L'attesa è finita! Oggi, 26 maggio, esce nei cinema italiani X-Men: Il conflitto finale, atteso epilogo dello scontro tra i mutanti e gli esseri umani.

Proiettato in anteprima al Festival di Cannes, il film diretto da Brett Ratner non ha convinto i critici. Cio che non viene perdonato al regista di Red Dragon e Rush Hour è di non essere Bryan Singer, il geniale regista newyorkese che dopo aver diretto i primi due episodi della saga ha deciso di misurarsi con il mito di Superman. 

Se volete conoscere la storia della fenice nera narrata nei fumetti, non perdete l'approfondimento di Fabio Vaghi http://www.fantasymagazine.it/approfondimenti/5868

Di seguito invece una rassegna dei commenti alla proiezione del film

Elizabeth Weitzman, San Francisco Cronicle

Il nuovo film degli X-Men è intitolato The Last Stand, e non rimane che sperare sia veramente l'ultimo. Questo è il terzo film della serie, questo significa che per tre volte ci sono stati presentati la stessa storia, lo stesso conflitto, la stessa finta fine: una felice stretta di mano sull'orlo dell'abisso... Questo è un'altro film basato su un fumetto simile a un video game, senza senso quasi come i Fantastici 4 ma più noioso a causa delle sue pretese filosofiche che prendono forma nella metafora che compara i mutanti alle persone dotate di talenti straordinari e innovativi. La metafora è una finzione.

Hilary Goldstein, Ign.com

Non si può negare che il film, con un diverso regista e una migliore sceneggiatura, avrebbe avuto uno spessore maggiore. Avrebbe avuto bisogno di altri venti minuti di storia, quello che si vede, comunque, è intrattenimento.

Roger Ebert, Chicago Sun-Times

Ci sono così tanti richiami alle questioni politiche e sociali che elencarli sarebbe come definire la prossima campagna presidenziale. Sto pensando all'aborto, al controllo delle armi, alla ricerca sulle cellule staminali, alla questione dei gay e dell'esercito. X-Men: The Last Stand tocca tutte queste questioni in modo superficiale, senza approfondirle perchè distratto dall'esigenza di essere un action movie... Comunque mi sono divertito. Mi piace l'azione, mi piace l'assurdità e le incongruenze nell'uso dei poteri mutanti e specialmente mi è piaciuto il modo in cui sono stati introdotti e come sono stati gestiti insieme agli effetti speciali.

Alistair Harkness, Scotsman.com

Le scelte di Ratner hanno reso il film comico quando avrebbe dovuto essere serio, dozzinale quando avrebbe dovuto essere commovente, ossequioso verso i potenti quando avrebbe dovuto essere divertente.

Claudio Lugi, Primissima.it

Action-fantasy da 150 milioni di dollari, che non vive esclusivamente di effetti digitali, X Men 3 vanta una trama interessante e un buon lavoro sui personaggi (notevole il cast), sebbene la componente avventurosa e spettacolare tenda comunque a prevalere per ovvie ragioni di cassetta. Dunque, la pretesa attenzione nei confronti dell'attualità e verso i temi di filosofia morale, dall'omologazione e dall'emarginazione degli individui alla diversità razziale, dal desiderio di normalità alla perdita d'identità, dall'arroganza del potere alla necessità d'imporre la pace assoggettando i nemici con la violenza e la sopraffazione, da un lato nobilitano l'intreccio, ma dall'altro rendono più farraginoso il procedere del film verso lo scioglimento finale, che risulta debole nella tensione quanto prevedibile nell'esito della battaglia decisiva combattuta tra il mitico Golden Gate di San Francisco e la famigerata isola di Alcatraz.

Concludiamo con le parole di alcuni protagonisti del film, rilasciate in varie interviste proprio sul tema delle diversità. Ian McKellen entra nello specifico, e parla delle tematiche universali toccate da X-Men: Conflitto finale :"Sono gay e so che molti credono che la mia diversità andrebbe curata, e così cancellata. La trovo una idea offensiva, come proporre una cura per il colore della pelle. La storia del film mi tocca particolarmente, c'é un messaggio per quei giovani che si sentono rifiutati da una società che punta il dito contro le loro diversità. Come se quei ragazzi fossero essere inferiori rispetto al resto dell'umanità."

Dello stesso tono le parole di Halle Berry: "Anche io ho sentito molto il tema del film. Sono afroamericana. Pensare che un governo possa propormi di curare il colore della pelle, che è cio che contribuisce a fare di me ciò che sono... è orribile. Credo che sia questo il fulcro emotivo di tutta la saga degli X-Men. Ci tenevo a far parte del progetto, perché credo possa servire a comunicando qualcosa di positivo, soprattutto ai più giovani.

E infine, Patrick Stewart: "Ero povero, da ragazzo. Mi sono sempre sentito un cittadino di serie B. Educazione, sanità, status sociale. Per tutto! Sarebbe importante provare a creare una società giusta, in cui tutti abbiano le stesse possibilità. E' questa l'idea che muove Charles Xavier."

Esplosivo e andrenalinico, X-Men: Il conflitto finale sarà probabilmente il miglior  popcorn movie dell'estate. Sempre che non venga spodestato dal Superman Returns di Singer, in uscita il prossimo mese.