Premessa

La Lunga Notte, finora ritenuta al più una leggenda dalla popolazione del continente di Westeros, incombe ormai sul Nord e sulla sua principale roccaforte, Grande Inverno, dove le forze congiunte degli Stark, dei Targaryen, degli Arryn e dei Greyjoy, dei loro alfieri e mercenari, dei Guardiani della Notte e del Popolo Libero – tutti già logorati dalla lunga ed estenuante Guerra dei Cinque Re e non solo – tentano di opporre una strenua e disperata resistenza. Il costo della sconfitta è infatti la fine dei Sette Regni mentre un'immane orda di non-morti, ai silenziosi ordini degli Estranei e del loro leader, il terrificante Re della Notte, marcia inesorabile per cancellare l'esistenza di ogni essere vivente.

L'anno è il 305 dopo la conquista di Westeros da parte della dinastia Targaryen. Nell'oscurità e nel gelo che ammantano la pianura sotto gli spalti della fortezza degli Stark ha inizio la battaglia di Grande Inverno, che qui chiameremo "del Ghiaccio e del Fuoco" per evitare di confonderla con lo scontro avvenuto nello stesso luogo circa due anni prima e conosciuto anche come "battaglia dei Bastardi"[1]. Il suo esito deciderà la Grande Guerra tra i vivi e i morti.

Questa, in estrema sintesi, la premessa de La Lunga Notte, terzo episodio dell'ottava e conclusiva stagione de Il Trono di Spade, serie prodotta da HBO e basata dagli sceneggiatori David Benioff e D. B. Weiss sulla saga letteraria, ancora in corso d'opera, de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin.

Lo scopo di questo approfondimento non sarà quello di mettere a confronto la tattica messa in atto nella battaglia del Ghiaccio e del Fuoco con quelle di scontri armati realmente avvenuti: la storia militare trova i suoi limiti dal momento in cui ha a che fare con draghi e poteri negromantici. L'analisi critica sarà dunque esclusivamente basata sulla coerenza diegetica e sui princìpi fondamentali della strategia militare. Sia i volumi della saga letteraria che il loro adattamento televisivo hanno infatti conseguito consenso della critica e successo di pubblico anche e soprattutto per la credibilità dei personaggi e delle loro scelte[2], al netto degli elementi fantastici che permeano il mondo in cui quelli vivono. Era quindi logico aspettarsi che, al momento di pianificare una disperata battaglia contro una forza inarrestabile e soverchiante, i membri del Consiglio di Guerra di Grande Inverno, tra cui esperti combattenti di rango nobiliare (dunque ragionevolmente educati, fin da giovani, all'arte bellica), prendessero decisioni tese a ottenere il meglio dalle risorse militari a loro disposizione. Come si cercherà di spiegare, queste aspettative sono state disattese così come non esenti da errori si sono rivelate alcune delle mosse attuate dagli antagonisti.

Il Trono di Spade - St. 8, Ep. 2 - Il Consiglio di Guerra dell'Alleanza dei Vivi
Il Trono di Spade - St. 8, Ep. 2 - Il Consiglio di Guerra dell'Alleanza dei Vivi
Le forze e gli obiettivi in campo

Non essendo ancora stati pubblicati nè il sesto (The Winds of Winter) nè il settimo volume (A Dream of Spring) della serie letteraria, che potrebbero almeno ipoteticamente contenere dati precisi sugli effettivi dei due eserciti al momento dell'inizio della battaglia (i dubbi sono legittimi, considerando l'ennesima conferma, da parte dell'autore, che il finale della sua opera possa differire anche di molto da quello della serie televisiva[3] dunque che la battaglia vi sia addirittura omessa), nel tentare di ricostruire le cifre in questione non rimane che basarsi sui romanzi e sugli episodi della serie già disponibili e, per una più facile e rapida consultazione, sui siti online che a entrambi sono dedicati.

Per quanto riguarda le forze congiunte che d'ora in avanti chiameremo Alleanza dei Viventi, Game of Thrones Wiki[4] calcola 100.000 cavalieri Dothraki [5] (numero che, come vedremo, sembra di molto eccessivo ma che viene confermato da un dialogo in un precedente episodio[6]), 8.000 Immacolati[7] e 2.000 armati giunti dalla Valle di Arryn[8]. Per cercare di colmare la lacuna relativa all'entità delle truppe degli Stark e dei loro alfieri (fanti, tra i quali vanno presumibilmente compresi anche superstiti dei Guardiani della Notte e del Popolo Libero), può tornare utile un elenco delle forze militari a disposizione delle rispettive fazioni che un utente di Reddit ha compilato, aggiornandolo di stagione in stagione[9],  e in cui è riportata la somma di 10.000 unità per gli Uomini del Nord. Questa fonte crea, però, un dubbio non da poco perché al contempo determina la medesima cifra in relazione al numero dei combattenti della Valle di Arryn, di fatto quintuplicandone la consistenza riportata da Game of Thrones Wiki. In conclusione, siamo a un totale variabile tra i circa 120.000 e 128.000 effettivi[10], in cui spicca un'enorme sproporzione, di quattro o più di cinque a uno, tra cavalleria e fanteria a vantaggio della prima e a cui si aggiungono delle vere e proprie armi viventi in grado di capovolgere da sole le sorti di qualsiasi scontro armato nel mondo secondario creato da Martin: i due draghi Drogon e Rhaegal, rispettivamente cavalcature di Daenerys Targaryen (Emilia Clarke) e Jon Snow (Kit Harington).