Come hai scoperto l’interesse per il genere fantasy?

Per molti anni, fantasy è stato sinonimo di Marion Zimmer Bradley, per me regina indiscussa del genere. Le sue storie mi hanno sempre affascinato per i temi trattati, per il suo modo di esporli. Il primo contatto è avvenuto con lei. Devo confessare che ancora nessuno, nemmeno J.R.R. Tolkien, è riuscito a restituirmi le emozioni che mi ha fatto provare.

Da dove nasce l’idea del tuo racconto? C’è qualche episodio in particolare che ti ha influenzato?

Per il primo capitolo della saga confesso che non sono stata influenzata da nulla. Ci è stato chiesto di fornire un'idea rapidamente e così ho fatto. In genere non mi sforzo, lascio che le idee vengano mentre sono impegnata a fare altro. Spesso le storie nascono da semplici intuizioni o da immagini che ci hanno colpito. Per il terzo capitolo, di prossima uscita, per esempio, è successa una cosa carina. Ero nel dormiveglia e mi è apparso un personaggio strano, come un'immagine ipnagogica. È durato tutto un istante, le intuizioni sono brevi ma profonde nei contenuti, mi ha dato pure nome e cognome: Aston Bolt. Si è presentato come un viaggiatore intradimensionale, uno che raccoglie oggetti un po' ovunque e che non possiede limiti se non quelli che la sua testa gli impone. L'idea mi è parsa simpatica, e ho deciso di adottarla. Vedremo che cosa succederà.

Quale messaggio volevi trasmettere al pubblico con il tuo racconto?

Il personaggio di Selidor non è mio, mi è stato proposto da Andrea Franco per questa collana di racconti. Selidor nasce da una palestra fantasy sulle pagine della Writers Magazine Italia. In realtà, le sue origini sono ben anteriori, ma il suo esordio al pubblico è avvenuto lì. Ho cercato di farne un personaggio senza sfumature. Il Necromante si odia o si ama, o è bianco o è nero, come gli estremi che insegue per raggiungere un suo equilibrio. Volevo che questo messaggio passasse al pubblico: quello di un personaggio forte, un protagonista che non è pulito, anzi, è spesso meschino, il più possibile reale. Il mio obiettivo è far affezionare il pubblico a un uomo vero, cattivo, ma con una sua etica, che spero di riuscire a far emergere e far capire, e non quello di creare un personaggio di carta.

Ci descrivi l’esperienza dell’editing?

Lavorare con Andrea Franco significa imparare a scrivere da professionisti. L'editing si discute, ma resta un'esperienza estremamente formativa. Si imparano nuance di una certa sottigliezza, di cui prima nemmeno si sospettava l'esistenza. Il livello è alto. Andrea è un vero chirurgo dei testi. Sa dove intervenire e lo fa con un bisturi decisamente preciso.

Puoi descriverci l’esperienza di collaborazione con il curatore della collana fantasy della Delos?

Andrea è stata una piacevole scoperta. È una persona che non confonde la propria vita con le pergamene dei concorsi. Sa che le vere battaglie si devono vincere innanzitutto con se stessi, prima di diventare storie convincenti per un pubblico. La materia per i nostri racconti esce dalla nostra esperienza, e come possiamo essere convincenti e credibili con gli altri se non sappiamo cosa costa il coraggio, o cosa si deve sacrificare nella vita vera per poter vincere le nostre guerre? Andrea è così, e sto imparando molto da lui, non solo dal punto di vista letterario, ma anche e soprattutto umano. Mi sta insegnando sicuramente che uno scrittore, uno vero, intendo, deve restare pulito con se stesso, o non sarà mai un ottimo interprete della realtà. Per essere scrittori bisogna essere ottimi interpreti, non solo buoni. Ecco, lui è secondo me, in questo, uno Scrittore con la “s” maiuscola.

Puoi anticiparci qualcosa del prosieguo, senza troppi spoiler?

Il secondo episodio si intitolerà L'abisso di Kanthara e vedrà coinvolti Selidor e Alétheyos in una vicenda intima e dolorosa, in cui si parlerà di spiritelli che vivono fuori del tempo e di antagonisti che si celano tra le pieghe di oggetti innocui. Il ritmo muta dal primo episodio e il tono si fa più greve. Un racconto in cui la musica gioca un ruolo fondamentale. Spero di essere riuscita a trasmetterne abbastanza nelle parole.

Progetti per il futuro?

In ambito letterario vorrei costruirmi un curriculum serio, da sottoporre a un eventuale editore. Il problema è che spesso agli esordienti non è data credibilità, quindi diviene difficile, se non impossibile, pubblicare. Il mio sogno è scrivere un libro mio. Mi piacerebbe poter proseguire il genere fantasy, che sento affine. Per ora cerco di imparare osservando quello che fanno i grandi e soprattutto come lo fanno. Ma il futuro è sempre molto vacuo e non lo si deve mai prendere troppo sul serio, perché è in continuo mutamento.