Attraversare il cancello di Villa Beretta Magnaghi a Marcallo fino a luglio vi trasporterà istantaneamente a Hill Valley. La domanda non è dove diavolo sia questo paesino dell’Ovest Milanese, ma quando diavolo sia. Perché proprio lì è possibile osservare in prima persona cimeli originali utilizzati sui set della trilogia di Ritorno al Futuro, che quest’anno celebra il quarantesimo anniversario, alla mostra Back in Time – The exhibition.

Back in Time - The exhibition
Back in Time - The exhibition

Nella piacevole cornice della villa si possono vedere in prima persona oggetti iconici come il giubbotto futuristico di Marty, la maschera indossata dall’attore che ha sostituito George McFly nel secondo film e che ha causato una disputa con l’attore originale, gli hoverboard dei bulli, gli schemi per progettare il palazzo nella piazza dell’orologio, lo storyboard completo del finale alternativo del primo film e moltissimo altro.

Back in Time - The Exhibition. (Foto: Andrea Raffin)
Back in Time - The Exhibition. (Foto: Andrea Raffin)

Disseminati tra le sale, numerosi monitor mostrano sia gli spezzoni dei film dove si possono vedere gli oggetti esposti e documentari dietro le quinte che ci aiutano a capire meglio l'imponente lavoro (e spesso il gran divertimento) che sta dietro la realizzazione di un film.

Back in Time - The exhibition. (Foto: Andrea Raffin)
Back in Time - The exhibition. (Foto: Andrea Raffin)

Tra le occasioni interattive, dove potrete ricreare con creatività le scene del film vi è una riproduzione del bar dove Marty ordina una Fanta e una Pepsi senza, confondendo il povero barista del 1955 , nonché la possibilità di salire a bordo della mitica DeLorean e dell’hoverboard, osservando da vicino gli affascinanti dettagli che hanno reso ancora più fantascientifica questa iconica vettura.

Un tour lungo la mostra

L’intervista a Kevin Pike

Per scoprire meglio cosa ci sia dietro la realizzazione pratica di Ritorno al Futuro e tanti altri film iconici abbiamo intervistato Kevin Pike, il supervisore degli effetti spieciali.

La nostra intervista a Kevin Pike alla mostra Back in Time - The exhibition.
La nostra intervista a Kevin Pike alla mostra Back in Time - The exhibition.
Qual è stata la cosa più stimolante che ha  portato sullo schermo?

La più eccitante è stata quella de Lo Squalo, quando emerge dall'acqua per divorare una persona. Ma anche realizzare gli effetti del ghiaccio e del fuoco sulla DeLorean quando parte e torna dal viaggio nel tempo è stata una bella sfida.

E la più difficile?

Qui si è fermato a lungo a riflettere con gli occhi chiusi, ma alla fine ha trovato la risposta, ndr.

La più complicata è stata lavorare con David Fincher (sul set di Fight Club, ndr) perché era molto metodico e preciso. Voleva che ogni cosa fosse perfetta. Voleva che ogni cosa venisse realizzata esattamente come la pensava. Ma siccome loro sapevano cosa volesse il regista riuscivano sempre ad andargli incontro.

La seconda è Lo Squalo, perché è stato molto difficile lavorare in mare aperto.

Kevin Pike e il protagonista assoluto de Lo Squalo.
Kevin Pike e il protagonista assoluto de Lo Squalo.
Rendere fantascientifica una DeLorean: quali direttive sono arrivate da Zemeckis e quanto ci avete messo della vostra creatività?

Abbiamo lavorato su tre DeLorean con un team di venti persone. Non avevamo alcun progetto, solo alcuni schizzi. Così l'abbiamo affidata a persone molto competenti tra carpentieri, elettricisti e meccanici per darle la forma finale. Ci hanno lavorato per dieci settimane. La maggior parte delle idee e le decisioni per l'aspetto sono uscite da questo straordinario gruppo di lavoro.

Kevin Pike al lavoro sulla DeLorean.
Kevin Pike al lavoro sulla DeLorean.
Come stare al passo con l'evoluzione tecnologica? Questa AI sembra evolversi alla velocità della luce ma non era lo stesso anche all'alba dei computer?

Inizialmente costruivamo tutto da zero. C'erano gli effetti visivi, ma la maggior parte era fatto per mezzo dei blue screen e un processo fotografico. Poi si è passati alla manipolazione post-video, dopo aver filmato. Lo step successivo è stato quello di registrare direttamente in digitale e lavorare subito col computer. Ciò che succede adesso è che l'intelligenza artificiale si è presentato un nuovo passo nell'evoluzione, ma si sposa ancora con la creatività reale. Non c'è ancora stato il distacco dalle tecniche precedenti, è ancora un matrimonio tra presente e passato.

Un viaggio emozionante

Ci vuole un attimo a tornare bambini.
Ci vuole un attimo a tornare bambini.

Per chi vi scrive Ritorno al Futuro non è solo un film. È IL film che può non solo divertire ancora da matti come quarant'anni fa, ma è anche un'ottima scuola per capire come scrivere una storia avvincente e semplice da comprendere per tutti, disseminata di dettagli che tornano alla perfezione e che possono essere colti anche dopo diverse visioni (buttate un'occhiata al nome del centro commerciale dove Doc e Marty fanno l'esperimento con la DeLorean all'inizio e col senno di poi alla fine del film).

Passeggiare tra le sale, osservare da vicino oggetti che sono stati sul set, scoprire la storia della loro realizzazione e, soprattutto, scattare una foto a bordo di una delle macchine del tempo più celebri mai ideate (meno male che hanno scelto la DeLorean anziché qualcos'altro) è un'emozione davvero unica per chi è cresciuto sforzandosi di pensare quadrimensionalmente.

Back in Time – The exhibition

Back in Time – The exhibition

Articolo di Maurizio Carnago Martedì, 29 aprile 2025

Pronti a tornare nel 1955? E nel 2015? E nel 1885? Allora dal 3 maggio al 27 luglio a Marcallo con Casone (MI) vi aspetta l'esposizione di cimeli originali di Ritorno al Futuro per il 40° anniversario del film cult.

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