Durante una festa di fine anno il misterioso Liathàn viene avvicinato da un giovane di nome Edwin, il quale gli propone una sfida che non ha nulla di umano. Non tutti sanno infatti che Liathàn è quello che chiameremmo un dio. Se poi preferite pensare che quelli che chiamiamo dei siano degli esseri con capacità e longevità superiori, un po' come gli asgardiani dell'Universo Marvel fate pure. Fatto sta che vivono tra noi, s'innamorano, s'insinuano tra le pieghe della storia umana, partecipando di conseguenza agli eventi che la caratterizzano, miltando negli eserciti, nelle fazioni politiche. Tutto per nascondersi, mimetizzarsi tra noi. Certo dopo qualche migliaio di anni tutto può venire a noia. Ma la sfida che Edwin propone all'annoiato ha il potere di ravvivarlo, di dargli un motivo per una appassionante viaggio tra diverse città del mondo, tra cui Milano e Londra, per lottare per un premio che è molto più materiale che divino: la sua stessa sopravvivenza.

Liathàn scoprirà chi è veramente Edwin, da dove derivino le sue motivazioni profonde. Durante questo viaggio, oltre a scontri campali, scopriremo tante creature e divinità di ogni sorta che vivono tra noi.

In mezzo a questo confronto tra superesseri, una ragazza umana, Molly, che forse proprio perché "normale", anche se con una storia e una vita con i suoi drammi e complessità, riesce a guardare con distacco al conflitto e a comprendere come risolverlo nel miglior modo possibile.

Non sono solo i personaggi a spiccare nel romanzo. Luca Tarenzi ha la grande capacità di rendere anche i luoghi protagonisti delle vicende. Sono luoghi reali, le vie di grandi e moderne metropoli, ma è come se ce le facesse vedere attraverso un paio di occhiali in grado di

mostrarcene segreti e retroscena. Una realtà aumentata al solo costo del romanzo.

A prescindere dalla storia, emozionante e piena di cliffhanger e scontri, è il viaggio tra i luoghi uno dei principali motivi che rendono unica l'esperienza di lettura.

Se poi siete cittadini delle città descritte e magari passate per quella vie, chiamate con il loro vero nome, dopo averne letto in Godbreaker, non potrete fare a meno di fermarvi per osservare analogie e differenze.

Quel che ne risulta è che le Milano, Londra e Amsterdam di Tarenzi, come tutte le costruzioni dell'immaginario, piegate a esigenze narrative, non sono meno fantastiche di Ankh-Morpork. Ma chi ha detto, ribaltando la tesi, che il luoghi fantastici siano meno reali dei luoghi della nostra vita?

Nel momento in cui un narratore è capace di avvolgerci con il suo universo, con le sue regole interne e la sua cosmogonia, allora quel luogo diventa altrettanto reale e percepibile.

Tarenzi continua la costruzione di un universo letterario interconnesso, dove personaggi e oggetti protagonisti di un romanzo appaiono in un altro, con un substrato mitologico di cui si comincia a percepire la complessità e che probabilmente tornerà ancora in altre opere.

Un modus operandi che non sorprenderà chi conosce gli universi fumettistici di Marvel e/o DC Comics.

Altra caratteristica che accumuna Godbreaker, ma anche il resto della produzione di Tarenzi, al mondo del visivo, fumettistico e cinematografico, è proprio il dinamismo delle sue scene di combattimento che durante la lettura sembrano letteralmente uscire fuori dalla pagine, e avvolgere il lettore persino degli effetti sonori.

In comune con i supereroi c'è anche la verbosità dei personaggi, i quali amano tanto sia parlarsi addosso, sia parlare tra loro durante i combattimenti, che parlare tra loro spiegando al lettore quello che è successo o sta per succedere.

È mia opinione che talvolta alcuni di questi momenti parlati siano sovrabbondanti, quasi come se l'autore temesse di non essere seguito dal lettore fino in fondo. In ogni caso non rovinano il divertimento di un romanzo che darà ore piacevoli di lettura d'intrattenimento ma non per questo priva di spessore.