Il giovanissimo Malcom Polstead non vive in un mondo facile. Non è facile mantenere un basso profilo, limitarsi ad andare a scuola, aiutare nella locanda di famiglia e passare inosservato se la propria natura curiosa porta a farsi delle domande. Non in un mondo in cui una teocrazia autoritaria utilizza persino i bambini come delatori.

Ma il mondo di Malcom è anche quello in cui magia e scienza sono indissolubilmente legate, in cui a ciascun umano corrisponde un daimon, un compagno animale che è guida, supporto nelle difficoltà.

Il mondo ordinario di Malcom verrà stravolto da diversi eventi. L'arrivo di una bambina al vicino convento. Una neonata di nome Lyra, affidata alle cure delle suore. Di lì a poco sarà coinvolto non solo nella caccia che diverse persone e diverse fazioni faranno a una bambina che sembra come tutte le altre ma non lo è, ma anche in eventi cataclimasmatici di natura misteriosa. Eventi che lo costringeranno a una fuga per la sua vita, della piccola Lyra e della giovane Alice, compagna di viaggio di Malcom e Lyra in una Inghilterra che da luogo familiare diventa ostile e pericoloso.

Il libro della polvere – La belle sauvage è il primo libro di una trilogia che vede il ritorno di Philip Pullmann al mondo creato per Queste Oscure Materie. Il mondo è lo stesso, con tutte le caratteristiche note agli appassionati, ma è ripresentato quel tanto che basta per essere fruito da nuovi lettori. Un romanzo che si colloca come antecedente a La bussola d'oro e che riesce a non anticipare nulla a chi cominciasse da qui. Di certo chi ha già familiarità con questo mondo coglierà tutti i riferimenti, ma l'abilità di Pullman è quella di tenere a mente che il volume potrebbe arrivare a nuovi lettori.

La storia è nettamente divisa in due parti. Nella prima tutti i pezzi vengono schierati: il mondo, i personaggi e le loro motivazioni di partenza e intenzioni.

Un avanzamento graduale verso il punto critico, con parecchi momenti di consolidamento e di riepilogo, per consentire al lettore di digerire bene la complessità del mondo narrativo. Poi le tensioni narrative accumulate si scaricano nell'alluvione che trasforma la seconda parte in una odissea, un viaggio del protagonista verso il suo destino nel complesso mosaico dell'autore.

Il romanzo ha una fine ben netta, pur tuttavia sono anche evidenti i lanci ad ampio respiro verso prosecuzioni della storia, con sviluppi che, lo ha già annunciato Pullman, saranno paralleli o secanti a Queste Oscure Materie, fino a eventi successivi.

Il fantasy di Pullman non è consolante. Non è un viaggio eroico alla fine del quale la ricompensa è certa. Il suo mondo, pur se visto dagli occhi dei ragazzi, è pericoloso e cupo, e la consolazione non è dietro l'angolo.

Gli esseri umani rischiano continuamente di essere schiacciati dall'intreccio di magia, scienza e teologia e non sono liberi. Ma conquistano la propria libertà correndo dei rischi, prendendo decisioni che li smuovono dal guardare dall'altra parte, ponendo domande, esercitando il dubbio.

Pullman non ha risposte, ma stimola a porsi sempre domande, a non accettare un destino o una verità precostituita, sia pure da un potere che sembra avere i crismi della legittimità.

È un fantasy che parla di ragazzi contrapposti ad adulti, ma quello di Pullman è uno dei più adulti e ragionati che possiate trovare in circolazione in questo momento. Da leggere.