Ho sempre detto che scrivo i libri che vorrei leggere, e anche questo l'abbiamo scritto perché non ce n'era uno analogo, quindi da lettore andrei a comprarmelo subito!

Le antologie che curi sono a tema. È una scelta predefinita o è sorta strada facendo?
Guida alla letteratura horror
Guida alla letteratura horror

È una scelta predefinita, precisa. Mi sono rivolto essenzialmente a editori generalisti con l'obiettivo di propagandare la SF (e il fantastico) presso lettori generici, per questo ho scelto temi che avessero possibilità di interessare un pubblico vasto. La politica nel caso di Ambigue utopie (Bietti 2010, con Walter Catalano), il noir nel caso di Notturno alieno (Bietti 2011), di Sinistre presenze ho già detto, mentre nel caso di Terra promessa (Tabula fati 2014) in realtà l'input mi è venuto dall'editore.

Anche per questo trovo che le antologie possano essere più interessanti di un romanzo: un romanzo affronta un tema o al massimo un paio, lasciando il resto sullo sfondo, mentre una antologia su un tema preciso può mostrare diversi punti di vista e arricchire la riflessione sull'argomento affrontato.

Vorrei  insomma dimostrare che la SF può affrontare tematiche serie e legate al mondo contemporaneo, inoltre che gli autori specialisti non sono scribacchini ma sono capaci di scrivere con stile, e che gli italiani non sono per nulla inferiori agli angloamericani (anzi, ultimamente mi pare che sia vero il contrario).

Parlaci di Guida al cinema di fantascienza, scritto insiema a Roberto Chiavini e Michele Tetro.

Potrebbe sembrare l'ennesimo libro sui film di fantascienza – e nell'editoria italiana ce ne sono stati molti – ma in realtà abbiamo tentato un approccio diverso, cioè di non fare una storia "interna" al genere ma di collegare questa storia con quanto succede all'esterno. E questo sotto tre aspetti: le innovazioni tecnologiche nel campo della cinematografia (è proprio nel cinema fantastico che si sperimentano nuove tecniche – ad esempio le riprese subacquee o gli effetti speciali – che poi vengono utilizzate dagli altri generi); i rapporti tra cinema di genere e cinema in generale e l'apporto della filmografia d'autore; e il collegamento con i fatti della vita, ossia con la Storia. Questo perché la SF non è pura invenzione, ma come tutta l'arte riflette quello che succede intorno, quindi abbiamo evidenziato come la cronaca (passaggi di comete, guerre mondiali, la "guerra fredda", la caduta del muro di Berlono o l'11 settembre) si riverberino nel cinema.

Cosa cambieresti nell’editoria italiana?

Guarda, è un discorso complicato che andrebbe affrontato da molteplici punti di vista, da quello organizzativo a quello fiscale a quello culturale, ma ci porterebbe lontano. Dovremmo considerare lo strapotere della grande distribuzione, la chiusura delle piccole librerie, l'IVA sugli eBook (l'intervista è stata rilasciata prima del recente decreto in materia NdR), i miseri compensi ai collaboratori, l'esternalizzazione, la mania del self-publishing (sembra che tutti scrivano, ma nessuno legge)… eccetera eccetera.

Quali, secondo te,  punti nevralgici della scrittura di genere oggi?

Negli ultimi anni c'è stato un concreto avvicinamento tra la narrativa di genere e il mainstream, gli scrittori che vogliono comunicare qualcosa non adottano quasi più il romanzo epistolare, quello di viaggio o l'ambientazione quotidiana con i consueti problemi (lavoro, affetti, problemi familiari) ma utilizzano spesso gli stilemi del noir, del poliziesco, arrivando anche a condire le loro opere con elementi fantascientifici od horror. E, viceversa, gli scrittori di genere ampliano la loro veduta inserendo nel plot dei loro romanzi considerazioni di carattere psicologico e sociale (oggi non potremmo più dire che la fantascienza o il giallo siano generi "spersonalizzati"). Tutto questo è un bene finché restiamo a questo punto, ma se dovesse proseguire ulteriormente ci troveremmo anche a chiederci se la letteratura non sia definitivamente morta.

Per quanto riguarda strettamente la narrativa di genere, devo dire di non essere molto contento delle contaminazioni attuali. Vanno bene le ibridazioni tra SF e giallo, va bene l'immissione di elementi fantascientifici o horror in altri generi, ma tutto dovrebbe essere limitato al minimo indispensabile, senza dover coniare etichette tipo "urban fantasy" che sembrano andar bene per tutto ciò che non è realistico. I generi esistono, e sarebbe meglio che uno sapesse con esattezza cosa va a leggere, altrimenti non si capisce più niente.

Progetti per il futuro?

Entro pochi mesi dovrebbero uscire alcune antologie, cioè Variazioni Gernsback, curata con Catalano e Luca Ortino e dedicata alla musica, pubblicata dalle Edizioni della Vigna; Il prezzo del futuro, che ho fatto assieme a Vittorio Catani ed è di fantaeconomia, che apparirà per La Ponga Edizioni, e una di fantareligione, ancora con Walter, per Bietti (sempre a proposito di trovare argomenti di attualità!); infine Il lato oscuro, per cui mi sono avvalso della collaborazione di Roberto Chiavini, per Delmiglio Editore: questa è una antologia mista di racconti horror, noir, fantascientifici e mainstream con un tema comune: la cattiveria. Inoltre uscirà anche il terzo volume della collana Mellonta Tauta che curiamo io, Catalano, Ortino e Chiavini per Fratini Editore e che è dedicato ai racconti horror caraibici di H. S. Whithehead.

Quanto ai "lavori in corso", ho appena fatto partire la selezione per una antologia di gialli fantascientifici e, assieme ai soliti amici, sto lavorando per una nuova guida Odoya.

Insomma, non sto certo fermo!