avvolta in un panno verde. Carlos gli lesse nel pensiero, lo raggiunse e gli posò la mano sulla spalla con un gesto garbato. - Pazienta Felipe. Quanta forza può ancora avere il vento?

L'ultimo giorno di Novembre, in un pomeriggio scomposto e uggioso, il vento sembrò acquistare un insolito vigore. Il secondo telegramma era giunto dodici ore prima, conficcandosi come un dardo nel cuore dei Barbosa, e da quel momento i vecchi mulini sulla collina avevano ripreso a girare vertiginosamente senza più fermarsi.

Una distesa di salatini, dolci, pietanze d'ogni genere e quant'altro ben di Dio sulla tavola imbandita, su tutto questo s'erano precipitati i primi due invitati alla cremazione di don Miguel Dos Santos.

- Non trovi deliziose queste tartine? - osservò la vedova, abile equilibrista su alti tacchi neri a spillo. Meticcia e di prorompente presenza, dai seni turgidi e i fianchi sciolti, dona Leonor Dos Santos ancheggiò pericolosamente verso il vice sindaco come una leggiadra pantera.

Don Teodoro annuì a bocca piena e lanciò uno sguardo svogliato verso la salma di don Miguel. - Sarà una gran bella cerimonia, degna di lui - , poi rallentò la masticazione chiedendosi, con invidia, quali strani percorsi della vita, quali buone circostanze, avessero condiviso la bella vedova e quel corpo insignificante disteso nella bara, tanto da regalarsi la verginità.

Ma era un buon corpo, il corpo del sindaco. Se ne stava pacioso dentro la Maravilhosa dois, cassa di rovere ocra aromatizzato al rosmarino selvatico. Aveva i piedi lunghi e la camicia sbottonata. Le guance risaltavano di una graziosa tonalità color prugna che ben s'intonava con gli addobbi e il buffet offerto dalla casa. Di fianco alla bara, spiccava un'ingombrante corona di cactus assemblata velocemente in municipio. I messi, la vedova, il vice sindaco, etc., abbastanza inconsolabili.

Carlos spuntò improvvisamente da sotto il catafalco e iniziò a strofinarlo con un panno morbido. - Spero sia tutto di vostro gradimento. E' opera di Felipe e delle sue buone mani.

- A proposito, dov'è finito suo fratello? - chiese la donna.

- E' a letto con l'influenza, ma vi porge le sue condoglianze.

- Comprensibile, con tutto questo vento.

- Il vento della mala sorte! - sottolineò Carlos.

Intanto don Teodoro s'era riappropriato del buffet apprezzando molto i cosciotti d'agnello in pasticcio di ostriche blu. Rosicchiò avidamente le carni fino all'osso, sbirciando nella generosa scollatura della vedova.

- Vedo che non ti manca l'appetito - osservò la donna, depredandolo di un cosciotto dalle mani.

- Soprattutto in occasione dei funerali... - rispose il vice sindaco, ammiccando. Intanto i corpi si avvicinavano senza ritegno.

Carlos continuò a lucidare facendo finta di niente, ma si sentiva molto a disagio, soprattutto perché non aveva mai assistito, in prima persona, a un corteggiamento. Se ne stava facendo un'idea, ma non gli piaceva. Abbottonò la camicia del sindaco e lo guardò, soffermandosi sulle labbra tumefatte. Approfittando della distrazione dei presenti, praticò un secondo nodo al sottile fil di ferro che le teneva cucite. Mi perdoni don Miguel, pensò, ma dentro quel forno ci giochiamo la Barbosa & Barbosa. Tanto più che padre Dias e gli orfanelli stanno per arrivare...

Il vice sindaco, intanto, non appagato di ciò che poteva sbirciare con la vista, allungò la mano sul seno di dona Leonor facendola balzare su mezzo menù del buffet. - Allora cominciamo? - disse la vedova, presa da un improbabile entusiasmo. - Chi manca? Chi manca?

Padre Dias si grattò gli zebedei a un passo dalla porta dei Barbosa, e suonò. Poi, inclinandosi un poco su un fianco, esitò perplesso. - Cosa avete detto che vi piacerebbe fare da grandi?

- Gli impresari di pompe funebri! - risposero in coro i due orfanelli.

Ah!

Orazione da predicatore, meritevole retorica d'uomo di chiesa, padre Dias benedisse Miguel Dos Santos con uno spruzzo d'acqua santa, come se credesse davvero nelle proprie azioni, e in quel momento di profonda riflessione, speranza ultraterrena e incertezze mortali, terminarono le già precarie inibizioni di don Teodoro, precipitato con la mano sulla più voluminosa rotondità della vedova affranta.

- Ora lo infilano nel forno e lo bruciano! - si dissero sottovoce gli orfanelli scambiandosi uno sguardo d'intesa.