Un inizio punkrock

L’idea di Hardcore! inizia a nascere quando il filmmaker russo Ilya Naishuller realizza l’irriverente e innovativo video musicale Bad Motherf*cker. Il video, realizzato come parte del suo “secondo” lavoro di front man del gruppo punk Biting Elbows, è una storia operistica, dura, raccontata interamente dal punto di vista del protagonista. Si tratta di un video fortemente ipnotizzante, che è diventato un vero e proprio fenomeno virale, raggiungendo oltre 120 milioni di visualizzazioni in tutto il mondo.

Il Produttore/regista Timur Bekmambetov è stato uno di quei viewers. Bekmambetov contattò Naishuller tramite un messaggio su Facebook e lo incoraggiò a espandere la sua visione in un lungometraggio, e il risultato fu “Hardcore!,” un’esperienza immersiva piena di azione, interamente raccontata in prima persona, attraverso il punto di vista di un cyborg di nome Henry.

Non riuscivo a smettere di guardare Bad Motherf*cker. Ammiravo lo spirito creativo e coraggioso di Ilya, racconta Bekmambetov. Ci sono tre fattori principali che mi attirano di un progetto: originalità, coraggio e un concept interessante. Quel video era davvero unico e insolito. Qualcosa che inizialmente appare come pura e semplice follia si rivela un progetto molto ben pianificato e razionale. Il procedimento attraverso il quale Ilya è riuscito a ottenere questo effetto rappresenta una delle sue risorse di maggior valore, dichiara Bekmambetov.

Girato quasi interamente con macchine da presa GoPro e con degli equipaggiamenti creati ad hoc, Hardcore! abbandona, se non addirittura eviscera, completamente l’arte cinematografica e la sostituisce con un’esperienza cruda e immediata, permettendo agli spettatori di diventare tutt’uno col protagonista, facendo loro compiere un viaggio molto personale e innovativo assieme ad Henry.

Il cinema d’azione ha sempre prosperato lì dove riusciva a dare la sensazione di partecipare a situazioni pericolose che nella vita reale la maggior parte delle persone eviterebbe. L’obiettivo di Hardcore! era allontanare ulteriormente questo limite, mettendo lo spettatore direttamente nel corpo del protagonista, permettendogli di vivere direttamente quelle sensazioni emozionanti e primordiali a cui generalmente assiste da una distanza più sicura, racconta Naishuller.

Il modo di raccontare le storie di Ilya è molto comprensibile. Credo riesca a equilibrare in maniera unica violenza, humour, storia e legame emozionale con i personaggi, afferma Bekmambetov. Non sono solamente novanta minuti di cose incredibili, è anche una storia interessante ed emozionante, e Ilya è stato bravo a sviluppare entrambi gli aspetti, spiega Bekmambetov.

L’interesse entusiastico di Bekmambetov è stato fondamentale nel trasformare la vita di Naishuller, anche se all’epoca Naishuller era diffidente…

La notte dopo che ‘Bad Motherf*cker’ è diventato un successo, ricevetti un messaggio su FB da parte di Timur. Lui in Russia è molto famoso; è un eroe del cinema. Ci siamo parlati su Skype, si è congratulato con me e mi ha chiesto se ero interessato a espandere l’idea in un film. Ad essere onesti, inizialmente fui esitante perché non ero certo che potesse essere realizzato abbastanza bene da trascendere l’escamotage che sta alla sua base. Ma Timur mi chiese, ‘Non vorresti vedere un grande film d’azione interamente girato in soggettiva al cinema?’ Dissi di sì, e lui rispose semplicemente: ‘Bene, allora fallo,' racconta Naishuller. Più ci riflettevo, più mi sembra interessante e al contempo complicato. La mia preoccupazione maggiore non è mai stata l’azione, ma se sarei stato in grado di raccontare una storia in una gabbia creativa. Mi resi conto che se fossi riuscito bene in entrambe le cose, ne sarebbe scaturita un’esperienza cinematografica senza precedenti. Perciò sono volato a Los Angeles per incontrare Timur, che è stato incredibile, molto incoraggiante oltre che un grande sostenitore di questo progetto. Abbiamo parlato delle sfide che avrebbe rappresentato il fatto di fare un film, abbiamo buttato lì qualche idea, e ci siamo stretti la mano. È stata un’esperienza semplice ma incredibile. Non solo ho avuto l’opportunità di lavorare assieme a uno dei registi\produttori russi più rispettati, ma quel produttore mi ha promesso anche di fare il film secondo la mia visione. Quindi sono tornato a Mosca, ho trovato ulteriori finanziamenti per il film, e ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura. Durante tutto lo sviluppo del progetto, Timur ha mantenuto la sua promessa, ed io ho ottenuto il meglio di due mondi: un produttore che era presente e disponibile ogni volta che avevo bisogno del suo aiuto o di un suo consiglio, ma che non mi ha mai spinto a fare qualcosa che ritenessi sbagliato per il film. È stata davvero un’esperienza incredibile. Il fatto che Timur sia anche un famoso regista, oltre che un produttore, è stato un ulteriore elemento positivo, perché capisce profondamente la pressione che un regista deve subire.

Il modo migliore per aiutare i registi promettenti è dargli libertà creativa e piena responsabilità allo stesso tempo. Questo ha permesso a Ilya di fare i propri errori e poi di trovare il modo per risolverli, spiega Bekmambetov.

Hardcore!
Hardcore!

Il film prende il via

Il Produttore Inga Smith è stata una fan di Naishuller sind all’inizio; aveva visto i suoi video degli esordi su suggerimento della produttrice russa Ekaterina Kononenko, che la Smith aveva conosciuto a Cannes, un anno prima che Hardcore! venisse realizzato.

Era del tutto chiaro che Ilya possedeva un talento eccezionale. Ci siamo visti a New York per discutere di un film che Ilya voleva dirigere e del quale io ero produttrice. Avevamo appena ricevuto la bozza della sceneggiatura di quel film così singolare quando il video di Bad Motherf*cker esplose nel web e Ilya iniziò a ricevere parecchia attenzione da parte di Hollywood. Tutti parlavano di Bad Motherf*cker. KROQ a Los Angeles trovò il numero di Ilya e lo chiamò per intervistarlo in onda su MTV, Samuel Jackson twittò una foto in cui reggeva un cartello con la scritta ‘I’m A Bad Motherf*er’. Era un periodo decisamente emozionante per Ilya. Quando ricevette la telefonata di Timur, Ilya chiese a Katya e a me di andare a Los Angeles assieme a lui, e dopo che Timur e Ilya hanno deciso che  sarebbe stato realizzato, noi siamo saliti a bordo come produttori, ricorda la Smith.

Andai a casa a scrivere la sceneggiatura e dopo alcuni giorni chiamai Timur e gli suggerii l’idea di usare una star per il personaggio del sidekick. Timur mi chiese a chi stessi pensando, ed io risposi immediatamente Sharlto Copley. Timur organizzò una chiamata su Skype tra me e Sharlto ed io gli descrissi lo stile del film, la trama e la parte della guida\consigliere che volevo interpretasse. Sharlto disse che il concept del film era molto interessante e che non aveva paura di partecipare a qualcosa di così sperimentale e che, se gli fossero piaciuti la stesura definitiva della sceneggiatura e il suo personaggio, avrebbe accettato. E poi ho passato una settimana molto nervosa durante la quale ho creato il personaggio di Jimmy. Dovevo assolutamente avere Sharlto in questo film, perciò dovevo creare qualcosa di veramente speciale così non avrebbe potuto rifiutare la parte. E poi ho capito che nessun attore avrebbe potuto evitare il fascino magnetico della possibilità di interpretare più personaggi nello stesso film. Da lì è nata l’idea dei molti Jimmy.

Come Bekmambetov, Copley è rimasto molto colpito dal video di Naishuller Bad Motherf*cker.

Erano molti anni che Timur ed io provavamo a fare qualcosa assieme. Disse che aveva questo progetto molto interessante in mente e che gli sarebbe piaciuto se l’avessi fatto io, e quindi mi mandò il cortometraggio realizzato da Ilya. Lo vidi circa 16 volte di seguito: non riuscivo a credere ai miei occhi. L’idea di tentare di girare un film come quello era affascinante, qualcosa di davvero nuovo, creativo e totalmente unico, spiega Copley.

Haley Bennett
Haley Bennett

Fondere storia e mezzo

*saltate questa sezione per evitare gli SPOILER*

Il confine tra eroe e cattivo in Hardcore! è tenue. Lo spettatore – Henry, essenzialmente, stabilisce in tempo reale chi è amico e chi è nemico. Haley Bennett, sua moglie Estelle, deve persuadere Henry – e, per estensione, lo spettatore – che è sua alleata e per gran parte del film, Henry/noi le crediamo. Col tempo, appare chiaro che Estelle fa parte della cospirazione letale contro di Henry. L’opportunità di interpretare un personaggio così falso attraeva molto la Bennett la quale si è ispirata a una sirena del cinema classico per questo ruolo.

E’ un personaggio così delizioso, così inaspettato. Ci si aspetta che Estelle sia la donzella in difficoltà mentre alla fine si scopre che è la maestra della manipolazione, l’architetto del male. Perciò avevamo bisogno che il momento in cui Henry realizza questa verità fosse di grande impatto. Volevamo essere certi che inizialmente lei fosse gentile e mostrasse grande sostegno, ma volevamo anche conferire delle nuance quasi impercettibili, attraverso le quali lei rivela dei piccolo segnali, che però passano quasi inosservati. Adoro i momenti come questi nei film. Spero che accada lo stesso con il personaggio di Estelle. Barbara Stanwyck nel film noir ‘Double Indemnity’ è la mia femme fatale preferita, perciò è a lei che mi sono ispirato, rivela la Bennett.

Anche la creatività di Naishuller, il suo impegno e talento hanno meravigliato molto l'attrice. “Anche se questo era il suo primo film, Ilya sapeva esattamente quello che voleva e mi ha emozionato molto aiutarlo a realizzare la sua visione. E’ un artista incredibilmente dedito al suo lavoro,” racconta.

Per sviluppare il concept del cortometraggio e farne un film, Naishuller ed il suo team hanno condotto centinaia di test di stabilizzazione con attrezzature GoPro – doveva esserci equilibrio sufficiente tra le scene ipercinetiche e quelle più statiche. Ottenere un tale equilibrio richiedeva una certa dose di ricerca e sviluppo, di prove ed errori, oltre che una fede cieca, ma poi il risultato ha ripagato gli sforzi.

La parte migliore è stata che non esisteva un manuale per quello che stavamo cercando di fare, non avevamo punti di riferimento, perciò ogni volta che riuscivamo a girare una di queste sequenze complicate, la sensazione esilarante di essere i primi a farlo dava sia a me che alla mia truppe una forte spinta creativa, ricorda Naishuller.

E aggiunge che la prima persona che interpreta il punto di vista del protagonista ha aiutato a decidere il tono della storia e l’arco narrativo del personaggio di Henry.

Girare il film esclusivamente dal punto di vista di Henry significava che non avrei potuto fare tagli o primi piani sul viso del protagonista per esprimere le sue emozioni. Perciò Henry avrebbe dovuto fare qualcosa ‘fisicamente’, affinché il pubblico sentisse le sue reazioni. Ciò ha permesso di fare un interessante processo di scoperta e di inserire molto humour fisico e momenti di maggiore leggerezza, che per l’appunto, sono scaturiti da tutte queste limitazioni. spiega Naishuller.

Fortunatamente, lo stile specifico delle riprese, che era alla base della visone di Naishuller, ha ottenuto il sostegno della GoPro sin dall’inizio.

Poco dopo che Bad Motherf*cker ha debuttato su YouTube ed ha iniziato a esplodere sul web, Gregg DiLeo, che era a capo della sezione Sports Marketing della GoPro, ha chiamato Ilya per congratularsi con lui. Perciò, quando abbiamo deciso di girare il film con le macchine da presa GoPro, ho contattato Gregg, gli ho parlato del nostro film e gli ho chiesto se poteva aiutarci. David Newman della GoPro, che è Direttore Senior dell’Ingegneria, ha accettato di aiutarci per tutte le questioni tecniche. Gregg DiLeo riusciva a spedirci le macchine da presa a Mosca in un giorno, e Dave rispondeva frequentemente alle nostre email su questioni tecniche nel bel mezzo della notte. Non ce l’avremmo mai fatta senza di loro, racconta la Smith.

A causa del mal tempo, dell’indisponibilità delle location e dei talent, il programma delle riprese è stato intermittente – è stato diviso in tre blocchi, ed ha richiesto la presenza di tre direttori della fotografia. Uno di questi è Seva Kaptur, amico di Naishuller sin dai tempi della scuola di cinema.

Siamo sempre andati molto d’accordo e, occasionalmente, l’ho aiutato con i suoi video musicali e in altri progetti minori. Mi chiamò ad aprile del 2013, e mi disse che aveva intenzione di girare un film d’azione girato completamente dal punto di vista del protagonista e basato stilisticamente sul video musicale ‘Bad Motherf*cker’ e voleva che lo girassi io. Stavo per iniziare la fase di pre-produzione di un altro film ma lui fu molto persuasivo. Questo era il suo primo lungometraggio e sarebbe stato molto complicato dal punto di vista tecnico, e sapeva che io sarei stato in grado di gestire la tipologia di difficoltà che si sarebbero presentate, ricorda Kaptur.

Alla fine, Kaptur ha dovuto rinunciare a girare tutto il film a causa di un impegno precedente ma è riuscito almeno a girare il primo blocco, nell’estate del 2013 —oltre metà film — per poi tornare sul set l’estate successiva. A quell’epoca, il dipartimento delle macchine da presa aveva acquisito piena dimestichezza del nuovo stile GoPro e Kaptur ha avuto l’opportunità insolita di essere sia testimone che un partecipante del progetto.

Passai il testimone a Fedor Lyass, il quale girò gli interni per le scene finali e quelle dell’intro, e poi fu il turno di Pasha Kapinos – è stata una transizione molto facile. Sono tornato l’estate successiva per girare la scena dell’inseguimento in bicicletta. E’ stato davvero divertente, a quel punto sapevamo perfettamente quello che stavamo facendo, rispetto all’inizio, che invece era stato complicato, perché tutti dovevano abituarsi allo stile di riprese GoPro in soggettiva. Mi sono divertito a vedere come la truppe e gli altri direttori della fotografia hanno girato in mia assenza, e ho avuto l’opportunità di godermi alcune parti del film come un qualunque altro spettatore, racconta Kaptur.

Gran parte del processo di pre-produzione ha incluso la creazione di equipaggiamenti di stabilizzazione magnetici che permettevano al team di montare le macchine da presa su dei caschi, mantenendo l’immagine piacevole per il pubblico. Spiega Kaptur, e prosegue Ilya: Abbiamo girato decine di ore di test, che abbiamo sviluppato e studiato sul più grande schermo cinematografico di Mosca per capire cosa potevamo ottenere utilizzando lo stile soggettivo.

GoPro ci ha dato accesso ad alcuni sofware che permettono di controllare l’esposizione e che da allora sono stati incorporati nell’ultima generazione delle loro macchine da presa. Ci aspettavamo di danneggiare parecchie macchine da presa, ma durante il blocco delle mie riprese ne abbiamo rotte solo due o tre. Avevamo circa una dozzina di HERO3 Black Editions che la GoPro ci aveva fornito. Durante uno dei break delle riprese, GoPro ha realizzato la HERO 3+ ma abbiamo deciso di continuare a usare la HERO3 originale per mantenere coerente l’immagine.

L’equipaggiamento delle machine da presa è stato il pezzo di tecnologia più importante per far sì che il look del film fosse quello giusto. Abbiamo assoldato un mio amico ingegnere, Vladimir Kotihov, che era anche un giocatore di football e che sapeva molto in fatto di caschi. Abbiamo trascorso parecchio tempo nella creazione del design del casco e del sistema di stabilizzazione che era basato su un sistema calamitato, e abbiamo creato cinque o sei prototipi. Il primo sembrava uno strumento di tortura medievale, poi siamo riusciti a creare quello di cui avevamo bisogno – qualcosa che permettesse una buona stabilizzazione, abbastanza leggero da non procurare troppa pressione su chi lo indossava e abbastanza forte da resistere ai colpi e ai danni durante le durissime riprese. Il tocco finale è stato attaccarci sopra un trasmettitore Teradek e un microfono, ricorda Kaptur.

Hardcore!
Hardcore!

Creare l’attesa

I Social Media si sono rivelati un elemento chiave per Hardcore!. Non solo hanno fatto conoscere Bekmambetov a Naishuller, ma gli hanno anche permesso di tornare ai fan che originariamente avevano sostenuto il video. Attraverso una forte campagna sul web, quegli stessi sostenitori hanno procurato anche i fondi necessari per finire in maniera appropriata questo film indipendente. La campagna fatta da Indiegogo sembrava la scelta più appropriata per Hardcore.

Ilya ed io abbiamo discusso del fatto di fare o meno una campagna Indiegogo sin dall’inizio, considerando la presenza massiccia e il numero di visualizzazioni raggiunte da Bad Motherf*cker’s, ma Ilya era restio a rivolgersi ai fan prima di essere certo che il film sarebbe venuto bene. Una volta terminato il primo montaggio di Hardcore!, e dal momento che Ilya era felice della direzione che stava prendendo il film, abbiamo deciso di darci una mossa e di rivolgerci al nostro pubblico online, abbiamo contattato tutti i blogger che avevano scritto su Bad Motherf*cker e li abbiamo informati del film. Inoltre, Hardcore! si è evoluto mentre lo stavamo realizzando, divenendo più complicato in termini di effetti speciali, suono ecc., lasciandoci a corto di fondi per le musiche. Perciò abbiamo lanciato la nostra campagna che è stata molto remunerativa, su diversi livelli, non solo finanziariamente. Abbiamo ricevuto molta stampa mondiale, abbiamo allargato la base del pubblico, e siamo riusciti a trovare i fondi di cui avevamo bisogno. Secondo Indiegogo la nostra campagna è stata fino a quel momento quella più internazionale che avessero mai visto sulla loro piattaforma, con contributi provenienti da paesi come Corea del Sud, Danimarca, Svezia, Israele, Russia, racconta la Smith.

Haley Bennett
Haley Bennett

La città come personaggio della storia

Il film è stato girato a Mosca in location reali. Per Haley Bennett Mosca rappresenta uno dei punti forti del film, ed ha voluto godere appieno dell’opportunità di visitare la Russia.

Apprezzo molto questo aspetto della mia professione che mi permette di viaggiare in paesi lontani e di immergermi nella storia e nella cultura. C’è tanto da vedere in Russia. Tanti posti da visitare. Ero davvero lontana da casa. Essendo straniera, la truppe si è assicurata che mi sentissi a mio agio. Lo apprezzo molto, soprattutto perché c’era una significativa barriera linguistica. Sono stati tutti molto gentili e ospitali. La mia assistente, Lidia, mi ha portato a fare un giro fuori dalla città di Mosca, in campagna. Sua madre ci ha preparato un pasto tipico russo. E’ stata una delle esperienze più belle. Vedere come vive la sua famiglia e conoscere le loro tradizioni,racconta la Bennett.

Sebbene anche la Smith apprezzi il fascino di Mosca, come in ogni altra città, non è sempre facile girarci un film, soprattutto nel caso delle sequenze più estreme. Inoltre, c’erano degli elementi, al di fuori di qualsiasi controllo, da considerare – delle tradizioni locali che potenzialmente mettono a rischio le riprese, senza considerare il famigerato inverno russo, che ha fatto il suo odiato ingresso con largo anticipo.

Abbiamo avuto diverse sorprese imprevedibili che hanno causato il ritardo delle riprese. La principale è stata il meteo. Ha iniziato a nevicare a metà settembre. Per il gran finale avevamo pianificato di girare su un vero tetto di Mosca, ma a causa della neve è stato impossibile. Perciò, abbiamo dovuto mettere in atto il piano B: costruire un set in un teatro di posa e girare lì. Lo stesso è accaduto per la scena dell’inseguimento in bicicletta – abbiamo dovuto girarla a metà della fase di post produzione, quando è arrivata l’estate successiva. Sharlto aveva una disponibilità limitata e abbiamo preso al volo l’occasione di lavorare assieme a lui, ma questo ci ha imposto una specifica data d’inizio delle riprese che non avrebbe potuto essere spostata, ed il meteo non ci ha certo aiutato.

La natura internazionale della loro post-produzione ha rappresentato un’altra sfida a livello produttivo. Superarla si è rivelata un’impresa diplomatica.

Probabilmente la cosa più complicata è stata coordinare il fusso del lavoro tra gli Stati Uniti e la Russia, ricorda la Smith. Abbiamo girato in Russia e solo per alcuni giorni a Los Angeles e poi abbiamo fatto tutta la fase di post produzione a Los Angeles. La differenza di fuso orario era di 11 ore tra Mosca e Los Angeles. Perciò, abbiamo dovuto pianificare le chiamate tra le due location di post produzione, e alcuni hanno dovuto lavorare anche la notte. Far familiarizzare il nostro fornitore russo di CGI con le società americane di CGI e dover superare la barriera linguistica è stato piuttosto difficoltoso, ma alla fine tutto è andato per il meglio, ricorda la Smith.

Naishuller sottolinea che alcune scene sono state ideate dopo aver trovato le location e che, a volte, queste hanno ispirato le scene d’azione.

Alcune scene d’azione sono nate nella mia mente dopo aver trovato le location. Mi hanno ispirato il modo in cui riscrivere la scena. E’ stata parte della natura insolita e spontanea di questo film, credo. Non è stato certo un approccio tradizionale, ma per Hardcore! ha funzionato , riassume Naishuller.