La nostalgia è sopravvalutata.
Di So cosa hai fatto, sequel che sconfina nel remake dell'omonimo film horror slasher del 1997, si fa prima a dire cosa funziona: la frase riportata all'inizio, pronunciata da Jennifer Love Hewitt, che torna nei panni di Julie James. Una frase che sintetizza quanto sia aleatorio il terreno in cui si incammina questa nuova versione, diretta da Jennifer Kaytin Robinson, co-sceneggiatrice con Sam Lansky.
Come in un Sapore di Mare irrorato di sangue, il motto è stessa spiaggia, stesso mare
, ovvero la Southport che fu teatro di una vera e propria mattanza vendicativa all'epoca.

Ora come allora, un gruppo di giovani, tre ragazze e due ragazzi, provoca la morte di un tizio che passava per caso – questa volta alla guida di un'automobile, tanto per variare – mentre loro, ubriachi e strafatti, gozzogovigliavano all'oscurità sul ciglio della strada. Omettendo di soccorre lo sconosciuto, i cinque (quattro figli di papà e una ex alto borghese decaduta), si promettono di tenere il segreto.
Un anno dopo però una delle principessine alla sua festa di addio al nubilato riceve un biglietto inequivocabile "So cosa hai fatto la scorsa estate". È solo il prologo di una nuova mattanza a opera di killer vestito come un pescatore, che comprenderà fidanzati, amanti occasionali, parentame vario, per poi vessare direttamente i cinque ragazzi.

Il killer agisce come un copycat dell'originale pescatore, questo porta a coinvolgere nella vicenda i due sopravvissuti del primo film, la già citata Jennifer Love Hewitt, una Julie James riottosa a tornare nel luogo del peggiore trauma della sua vita, e Freddie Prinze Jr., il cui personaggio, Ray Bronson, è invece rimasto a Southport.
Se non ho citato i nomi dei cinque malcapitati di turno, è perché oggettivamente sono personaggi senza spessore, delle figure di cartone stereotipate. Li passo i rassegna per completezza. C'è Ava, la bella e intelligente (Chase Sui Wonders) e l'ex fidanzato Milo (Jonah Hauer-King), la reginetta del ballo Danica (Madelyn Cline) con il promesso sposo Teddy (Tyriq Withers), e Stevie (Sarah Pidgeon) l'outsider, che faceva parte del gruppo dei vincenti a scuola, ma ora è caduta in disgrazia. Difficile empatizzare con una simile accozzaglia.

Di stereotipo in stereotipo, tra paesani ottusi, poliziotti corrotti, imprenditori immobiliari che nascondono anche l'evidenza, predicatori a capo di sette molto equivoche, il film procede per quasi due ore riempiendo i vuoti di sceneggiatura con rivoli di sangue, ma senza emozioni vere. Tutto sembra buttato lì, vedendo l'effetto che fa, sprecando in modo insulso e fin troppo anticipato l'unico vero capovolgimento nella trama, che non sorprende nessuno.
Si arriva quindi a un atto finale in cui tutto diventa confusione e senza senso, fino, Marvel docet, a una scena post crediti che vorrebbe promettere, o minacciare, decidete voi, ulteriori sviluppi del franchise.
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