A maggio finalmente si salpa per una nuova avventura: il fantasy Delos Books targato Odissea. L’esordio è per lo stupendo romanzo Il dominio della Regola di Milena Debenedetti.

La trama:

Una creatura informe si trascina fuori dalla Piana dell'Inesistenza: non ha nome né volto, come tutte le presenze inumane che abitano quella cupa pianura. Eppure, unica fra tutte, cerca di sfuggire al suo destino, mostrando un barlume di coscienza. Tutti ne hanno  orrore e vorrebbero ucciderla; solo Arenio, il vecchio studioso di corte, intuisce che in essa c'è qualcosa di misterioso e decide di prendersela con sé per studiarla.

Ma questo non piace alla Regola, l'ordine religioso che un tempo sconfisse la magia relegandola  nelle terre dell'Ovest, e che dal quel momento ha esteso il suo potere sui Regni di Alterria, perseguitando gli eretici e sacrificando coloro che ritiene pericolosi perché dotati del dono della Visione. E la creatura, Alimar, rivelatasi una Vedente, sarà costretta a fuggire.

Nella sua ricerca della verità si troverà ad affrontare forze sempre più potenti, oscure e minacciose, di cui mai si era visto l'uguale in Alterria; poteri che si sono scatenati per alterare i vecchi equilibri. Tuttavia, ogni lotta ha un prezzo, e le drammatiche conseguenze della battaglia che si scatenerà, cambieranno per sempre gli equilibri dei Regni. 

L'autrice:

Milena Debenedetti è nata nel ’57 ad Albisola, vicino a Savona, città dove vive.

Milena Debenedetti
Milena Debenedetti
E’ laureata in chimica, ha lavorato per quasi vent’anni come ricercatrice in una industria fotografica, mentre ora si occupa di redazione testi, oltre che di varie altre attività, più o meno collegate a Internet, di cui è una veterana, nonché delle sue grandi passioni: scrivere e coltivare l’orto. E’ sposata e ha una figlia adolescente.

Da sempre appassionata, oltre che di fumetti, musica rock, cinema,  di fantascienza e  fantastico, è arrivata spesso in finale con i suoi racconti in vari premi letterari, come il Courmayeur, di cui ha vinto nel 1996 la sezione fantasy, il Cristalli Sognanti, vinto nel 2000, l’Alien, il Lovecraft, il Premio Italia, il Galassia città di Piacenza, vinto nel 2005.

Ha pubblicato, oltre che su diversi siti in rete, in antologie cartacee di autori vari, per la Keltia editrice, la Garden editoriale, per Delosbooks, su Alia di LibriNuovi, su Strane Storie della Pavesio, per Dario Flaccovio in una antologia al femminile.

Per quanto riguarda i romanzi, finora è andata vicino alla pubblicazione con alcune opere di fantascienza; una in particolare è arrivata due volte in finale al Premio Urania. Questo è il suo primo romanzo fantasy.

Con lei abbiamo scambiato quattro chiacchiere a proposito di questa nuova, emozionante avventura.

Milena, una scrittrice di fantascienza prestata al fantasy?

Ho sempre amato il fantasy, solo che non lo sapevo. Voglio dire, fra i miei autori di fantascienza preferiti di sempre, oltre al solito Asimov che è un classico, in testa a tutti metto Bradbury, Sturgeon, Herbert, Simak, Russell, che non sono proprio hard sf. E scrivevo già fantasy, o comunque science-fantasy, sempre senza saperlo.

Solo che una distorta forma di orgoglio o bastiancontrarismo che dir si voglia mi faceva ostinare a cercare di scrivere con temi, stili e generi che fossero riconosciuti più come maschili che femminili. Mi sono sempre complicata la vita, sempre.

Studiare non era quello che mi riusciva meglio, ma era ritenuto inadatto alle donne; lavorare nell'industria, perché l'insegnamento "è roba da donne" e così via. E così anche il fantasy è ritenuto "più da donne" della fantascienza...

Nel momento però in cui, bene o male, ho dimostrato di riuscire in queste mie velleità, mi sono, come dire, rilassata un po', e ho cominciato a pensare in termini più ampi. In realtà il motivo per cui ho conosciuto prima la fantascienza è stato la passione di mio padre, collezionista di Urania. Da qui  l'idea di scrivere  di fantascienza, maturata dai vent'anni in poi.

Tranquillo, non ho intenzione di raccontare la storia della mia vita, anche perché il discorso del primo racconto fantasy da me scritto vincitore al Courmayeur, del romanzo che doveva uscire in una collana fantasy, ecc ecc… li ho già ripetuti tante di quelle volte che penso siano stufi anche i muri (almeno, i muri che hanno occasione di frequentarmi…)

Comunque, appartiene a quel periodo anche l'idea di scrivere un romanzo che fosse proprio fantasy. E così ho cominciato, interrompendo la stesura quando avevo altre priorità o crisi creative tremende.

Ovviamente mi sono aggiornata con molte letture, grazie anche ai consigli e all'aiuto di colleghi miei amici (appassionati, appunto, di fs e fy): tutto Tolkien, compreso il Silmarillion, Morgaine della Cherry, l'esalogia di Covenant, Conan di Howard, fumetti compresi (semplicemente meraviglioso!!!), la spada spezzata, Forgotten realms di Salvatore (adoro l'elfo scuro Drizzt!!), solo per dire i primi che mi vengono in mente. 

Cosa dobbiamo aspettarci dal Dominio della Regola?

Nelle mie storie però preferisco parlare di esseri umani, anche se magari "strani" o dotati di poteri; nel mio libro non manca la magia, e troviamo situazioni tipicamente fantastiche, dove si manifestano forze sovrumane e soprannaturali, solo che il contesto è un pochino diverso. Ho voluto persino disegnare una cartina dei luoghi in cui si svolge la storia e degli itinerari di viaggio. La mia abilità grafica farebbe pensare più a un libro horror, ma tant'è, si fa quel che si può.

Della trama dirò che ho immaginato un mondo di tipo medioevale, diviso in Regni. Sopra di essi, sopra anche il volere dei re, esiste una autorità suprema chiamata la Regola, guidata da un consiglio di veggenti che assumono droghe misteriose, una forza che nel lontano passato ha sconfitto ed esiliato i maghi che con le loro lotte incontrollate e irrazionali stavano per distruggere il mondo.

La Regola esercita un controllo di tipo misterioso, legato alle antiche formule del fondatore e ai poteri dei veggenti, e insieme anche uno più concreto, grazie a un "braccio secolare" guidato da una specie di potentissimo inquisitore che scopre e punisce qualsiasi eresia o libero pensiero.

Un organismo che molti potrebbero riconoscere in altri ‘reali’, se non fosse che non c'e' alcun controllo o proibizione riguardante la sessualità. C'e' una sorta di uguaglianza fra i sessi, ci sono case di piacere per entrambi, esiste l'omosessualità  ed esistono persino dei contraccettivi naturali. Mi piaceva immaginare un mondo un po' diverso, molto cupo per certi aspetti, ma originale per altri.

A settembre sarà la volta di un classico fantasy uscito dalla penna di Harry Turtledove, L'agente di Bisanzio, che con il suo consueto rigore storico ha ricostruito questo fantastico mondo e al suo interno fa muovere Basil Argyros, il più abile agente dell'Impero, chiamato ad affrontare mille avventure per sgominare le trame ordite dai nemici di Bisanzio, gelosi della sua gloria e dei suo indiscusso predominio e invidiosi degli immensi tesori custoditi nei suoi forzieri.