farsi ispirare da altre fonti, da altri sensi dell'immagine e del racconto. Non esiste solo il mondo americano.

Esistono tante cose molto interessanti che arrivano da altre fonti e sono molto innovative. Anche le serie TV sono fonti molto interessanti.

SV: A me è capitato con Antonella platano che ha un disegno molto morbido ed elegante di provare ad cambiare il mio stile di scrittura. In alcune scene molto intense e drammatiche le ho chiesto di provare a soffermarci sui piccoli dettagli, però poi abbiamo allargato la scena perché non possiamo permetterci che non si comprenda cosa succede. Con altri disegnatori invece, dallo stile più duro preferiamo rimanere sulla scena ampia.

Fa piacere che anche voi cogliate queste differenze, che non siamo gli unici a riflettere su quello che c'è in giro.

EM: Prima di congedarvi, ho un'ultima domanda per Luca. Come disegnatore e autore completo, come ti trovi a lasciare la serie ad altri disegnatori?

LE: Come autore, ho il mio personaggio, Lilith, che continuerò a seguire. Ho avuto altre esperienze come sceneggiatore e comunque seguo il team di disegnatori di Dragonero. tra quali alcuni sono alla prima esperienza con una produzione seriale.

I disegnatori sono comunque propositivi. Sono co-autori del fumetto.

SV: Io mi affido all'esperienza di Luca come disegnatore perché lo rende più in grado di me di controllare e supervisionare la coerenza grafica dei vari disegnatori, specialmente dei più giovani del gruppo. Insieme curiamo la coerenza narrativa.

I disegni a corredo sono di Giuseppe Matteoni.