E' trascorso un anno dal massacro nella chiesa di San Michele con cui si era chiuso Angelize, primo romanzo di Aislinn uscito per Fabbri Editori nel 2013. I mezzi angeli sopravvissuti alla lotta hanno abbandonato Milano nel tentativo di rifarsi una vita: Mehiel a Torino, Hesediel a Roma, dove si è faticosamente adattato alla quotidianità con Veronica. Sarebbe tutto perfetto... non fosse che gli angeli caduti non sono poi così defunti: Mikael e i suoi fratelli sono stati riportati in vita da Lucifero, che li controlla e li sguinzaglia per le strade di Milano a eliminare ignari umani a cui sottrarre energia vitale. Nel frattempo, il mezzo angelo Haniel si risveglia in una dimensione ultraterrena grazie all'intervento della Dea, che gli propone una missione impossibile: tornare sulla terra e uccidere Lucifero. In cambio la Dea restituirà ad Haniel Rafael, l'altro mezzo angelo morto nel massacro di San Michele. 

Prima di addentrarmi nella recensione, vorrei fare una premessa: mesi fa ho letto Angelize e ho finito per apprezzarlo moltissimo. Ho voluto quindi approfittare della possibilità di parlarvi di questa autrice e del perché dovreste leggerla con Angelize II, ma vi consiglio di recuperare anche il primo: Angelize e Angelize II andrebbero letti come un'opera unica per quanto siano leggibili anche singolarmente. Chiusa questa parentesi, parliamo di Angelize II - Lucifer. Ho letto questo romanzo in tre giorni nonostante le sue quasi 500 pagine. Se mi chiedessero cosa ha fatto scattare il colpo di fulmine per Angelize risponderei senza esitare che il merito è dei personaggi. Quando apro un libro cerco sì storie, ma soprattutto personaggi dotati di spessore. Mi appassiona vedere un personaggio o la relazione tra più personaggi crescere con la storia, ed è quel che accade con Aislinn, una scrittrice che si dimostra capace di raccontare mostrando e non descrivendo. Avete sentito mai parlare di show don't tell? Presupporrò di sì e vi dirò che in questi due romanzi Aislinn c'è riuscita. Un lettore attento riesce a cogliere il non detto, che è una parte del testo tanto quanto il detto. Ho apprezzato molto la caratterizzazione di Rafael, Haniel ed Hesediel, che banalizzando molto potremmo definire il buono, il matto e il "cattivo". Eppure questi tre angeli impuri non restano mai sulla carta. Sembra quasi di conoscerli, li apprezzi perché in fondo sono molto umani e si sono trovati dove sono ora controvoglia, sono vittime delle circostanze ma non rinunciano a combattere e alle spade infuocate degli angeli puri oppongono spranghe e manganelli in stile urban guerrilla. Per quanto io abbia apprezzato tutti e tre i mezzi angeli di Aislinn, mi sono particolarmente affezionata al rapporto tra Rafael e Haniel: la loro non è una semplice love story. E' una storia che bisogna saper leggere, perché queste due anime che non hanno trovato l'amore in vita stentano a riconoscere il sentimento che li lega da Angelize. Aislinn riesce a farci apprezzare ciò che i due provano l'uno per l'altro senza parole, con semplici gesti. Haniel e Rafael non parlano come due innamorati ma si comportano come tali.

Un altro aspetto che ho apprezzato molto del romanzo è la sensazione che Aislinn ci abbia raccontato solo parte di una storia più grande. Si intravede un lavoro di background che sarebbe interessante approfondire in un contesto narrativo più ampio. Ovviamente non vi dirò come si conclude Angelize II, salvo rivelarvi che sebbene i fili narrativi di questa duologia vengano chiusi, Haniel, Hesediel e Rafael non sono affatto chiusi come personaggi e potrebbero raccontarci ancora molte storie. In questo secondo volume è cresciuto molto anche Mikael ovvero l'arcangelo Michele, il più fulgido e il più restio ad accettare la sua condizione umana. Mikael non perde mai la sua spocchia da angelo, ma gliene capitano così tante che è impossibile non empatizzare con lui e capire - pur non condividendo - i perché di certe sue scelte. A fargli da contralto è Uriel, che invece più di tutti è riuscito ad adattarsi alla condizione umana, diventando in un certo senso portavoce di un discorso più ampio in cui l'autrice spiega quanto c'è di bello nell'essere umani attraverso le piccole cose: l'amore, l'amicizia, la musica, l'accettazione dei bisogni del proprio corpo. E poi su tutto, bene e male, giganteggia la Dea, una figura avvolta dal mistero che non è solo l'inizio e (forse) la fine, ma soprattutto il caos che c'è nel mezzo.

Aislinn si muove perfettamente a suo agio in una Milano in stile urban fantasy popolata da angeli e demoni, in cui le creature sovrannaturali sono così umane da poterci forse insegnare qualcosa su noi stessi. Se siete stufi delle solite storie di angeli, non avete voglia di impelagarvi in saghe infinite e cercate dei personaggi che possano restarvi accanto anche dopo aver chiuso il libro, Angelize e Angelize II sono i romanzi che fanno per voi.