La morte del personaggio forse più amato della serie ha dato l’avvio a innumerevoli congetture: Sirius sarà morto sul serio? Il “velo” attraverso cui è sparito è forse una specie di porta?

Si può morire sul serio solo attraversando un innocuo pezzo di stoffa? E se così fosse, cosa sarà quel velo che pende dall’arco in mezzo al tenebroso anfiteatro al Ministero della Magia?

Proviamo a rispondere, anche se in parte, a qualcuno dei quesiti.

Sirius viene purtroppo ucciso nell’ultimo volume della serie, Harry Potter e l’ordine della fenice, quando i ragazzi, capeggiati da Harry, si ritrovano bloccati all’interno dell’Ufficio dei Misteri in completa balia dei Mangiamorte al soldo di Lord Voldemort.

Come in un western canonico arriva sempre la Cavalleria, così nel momento cruciale i membri dell’Ordine accorrono in soccorso dei nostri eroi in difficoltà.

Sirius, nel tentativo di proteggere Harry e dargli il tempo di fuggire, ingaggia un duello a colpi di bacchetta magica con Bellatrix Lestrange, forse il Mangiamorte più fedele a Lord Voldemort. Al termine del duello Sirius, colpito da un getto di luce in mezzo al petto, cade privo di sensi, oltre il velo stracciato che penzola dall’antico arco al centro della stanza, e svanisce senza lasciare traccia.

Che cosa sono e cosa rappresentano l’arco e il velo? E soprattutto: cosa ci stanno a fare in una stanza che ha tutto l’aspetto di un’aula di tribunale?

J.K. Rowling li descrive così: “L’arco era chiuso da una logora tenda nera, una specie di velo che, nonostante l’assoluta immobilità dell’aria fredda tutt’intorno, fluttuava come se qualcuno l’avesse appena toccato… dall’altra parte del velo provenivano sussurri fiochi, mormorii sommessi”.

E se il velo non fosse un oggetto inanimato? Nel breve compendio Gli animali fantastici: dove trovarli, a un certo punto ci si imbatte nella descrizione di uno strano e letale essere vivente che assomiglia in maniera inquietante a un pezzo di stoffa a brandelli: il Lethifold, noto anche come Velo Vivente. Rara e, per fortuna, poco diffusa creatura che predilige i climi tropicali.

L’autore dell’utile libretto, Newt Scamandro, ne dà la seguente descrizione: “Assomiglia a un mantello nero dello spessore di circa un centimetro (più spesso se di recente ha ucciso e digerito una vittima) che si muove scivolando sul terreno di notte. […] L’unico incantesimo in grado di contrastarlo è l’Incantum Patronus. […] Una volta che ha soffocato la preda, il Lethifold la digerisce seduta stante, poi abbandona il luogo senza lasciare alcuna traccia di sé o della vittima”.

A questo punto viene spontaneo chiedersi se il “velo” che penzola dall’arco non sia proprio un Lethifold, costretto da un incantesimo a starsene appeso invece di strisciare e che si trovi in una sala tanto simile a un’aula di tribunale - che al momento in cui si svolgono i fatti appare, per fortuna, chiaramente inutilizzata da tempo - per servire a un macabro scopo: provvedere all’esecuzione di chi veniva condannato a morte in un epoca anteriore ai fatti.

Se l’ipotesi qui esposta fosse corretta bisognerebbe ammettere, con estremo rammarico, che Sirius Black, sicuramente uno dei personaggi meglio tratteggiati dalla Rowling, sia uscito definitivamente di scena; ma l’autrice ci ha spesso stupiti con colpi di scena impensabili e ci piace pensare che il velo non sia una disgustosa creatura carnivora ma un “passaggio” verso un altro mondo (o una diversa dimensione) attraverso il quale Sirius potrebbe un giorno ricomparire.