Nel 1987 Il network televisivo americano CBS iniziò la produzione di Beauty and the Beast, una serie fantasy che rileggeva in chiave contemporanea il noto (e omonimo) racconto del folklore europeo e francese. Il telefilm giunse da noi con titolo fedele dell’originale, ovvero La Bella e la Bestia. La programmazione della serie proseguì per 3 stagioni, riscuotendo fino al secondo anno ottimi consensi di critica e pubblico sia negli Stati Uniti che in Italia. In seguito, i cambiamenti apportati tra la seconda e la terza stagione portarono a un calo qualitativo nelle storie e alla disaffezione del pubblico, così il telefilm concluse la sua storia alla fine di una breve terza stagione.

Nonostante la conclusione prematura, La Bella e la Bestia conteneva sufficienti elementi di interesse e suggestione da farle guadagnare lo status di culto per il piccolo numero di appassionati che ne ha mantenuto vivo il ricordo. La protagonista femminile è Catherine Chandler, interpretata da Linda Hamilton, che gli appassionati di fantascienza ricorderanno per la saga di Terminator, nonché per un’apparizione da guest star in un episodio di Star Trek: The Next Generation. Catherine è un giovane avvocato di New York sulla cresta dell’onda che una sera viene aggredita nel cuore di Central Park. Abbandonata gravemente ferita, viene soccorsa da Vincent, (Ron Perlman, veterano di numerose pellicole di genere fantastico tra le quali il recente Hellboy), un essere dall’aspetto mostruoso ma dalla profonda sensibilità. Accanto a lui Catherine scoprirà che nel sottosuolo di New York si nasconde una numerosa e complessa comunità di persone, reietti della società, che vivono nelle caverne e nei tunnel che scorrono sotto tutta la città.

Il tempo trascorso insieme cambierà entrambi, creando tra i due un legame profondo che consentirà successivamente a Vincent di accorrere in aiuto di Catherine non appena questa si troverà in pericolo. Inoltre, colpita dalla generosità e dall’altruismo dell'uomo, lei abbandonerà il lavoro di avvocato passando al servizio della procura e iniziando a battersi per la giustizia.

Nelle prime due stagioni l’accento della serie non è portato tanto sull’azione e sulle avventure vissute dai protagonisti, in lotta contro la criminalità che minaccia sia la New York che tutti conosciamo sia quella del sottosuolo, quanto sulla psicologia e le emozioni che vivono i personaggi, comprimari inclusi. Quelli appartenenti alla società del sottosuolo sono tra i componenti più originali e interessanti della serie: i membri del mondo di Vincent, infatti, in molte occasioni si dimostrano persone dotate di dignità e qualità umane ormai dimenticate dalle loro controparti abitanti alla luce del sole. Questo ci riporta ad uno dei punti di forza della serie, ovvero il modo in cui prende posizione nei confronti di tanti aspetti della società contemporanea. Il mondo sotterraneo, spesso, sembra migliore di quello in "normale", dove una creatura come Vincent sarebbe considerata un fenomeno da baraccone. Inoltre, viene detto più volte che la New York di superficie sembra disumanizzata, completamente priva di valori come la solidarietà reciproca o la pietà. Va notata anche l'abilità tecnica con cui gli autori danno identità distinte ai due mondi dei protagonisti tramite un'ottima fotografia e scenografie curate. Così, tanto è cupa e dominata da colori freddi la New York di Catherine, tanto è accogliente, caldo e colorato il mondo di Vincent.

Per quanto riguarda le storie, dobbiamo ricordare che tra gli sceneggiatori del telefilm si conta anche George R.R.

Martin, poi diventato famoso ai lettori di fantasy come autore dei libri della saga delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Nei suoi momenti migliori La Bella e la Bestia fu un prodotto immaginifico e sognante, capace di riportare su piccolo schermo l'atmosfera di una favola moderna. Questo, però, fu sia il suo pregio che il suo limite. Un modo così intimistico e legato ai personaggi di sviluppare il prodotto attirò da un lato l’interesse di fasce di pubblico non sempre interessate a storie di argomento fantastico – ad esempio le giovani donne dell’era pre-Buffy – ma dall’altro mostrò rapidamente degli evidenti limiti. Specialmente nel fidelizzare gli ascoltatori che tendevano a stancarsi rapidamente di una serie nella quale non succedeva più di tanto. A questi elementi si aggiunse per la terza stagione l’indisponibilità di Linda Hamilton che, incinta e comunque stanca della serie, scelse di non continuare a recitare il ruolo della protagonista.

Nella terza stagione, quindi, la serie fu fortemente modificata con l’introduzione di una nuova protagonista, Diana, un detective della polizia interpretato da Jo Anderson, (Roswell) e soprattutto con l’inserimento della figura – classica – di un “arcinemico”, Gabriel (Stephen McHattie) che avrebbe rappresentato la sfida portata ai nostri eroi per tutta la stagione. Inoltre, si decise di dare un taglio maggiormente d’azione agli episodi cambiando profondamente l’atmosfera generale della produzione.

Probabilmente la scelta dipese dalla necessità di attirare nuovo pubblico, ma sfortunatamente in questo caso il rimedio si rivelò peggiore del male perché tali elementi di novità non portarono nuovo pubblico allo show, ma anzi contribuirono a fargli perdere quello rimasto, che evidentemente preferiva la vecchia impostazione ed era affezionato al personaggio della Hamilton, attrice notoriamente carismatica. Per tutte queste ragioni la terza stagione non fu neppure girata nella sua interezza ma terminata con il dodicesimo episodio, per un totale di 56 episodi nell'arco dei tre anni.

Concludendo, dobbiamo ricordare che, nonostante la Bella e la Bestia sia sotto molti aspetti un’occasione soltanto parzialmente sfruttata, è comunque innegabile che sia stato un prodotto originale e curato e che abbia rappresentato un sincero tentativo di uscire dai cliché della televisione “fantastica”.