Gli unicorni sono maestose creature fatate, simboli di vita eterna e regalità, giusto? Sbagliato. Sono una disgustosa razza infestante che consuma la flora locale e si moltiplica senza controllo. Le loro continue flatulenze ammorbano l’aria fino ad alterare gli equilibri stessi della natura, i cicli meteorologici sono stati stravolti e dal cielo grandinano zuccheri e dolciumi appiccicosi. Quando gli unicorni sono in giro, la vita si fa invivibile e soluzioni draconiane si rendono necessarie.

Buttercup – Setting e obiettivi

Gas tossici e inquinamento rampante, questa è l’orribile situazione che affligge il lontano Reame. Per risolvere una tale emergenza, la Principessa ha indetto una grande caccia a cui sono invitati tutti i sudditi. Quattro giorni di mattanza, una vera e propria “purga” equina in cui a gioire sono perlopiù i perfidi Gnomi che gestiscono il mercato nero della carne di unicorni.

Pensato per 3-6 giocatori, l’obiettivo di Kill the Unicorns è quello di contendersi con ogni mezzo la fiabesca selvaggina, così da conquistare (e poi macellare) gli esemplari più pregiati e remunerativi. Chi a fine del gioco vanta la scuderia di maggiore interesse economico, vince.

Butt Stallion – Le regole

Dopo che tutti hanno scelto un ruolo da interpretare nel Regno (optando tra Principessa, Cavaliere, Cacciatrice, Mago, Sciamana e Bardo), la grande caccia ha inizio. I quattro giorni di missione sono rappresentati da altrettanti turni di gioco e, in ognuno di questi, è possibile catturare fino a quattro unicorni. Tutti i giocatori hanno a disposizione otto carte azione, caratterizzate da un valore numerico che oscilla da 0 a 4, e otto carte trappola. Le carte azione rappresentano lo sforzo investito nel cercare di conquistare le immonde creature e costituiscono la risorsa più importante dell’intero titolo, le carte trappola infliggono invece misteriosi bonus/malus che si attivano solamente a cattura riuscita e che stimolano nei giocatori una naturale diffidenza reciproca.

Il personaggio che inizia la caccia stabilisce il numero di carte azione da investire nell’assalto all’unicorno, chi viene dopo di lui può decidere se “vedere” la sua puntata o se saltare il turno. Quando tutti hanno messo in gioco la propria mano, si rivelano i punteggi: il giocatore con il valore azione più alto si porta a casa la preda (più relative trappole) e guadagna il diritto di guidare il successivo assalto. Fatta mambassa dei quattro unicorni giornalieri, i reduci cacciatori potranno impegnare le loro ultime forze per visitare il mercato nero degli infidi gnomi, quindi ottenere bonus aggiuntivi. Dopare le prede, falsificarne il colore, installare corni fasulli o trafficare paté multicolor di ovvia origine: nessuna amenità è aliena agli gnomi. Sopravvissuti alla notte, quattro nuovi unicorni scendono in campo, i personaggi rinnovano la loro mano di carte azione e il turno inizia da principio.

Charlie – Design

Compatto, colorato e dalle grafiche accattivanti, Kill the Unicorns è nato dalle menti francesi di Cyril Besnard, Loïc Chorvot e Alain Fondrille, mentre il design è stato affidato alle capaci mani di Levi Prewitt. La trama suggerita dal manuale, le illustrazioni disagiate degli unicorni, persino il codice a barre che identifica il prodotto: ogni singolo dettaglio strilla carisma, passione e anche una dose inquietante di sincero amore. Il packaging è di dimensioni contenute ed è estremamente vivace, ottimizzato per il perfetto stoccaggio di tutte le componenti e, anzi, riserva un ampio margine di spazio per aggiungere eventuali espansioni e riorganizzare le carte, così che ogni partita possa iniziare in tempi fulminei. In tal senso, il tempo di gioco ufficialmente stimato si aggira sui quaranta minuti, ma una volta padroneggiati i rudimenti non è insolito che le partite si risolvano in poco più di venti minuti. Senza contare le rivincite, ovviamente. 

Swift Wind – Conclusioni

Trovandosi in mano Kill the Unicorns non è possibile esimersi dal vagliarne le similitudini con il celebre Unstable Unicorns. Ambo sono rapidi giochi di carte caratterizzati da una sferzante ironia nei confronti degli equini fatati, ma i punti in comune si fermano alla sola premessa generale. Rispetto a Unstable Unicorns, Kill the Unicorns richiede di porre attenzione a più elementi di gioco, di comprendere più regole, ma una volta superato l’iniziale periodo di assestamento il titolo si dimostra appagante e sorprendentemente strategico.

In molti sensi Kill the Unicorns ricorda una versione fanciullesca del poker, con i giocatori che investono in un “buio”, bluffano e scommettono risorse. Grazie alla sua immediatezza, è però accessibile a tutti, inoltre trappole e abilità specifiche dei personaggi offrono quella profondità aggiuntiva che saprà accattivarsi l’utenza più esigente. Non è un gioco “serio”, finemente equilibrato perché possa offrire approcci strategici di alto livello, è un party game rapido e folle in cui ci si pugnala alle spalle tra amici e in cui si vuole perennemente vendicarsi con una nuova partita. Semplice, agile e frenetico, giusto per una serata di svago.