Sono trascorsi solo 119 minuti dallo scontro navale con la Robredo, e la titanica Afritania – semidistrutta e agonizzante – è alla deriva nel deserto. Tra le dune intanto ecco apparire una coppia di ragazzini, innocui raccoglitori di mangiaruggine. Da dove nasce l’idea dei due piccoli protagonisti?

Molti lettori delle prime storie, pur apprezzando la scelta della Robredo come protagonista, mi hanno suggerito per gli sviluppi successivi di dare più respiro ai personaggi umani. Mi è sembrata una richiesta legittima e un consiglio prezioso. Naila e Whalid sono arrivati di conseguenza, al seguito di un grappolo di storie molto più “solide” e interconnesse rispetto a quelle del primo libro (permettimi di parlare di un primo e di un secondo libro, visto che è previsto un fix-up cartaceo che raccoglierà anche i nuovi episodi). Perché due ragazzini? Perché credo che la ruggine abbia bisogno di una controparte fresca e solare. Vuoi sapere perché proprio 119 minuti e non due ore? Per un giochetto banale: se unisci i due “1” con una “V” ottieni una “M”: quindi “M9” = Mondo9. Vedi gli effetti collaterali di lavorare per un paio d’anni su un pianeta fuori-di-testa.

Coriolano e il suo volto umano.

Sì, verissimo. È un capitolo centrale della nuova tranche di episodi, a cui peraltro sono molto legato: senza voler spoilerare troppo, Naila e il mechardionico Asur si accorgono di quanto sia forte e profondo il legame che li unisce. E appunto da Coriolano in avanti passano dall’essere prigioniera-e-carnefice a una coppia di compagni di viaggio con un obiettivo comune. La ritengo una svolta tutt’altro che secondaria non solo nello sviluppo del plot di Mondo9, ma per certi versi anche nel mio modo d’intendere i legami tra i personaggi.

Bastian, codarda come il suo comandante. Ciascuno di noi è in fondo un po’ codardo, e spesso non sappiamo stare al timone di situazioni difficili. Significati questi che avvicinano molto i lettori al proprio mondo interiore.

Almeno stando alle navi, Mondo9 è un distillato di cattiveria e di perfidia. D’accordo, sono tratti distintivi di chi – vascello a ruote o essere umano – si trova a dover fronteggiare ogni giorno una natura estrema, selvaggia, infernale. Ma credo che nel primo libro mancassero, diciamo così, le naturali appendici della malvagità nuda e cruda: appunto, l’essere anche infami, miserabili e vigliacchi. La “Bastian” lo è! Come anche, seppure su un piano differente, il suo comandante ubriacone, Lacroix.

Miserable. Cover di Franco Brambilla
Miserable. Cover di Franco Brambilla
Miserabile. Senza troppi spoiler, ce ne parli? Chi è il “Miserabile” della storia?

Vedasi la risposta precedente. La Miserable è la sintesi, l’amalgama, di tutte le navi di Mondo9, come lo è stata la Robredo per il primo libro. Un mix di canaglieria, follia e disperazione.

Cosa suggeriresti agli scrittori esordienti qualora volessero scrivere di fantascienza?

Astenersi! Quantomeno se non si vuole prendere la scrittura dal lato più scosceso, affrontando la parete a picco di un genere che in Italia offre un panorama editoriale ridotto all’osso e nessun ricambio generazionale di lettori. A onore di completezza però mi sento anche di aggiungere: scrivete quello che vi piace, solo così darete il meglio. E se fantascienza dev’essere, fantascienza sia!

Progetti per il futuro?    

Tantissimi. A cominciare ovviamente dal fix-up di “Mondo9”, in programma per il prossimo anno. Un paio di romanzi abbandonati a una cinquantina di pagine dalla fine e che prima o poi dovrei decidermi a terminare. Moltissimi racconti. Una notizia dell'ultimora è che un mio racconto, intitolato Abrace il camminatore, è stato selezionato per la versione italiana dell'antologia Steampunk!, curata da Jeff e Ann Vandermeer, che sarà edita da Elara Libri, accanto da nomi come Michael Moorcock, James P. Blaylock, Ian R. McDonald, Mary Gentle, Jay Lake, Joe R. Landsdale, Molly Brown, Ted Chiang, Paul Di Filippo, Rachel E. Pollack, Stepan Chapman, Neal R. Stephenson e l'italiano Stefano Carducci.

E – certo – il romanzo dietro l’angolo, quello che sai essere IL tuo impegno con te stesso, che devi scrivere da una vita e per il quale ti sembra di non trovare mai il momento e la magia giusti. 

Grazie della chiacchierata Fantasy Magazine, stay tuned!

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Un racconto di Dario Tonani, Altrodove, è disponible sul numero 8 di Effemme.

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