Le foreste del Canada sono antiche, fitte, fredde. Le pianure si estendono fino all’orizzonte, migliaia di chilometri di terra dura e gelata. E spesso a far compagnia all’occasionale viaggiatore c’è solo la vastità di Chibiabos, lo Spirito del Cielo.

Chi ama la solitudine di quei luoghi sperduti e non vuole che la compagnia delle spettacolari luci dell’aurora boreale, faccia attenzione: il prossimo specchio d’acqua potrebbe riflettere non più l’immagine di un uomo, ma il ghigno di un mostro dal cuore di ghiaccio, mentre Chibiabos gli sussurra un nome: Wendigo.

Lo spirito delle foreste

La storia del Wendigo è antica quanto gli uomini primitivi che quarantamila anni fa (secondo le ultimissime teorie), durante l’ultima glaciazione, attraversarono la striscia di terra gelata che allora blandiva lo stretto di Bering e arrivarono nel Continente Americano.

Quella del Wendigo è una leggenda degli Algonchini, il gruppo etnico di Pellerossa canadesi che comprende Cree, Ojibwa, Abenaki, Piedi Neri, Mik'maq e tanti altri gruppi minori.

Niente di strano che esistano almeno una cinquantina di versioni diverse della parola Wendigo: Windigo, Witigo, Wittikka, Wi'ntsigo, Wheetigo, Windikouk, e l’elenco potrebbe andare avanti per parecchio. Altre creature che di fatto sono identificabili col Wendigo sono l’Atchen, il Chenooe, il Kokodjo, e il Kewok.

In realtà fra gli Algonchini la versione più diffusa è Witigo, che loro scrivono più o meno Wee-Tee-Go, col nostro alfabeto; ma gli autori nordamericani ed europei hanno usato di più il nome Wendigo, e, di fatto, e così che questa creatura è più conosciuta. Il significato dei vari termini oscilla attorno a qualcosa come colui che è nato dalla solitudine. Il mito è presente anche fra le popolazioni Inuit dell’Alaska.

La leggenda varia molto nei dettagli, ma più o meno la base è sempre la stessa: i cacciatori o la gente che ha finito per perdersi nelle lande desolate del Canada o del nord del Minnesota, finiscono per trasformarsi in Wendigo. La motivazione più diffusa è tanto semplice quanto terribile: lo spirito del Wendigo entra nel cuore degli uomini che per forza o per volere si sono cibati della carne dei loro simili.

Ma che aspetto ha questa tremenda creatura?

I Nativi Americani lo vedono come un gigantesco spirito, alto più di due o tre metri; si dice abbia occhi di fuoco, lunghe zanne ingiallite, la lingua che penzola in modo osceno fuori dalla bocca. A volte ha la pelle giallastra o olivastra, e lunghi capelli; altre è completamente coperto di pelo. È alto e magro e se ne va in giro consumato da un insaziabile appetito. Ogni essere umano che muore fra le sue fauci lo rende più grosso e più forte, il che lo fa puzzare di cadavere in decomposizione. In generale l’aspetto è sempre più o meno antropomorfo, al limite scimmiesco.

In alcune versioni della storia è possibile guardare la creatura solo di fronte, perché il suo profilo sarebbe così sottile da non rendere possibile vederlo di fianco. Corre così veloce da consumare i piedi, che una volta caduti vengono sostituiti da altri.

Ha le ossa o il cuore di ghiaccio. Per alcuni respira il fuoco, per altri sono proprio le cose calde che lo uccidono. Uno dei metodi per far tornare il Wendigo un essere umano, è quello di fargli ingerire qualcosa di caldo, per sciogliere il gelo del suo cuore (o, nelle leggende più antiche, del suo fegato).

Chi ha visto il Wendigo?

Fra i primi documenti che parlano di questa creatura ci sono gli scritti di Paul Le Jeune, un missionario dei Gesuiti che viveva in Quebec all’inizio del diciassettesimo secolo. Nel 1636, padre Paul mandò una lettera ai suoi superiori a Roma, lamentandosi della difficoltà della sua missione, dato il carattere estremamente primitivo delle popolazioni che era stato mandato a convertire. Fece l’esempio di una donna Atchen che, in trance spirituale, profetizzò l’attacco di un guerriero di un villaggio vicino; dalle testimonianze di padre Paul, questo guerriero aveva l’aspetto di un lupo mannaro e un nome simile a Witigo. E infatti un altro modo per trasformarsi in Wendigo è quello di sottoporsi a un rito magico da parte di uno sciamano.

Una storia ojibwa parla di un uomo di medicina chiamato Big Goose (Grande Oca) che combatté e uccise un Wendigo. Pare che la creatura fosse alta come le nubi, ma Big Goose la distrusse con l’aiuto di Manitou e di un altro spirito, Missahba, che entrò nel nostro eroe trasformandolo in gigante. Questo racconto  è un esempio di quelle leggende che vedono il Wendigo come un’entità spirituale; magari uno spirito degli alberi, o l’incarnazione stessa dell’inverno, cui è spesso associato.

Un fattore comune sta nel vedere il nostro mostruoso amico come qualcosa di malvagio e pericoloso, mai amichevole.

Le testimonianze non mancano: l'esploratore David Thompson, intorno al 1700, si trovava nella regione dei Laghi di Woods. Scrisse di un cacciatore indigeno che aveva denunciato se stesso al suo Consiglio degli Anziani. Il giovane aveva tentato di dare un morso famelico alla sorella, e sentiva il forte desiderio di cibarsi di carne umana. Allarmati, gli anziani decisero che il ragazzo doveva morire, ucciso dal padre.

Il condannato accettò di buon grado la sentenza e fu impiccato poco dopo. Il suo corpo venne bruciato e le ossa polverizzate, in modo che lo spirito del Witigo non avesse più mezzi per tornare.

E l’uomo che si trasforma in mostro dopo essersi cibato di un suo simile è la versione della leggenda che più ha catturato la fantasia degli Europei.

In linea di massima, le popolazioni del Canada e del Nord America, storicamente caratterizzate da forte spiritualità, non hanno mai praticato il cannibalismo. Ma non è sbagliato supporre che in un clima inospitale, dove le gelate improvvise o le valanghe sono la norma, qualche tribù del passato posa essere rimasta isolata dalle normali fonti di cibo, e abbia così ceduto al cannibalismo per sopravvivere. Forse la leggenda dello spirito mangiatore di uomini ha avuto origine in questo modo.

Un presunto numero di apparizioni del Wendigo è avvenuta in una città del Nord Minnesota chiamata Rosesu, verso la fine dell’800 e di nuovo agli inizi degli anni 20 del ventesimo secolo.

Ogni avvistamento veniva seguito da un brutale omicidio, e poi di nuovo calma per qualche anno. Il responsabile degli omicidi non è mai stato trovato.

Non è raro che un Nativo Americano creda sul serio al Wendigo, anche al giorno d’oggi. C’è chi organizza battute di caccia. Uno dei più famosi cacciatori di Wendigo è stato un Indiano Cree chiamato Jack Fiddler. Dichiarava di aver ucciso 14 di queste creature nella sua vita.

Nell’Ottobre del 1907 Fiddler e suo figlio Joseph erano sotto accusa per l’omicidio di una donna Cree. Entrambi furono giudicati colpevoli, ma si difesero sostenendo che la donna era una vergine posseduta dallo spirito di un Wendigo, trasformata interamente in una bestia. Secondo la difesa, la poveretta era stata uccisa prima che potesse nuocere ad altri della tribù.

Alcune storie sul Wendigo vengono dal nord dell’Ontario, nei pressi della Caverna dei Wendigo (Cave of the Wendigo), e dalle parti della città di Kenora, dove la bestia è stata avvistata per decenni da mercanti, guide e cacciatori con le trappole.