La Pergamena Perduta è il primo capitolo della trilogia fantasy per ragazzi I viaggiatori del Tempo, scritta da M.P. Black e pubblicata da Dri Editore a partire dall’anno 2013. Gli altri due volumi che fanno parte della saga, La fonte dell’Eterna Giovinezza e Lo Scettro del Potere, sono stati pubblicati fra l’anno 2013 e l’anno 2014, sia in formato digitale che cartaceo.

La saga è stata scritta appositamente per un pubblico molto giovane, e proposta nelle scuole medie che hanno ospitato a volte la presentazione del romanzo con la partecipazione di M. P. Black, dal 2013 in poi. Pertanto, nessuna meraviglia se lo stile sembra essere diretto, semplice, e i protagonisti sono dei ragazzini di scuola media… e non frequentano l’Università o il Liceo!

Sara e Luca sono gemelli e frequentano la prima media. Le loro giornate scorrono tranquille nella cittadina di Conegliano, nei pressi di Treviso, fino al giorno di una gita al castello medioevale. Luca, guidato dalla voce di una ragazza, trova una vecchia pergamena che lo invita a non ritornare indietro nel tempo. Il ragazzo ne è sconvolto e comincia ad avere incubi strani e inquietanti. L’incontro con il bibliotecario Achille Strufaldi lo aiuterà a ricordare di aver effettivamente viaggiato nel tempo, proprio insieme al bibliotecario, grazie alla pietra filosofale. E il passato torna a reclamarlo per un nuovo viaggio, necessario a salvare Aurora, una strega guaritrice da lui conosciuta in passato che è prigioniera del Signorotto Vincenzo Trestan proprio nel castello di Conegliano. Sara lo accompagnerà in questa nuova avventura e, con l’aiuto dell’affascinante e coraggioso Glauco e del lupo mannaro Argento, il gruppo intraprenderà una missione pericolosa per liberare Aurora.

È possibile per il lettore immergersi completamente in un’atmosfera di mistero sin dal Prologo. La linea temporale non è affatto lineare ma alternata e, talvolta, passa da un tempo Presente a un Passato più “vicino” (per esempio nell’incontro fra Luca e il bibliotecario Achille, avvenuto un anno prima dalla scoperta della voce e dagli incubi) per poi giungere alla descrizione di un Passato molto distante dai nostri protagonisti messi in primo piano, ossia l’anno 1153, pieno Medioevo. La città in cui si svolge l’azione è Conegliano, vicino Treviso. Nella prima parte del romanzo viene presentato il personaggio di Frate Malachia, che accoglie nel monastero, un po’ riluttante, una ragazza molto giovane e impaurita che gli chiede di scrivere una lettera indirizzata a un certo Luca. La ragazza dai capelli rossi si scopre essere una Strega, una sorta di guaritrice vista male dal resto del suo villaggio ma che per qualche ragione sta scappando dal Signore di un Castello; lei deve comunicare con un ragazzo e l’unico mezzo a sua disposizione è proprio la Pergamena scritta dal Frate per lei.

La vicenda da qui in poi si sposta subito al nostro presente. Nella stessa città, ma molti anni dopo, vengono presentati i gemelli Luca e Sara, fratelli inseparabili e pestiferi, molto differenti sia nell’aspetto fisico che nel carattere. Sara ama studiare ed è molto minuta, tanto da dimostrare almeno un paio di anni in meno alla sua età effettiva; al contrario del fratello Luca, alto e con i capelli lunghi e “scuri come la notte” che pare essere scambiato per un ragazzino più grande. Questi si mette spesso nei guai a causa di Sara, poiché vorrebbe proteggerla dai bulli della scuola che la prendono in giro. Sara gli è riconoscente ma al tempo stesso si sente in colpa per averlo messo spesso in seri problemi con la Direttrice, problemi che influiranno sulla condotta a scuola. Durante una lezione Luca riesce a sentire una voce flebile ma chiara, dolce e femminile; ma nessuno dei compagni pare aver parlato e nessuno pare avere quella voce. Nei giorni a seguire le cose non miglioreranno affatto e il giovane Luca dovrà affrontare pesanti incubi notturni che lo porteranno di fronte a una ragazzina bellissima, con i capelli rossi, il cui nome pare essere quello di Aurora, la quale gli chiede nel sogno di “non tornare più indietro” altrimenti lei non potrebbe aiutarla. A interrompere il sogno vi è la figura di un uomo altissimo, munito di uno sguardo truce e una cotta di maglia d’argento, che spinge il ragazzo fino a farlo cadere. Una volta sveglio Luca comprende che l’incubo aveva un che di strano, dato che riesce a ricordarne il dolore dell’impatto e dato che pare essersi formata una cicatrice. Assieme a Sara e al migliore amico Andrea, i tre si mettono alla ricerca delle risposte, ignorando sin da subito la possibilità che il vecchio bibliotecario Achille possa c’entrare qualcosa con tutto ciò e con le voci. Proprio durante una gita scolastica, rischiando di essere scoperti dalla professoressa, i tre riescono a impadronirsi di una pergamena che riporta un messaggio in latino. Riescono a tradurre il tutto usando Google Traduttore, e la Pergamena pare essere proprio per Luca. Qui il lettore verrà a conoscenza della magia celata dietro il potere di Luca, il fatto di essere in grado di poter viaggiare nel Tempo e di essere uno dei pochi a farlo. 

Le voci narranti sono diverse e spesso anche sconnesse fra esse, nonostante dal Primo Capitolo in poi il racconto venga riportato in terza persona. Il Prologo riporta il messaggio in prima persona del vecchio bibliotecario, figura del Saggio e del personaggio che possiede quasi tutte le risposte per i nostri giovanissimi protagonisti e quasi alter-ego dell’autrice, che vuole guidare i lettori in quest’avventura. Le linee temporali della storia subiscono una sorta di impennata fino ad alternarsi vertiginosamente, pagina dopo pagina, senza mai smettere di raccontare tutti i fatti che avvolgono i personaggi in un fitto e antico mistero; si passerà dal Passato al Presente senza un vero e proprio schema, e solo a seconda della vicenda indicata. Alla scena di Luca che deve scoprire la Pergamena, ambientata nel presente, segue il sogno di Luca, intermezzo fra Passato e Presente; subito dopo viene descritto l’incontro fra il bibliotecario e Luca avvenuto un anno prima; poco dopo il prologo in prima persona, vi è l’incontro fra Frate Malachia e Aurora, nel 1153. Questa struttura rende la narrazione dinamica, mai stancante per i lettori, ma al tempo stesso un po’ fuorviante dal momento che non vi è effettivamente un personaggio e una linea temporale come punto di riferimento. 

Le situazioni vissute dai nostri protagonisti sono vicende che potrebbero essere vissute da chiunque, per tale ragione i personaggi non tardano a farsi amare dal lettore. Vengono descritti in maniera semplice, nella loro quotidianità, e perfino i genitori, seppur apprensivi, rispecchiano i tipici comportamenti tenuti dai genitori arrabbiati ma pur sempre dediti alla famiglia. I protagonisti non sono eroi, sono i ragazzini comuni dei giorni nostri; il sentirsi poco accettati dal resto del gruppo, l’essere troppo alti, troppo bassi, troppo educati, troppo dediti allo studio… vedere delle qualità come dei difetti, in poche parole, perché non in linea con il resto del gruppo è una cosa normale per chi, in questa età, non riesce a vedersi bene allo specchio. Luca, Sara e Andrea sono gli eroi di una storia ma, a differenza degli eroi dei libri di genere fantasy e dei cavalieri valorosi, sono dei ragazzi comuni e, come tali, solo inciampando e andando avanti nel loro percorso inizieranno a vedere i propri difetti come delle qualità in grado di rendere unica la loro personalità, senza ostacolare il loro buon cuore, la loro intelligenza e il loro coraggio.

L’atmosfera di mistero include anche quella della magia, elemento importantissimo che rende il romanzo una lettura piacevole per chi si sta avvicinando a questo genere letterario per la prima volta, che porta i nostri protagonisti a essere entusiasti per aver appreso che “la saga di Harry Potter, quindi, non era solo una fiaba per bambini”. Quando vi è la descrizione fisica e caratteriale del bibliotecario (che poi si svela non essere un semplice bibliotecario come vuol far credere), vi è un passaggio in cui sono elencati una serie di titoli di autori italiani, da Licia Troisi a Pierdomenico Baccalario, invece che i classici libri senza titolo; da qui l’accuratezza di M. P. Black di mostrare all’interno del proprio libro che anche gli scrittori italiani si dedicano con passione al fantasy, e di rendere di conseguenza ancora più realistica per quanto possibile l’ambientazione. I primi capitoli scorrono velocissimi e permettono immediatamente di decifrare il mistero della pergamena; il personaggio, l’antagonista, comparirà subito e dalla seconda parte del romanzo in poi i nostri protagonisti faranno anche la conoscenza di creature fuori dagli schemi come Argento, che in realtà è un eccentrico lupo mannaro.

Argento cominciò a ballare attorno ai due ragazzi e Sara scoppiò a ridere. Quel tipo era davvero buffo e provava per lui una spiccata simpatia. “Lo avevo capito” sussurrò Glauco tra un respiro e l’altro. “Sei tu il ragazzo di cui mi ha parlato Achille. Quello che viene dal futuro".

[Pag. 97]  

Il romanzo racconta con semplicità e freschezza dei primi amori, delle prime amicizie e incertezze in un mondo pieno di insidie (e creature magiche e straordinarie) e che, nonostante tutto, sembra contenere ancora qualche speranza per il futuro. E lo fa attraverso la magia, una storia articolata e originale. 

Lo stile di scrittura è decisamente semplice, dal momento che il pubblico di lettori di riferimento è molto giovane e alle prime armi con la lettura di libri fantasy; pertanto si tratta di una scelta personale e stilistica adeguata. In alcune parti l’autrice è solita enfatizzare meglio la situazione attraverso il tono del personaggio indicato e con l’uso di intere frasi le cui lettere sono riportate in maiuscolo, per esempio quando i personaggi gridano per il terrore o la rabbia; come nel caso di Giuliana Marcon, la mamma di Luca, che rimprovera il figlio.

Consiglio la lettura di questo libro a chi è alle prime armi con il genere fantasy, a chi magari vorrebbe leggere qualcosa di carino ai propri figli e ai propri nipoti e far conoscere le avventure di Luca e di sua sorella Sara. Lo consiglio a chi vorrebbe sognare a occhi aperti, lasciandosi trasportare da una storia bizzarra e un po’ fuori dagli schemi che, nonostante qualche piccolo errore di distrazione, riesce a essere più che piacevole e a farti sorridere.