Qualsiasi libro etichettato come un “Harry Potter per adulti” corre il rischio di suscitare pareri critici che possono rivelarsi armi a doppio taglio.

Non dovrebbe stupire quindi se Jonathan Strange & Mister Norrell, che pure ha ricevuto un’accoglienza a dir poco entusiasta da parte della critica, sia stato praticamente ignorato dai giudici del Man Booker Prize e quasi contemporaneamente abbia suscitato l’attenzione della New Line, che ha pagato una cifra con sei zeri per i diritti di sfruttamento cinematografico.

Se il film verrà realizzato Susanna Clarke entrerà nel novero, al momento alquanto ristretto, delle scrittrici fantasy con un conto corrente di tutto rispetto.

Il libro della Clarke, una storia fantasy su due maghi nell’Inghilterra vittoriana, è in cima alla lista dei best-seller a New York ed è anche l’unico libro che abbia mai partecipato alle eliminatorie del Booker Prize a essere tra i più venduti in Gran Bretagna e ad aver raccolto l’elogio unanime della critica su entrambe le sponde dell’Atlantico.

La sua estromissione dalla lista finale dei libri partecipanti al Booker potrebbe essere dovuta al fatto che non si tratta certo di un libro “ordinario”, se si tiene conto che uno dei giudici lo ha respinto definendolo di due o trecento pagine troppo lungo.

Decisione capziosa? Probabilmente sì. La Clarke tesse uno splendido arazzo che si snoda dal 1806 al 1817, un periodo, storicamente e politicamente parlando, denso di avvenimenti per l’Inghilterra e per tutta l'Europa. L’autrice è stata capace di inserire, in modo assolutamente credibile, nel tessuto storico la sua storia che parla essenzialmente di magia; come si può pensare di giudicare "troppo lungo" un libro fondamentalmente storico? Quali dovrebbero essere in un simile contesto le parti da tagliare?

Nel romanzo, la vera magia è privilegio di pochissimi ma leggendo di loro si impara anche la Storia della Magia e di maghi dai nomi quali Merlino, Giuseppe di Arimatea, Catherine di Winchester e, naturalmente, il Re Corvo.

L’azione si sposta da eleganti stanze, dove un brillante Re delle Fate prende il té in compagnia della moglie di un primo ministro molto terreno, fino ai sanguinosi campi di battaglia di Waterloo, dove migliaia di uomini sono andati incontro al loro destino.

La scrittrice è stata in grado di realizzare un'equilibrata contrapposizione di mondi magici e di mondi quotidiani, perfettamente costruiti alla maniera di una Rowling o di un Pullman, così come sono riconoscibili tributi alla commedia sociale di Jane Austen e Thackeray.

Forse Jonathan Strange & Mister Norrell non sarà il più bel libro fantasy inglese degli ultimi settant’anni, ma è originale e sontuoso, e questo dovrebbe essere sufficiente.

“Tutto quello che dobbiamo fare – come ha scritto il critico di USA Today - è aprirlo al primo capitolo e cominciare a leggere, in un crescendo di coinvolgimento: «Alcuni anni fa esisteva nella città di York una confraternita di maghi...»”.