“Ho un terribile presentimento... Sento come un’ombra nel cuore... Qualcosa di spaventoso sta per accadere...” Il Principe di Persia si sdoppia, lasciando emergere dalle Sabbie del Tempo un recondito lato oscuro, insieme alla certezza che il destino di Babilonia sia nelle sue mani.

Il prologo del videogame Prince of Persia - I due troni, raccontato nelle strisce a fumetti disegnate da Giancarlo Olivares e sceneggiate da Antonio Serra, si ferma lì, alle soglie dello scatenarsi di quel dualismo tra bene e male, coraggio e crudeltà, che caratterizza il terzo e ultimo capitolo della nuova trilogia UbiSoft nata sulle orme dell’originale per Apple II, firmato Jordan Mechner e datato 1989.

Il viaggio a fumetti si è chiuso on-line l’altro giorno (link a fondo pagina), per continuare nel videogioco, sullo schermo del computer o delle console (PlayStation 2, Xbox, GameCube). L’introduzione del gemello cattivo ha scatenato intanto anche la fantasia di Leo Ortolani e altri noti fumettisti italiani, che hanno omaggiato il Principe con un originale tributo su carta.

L’iniziativa, presentata in anteprima a Lucca Comics a fine ottobre, è articolata in una galleria di immagini, scaricabili direttamente dal sito ufficiale del gioco.

Rat-man
Rat-man
Leo Ortolani, il papà di Rat-Man, ha immaginato il suo eroe metà vispo topino con il pugnale alzato, metà ratto bruciacchiato tatuato col fuoco e minacciato da artigli grifagni, ennesima rivisitazione in chiave comico-demenziale di celebri saghe.

Ortolani si è infatti già divertito a guardare con gli occhi di Rat-Man il Signore degli Anelli, Star Trek e Star Wars così come l’Uomo Ragno e i Fantastici Quattro. Giancarlo Olivares, tra i disegnatori e i copertinisti di Lazarus Ledd, Hammer, Nathan Never e Jonathan Steele, ha rappresentato il lato bello, buono e atletico del principe in primo piano, mentre sullo sfondo si staglia il suo alter ego corrotto, dai contorni foschi e fiammeggianti.

L'opera di Roberto De Angelis
L'opera di Roberto De Angelis
Roberto De Angelis, cui si devono alcuni dei capitoli basilari della serie Nathan Never, ha preferito esprimersi in bianco e nero, assommando nello stesso personaggio la metà positiva e la metà negativa, equamente suddivise, senza che l’una prevalga sull’altra, anche se la catena, arma della personificazione oscura, avvolge l’intera figura come un sinistro presagio.

Il Dark Prince di Luca Enoch
Il Dark Prince di Luca Enoch
Luca Enoch, autore di alcuni numeri di Legs Weaver e creatore della serie Gea, si è concentrato su Dark Prince, reso quasi fosse uno spirito delle tenebre, con tanto di truculento trofeo: la testa mozzata di un nemico grondante sangue. Daniele Orizio, illustratore ufficiale delle collane SuperBrividi e DarkMagic per Mondadori, offre un’interpretazione orientaleggiante e ambigua del personaggio. Giorgio Santucci, fumettista e videomaker, in una classica tavola in bianco e nero cerca di evidenziare la capacità di volteggiare del protagonista, il cui volto è fissato in una cupa e gelida smorfia. Per il completamento della serie on-line mancano ancora i disegni di Marco Soresina e Vanna Vinci.

La tavola di Giorgio Santucci
La tavola di Giorgio Santucci
Ma l’omaggio dei fumettisti al principe di Persia non è l’unica novità dell’innovativa campagna promozionale ideata da Ubisoft per le battute finali della sua trilogia di best seller, ambientata tra gli arabeschi di un paese da mille e una notte. Frank Lo Rutto è il protagonista di una serie di spot assolutamente demenziali e tutti da ridere che fanno il verso all’ormai consueto diario degli sviluppatori, attraverso cui gli autori di videogame spiegano al pubblico gli aspetti salienti delle loro produzioni.

Per quanto riguarda il gioco in sé, nel complesso Prince of Persia - I due troni abbandona il carattere violentemente rockettaro e adolescenzial goticheggiante del precedente episodio, intitolato Lo spirito guerriero, per richiamare a tratti le atmosfere liriche delle Sabbie del tempo, il primo capitolo della saga frutto della collaborazione tra UbiSoft e lo stesso Mechner.

Resta comunque evidente l’aria del blockbuster tagliato “maturo”, con sangue a fiotti e amenità varie da affrontare col pugnale stretto tra i denti. Le dinamiche di gioco seguono i sentieri prestabiliti verso cui si è incanalata la serie. Gli scenari si completano individuando, tra colonne e sporgenze, i passaggi di una regia fatta di funambolismi a senso unico. A cadenzare l’esplorazione degli ambienti, un buon numero di combattimenti contro gruppi di creature ed enormi boss di fine livello, che ora possono essere interpretati con un’assai più letale chiave furtiva: il Principe strizza così l’occhio a Snake. Pardon, a Sam Fisher.