- Chi sei? Chi ti ha mandata?

Quelle domande non ebbero risposta. Il re non si scoraggiò, e insistette: - Da dove vieni?

- Da... laggiù. - La voce cavernosa e quasi inumana della creatura lo fece trasalire.

- Come sei arrivata fin qui?

- Seguendo... voi.

- Vuoi dire che sei riuscita a uscire da sola dalla Piana dell'Inesistenza? E come?

La creatura non rispose, ma sollevò la testa, osando fissare il re.

Dietro quella maschera biancastra senza lineamenti, quasi un fantoccio di cera appena abbozzato, in quegli occhi bianchi uniformi, il vecchio Arenio aveva scorto per un istante accendersi qualcosa, come una luce di pura adorazione, un sentimento che li aveva resi per un attimo quasi umani. Lui, e solo lui, l'aveva percepito.

Il dominio della Regola ha veramente molte frecce al suo arco e piace per più di un motivo. Cominciamo dalla densità. Il libro ha circa trecento pagine e in esse troviamo una ricchezza di eventi e azione che tomi di mille pagine non riescono a offrire. Il romanzo di Milena Debenedetti è una ventata di aria fresca, confrontato a certi mallopponi in cui l'autore "presenta" il suo mondo e i personaggi, e dove all'ultima pagina c'è scritto qualcosa come "ora scusate comprate il prossimo malloppone da mille pagine per sapere come va avanti." Invece qui la storia nasce, si sviluppa e si conclude, evitando inutili dilungamenti, fastidiose trilogie o peggio.

Passiamo ai personaggi e parliamo di Alimar, la protagonista. Una personalità affascinante, complessa, un misto di elementi tipicamente femminili, come dolcezza e sensualità, e altri come determinazione, forza e orgoglio; Alimar è più interessante di tanti guerrieri ipertrofici che trovate in altre storie. Non è una contadina che all'improvviso si scopre essere l'ultima speranza del mondo. La sua storia è ben diversa e la sua evoluzione intrigante. Leggendo le prime pagine sembra quasi impossibile identificarsi in questo essere deforme e semi-demente ma le cose cambiano presto e, anche grazie a comprimari ottimamente caratterizzati, ci si ritrova incatenati alle pagine. I personaggi sono in effetti una delle ricchezze del libro. Interessanti e sfaccettati, lontani dai soliti "buoni e cattivi".

Un aspetto che vale la pena sottolineare è il rapporto che i personaggi hanno con il sesso. Di solito nel fantasy il sesso è un elemento mistico/solenne, del tipo "oddio, fare sesso è qualcosa di estremamente fondamentale/sacro/tabù." Il sesso emancipato è relegato ad ambienti balordi, dove acquista sfumature perverse. Invece, nel mondo di Alterria creato dall'autrice, l'esperienza sessuale viene vissuta come qualcosa di molto più naturale e libertario; parte dell'essere umani, del vivere. Un approccio originale che si scosta dai cliché del genere.

L'autrice ha creato un'ambientazione interessante, che conserva (saggiamente) alcuni cliché del genere fantasy ma che, per alcuni aspetti, esce invece dalle "regole" per reinterpretare. Il romanzo è avvincente, e non c'è alcun bisogno di inventare razze strane oltre ai "semplici" umani. Bastano infatti le sfaccettature del carattere, le diverse usanze dei personaggi e dei vari popoli, per una buona storia. Condite il tutto con uno stile scorrevole ed essenziale, che non si perde in inutili digressioni, ed ecco un ottimo romanzo.

Sempre a proposito cliché, ritroviamo anche qui la figura del vecchio saggio (Arenio) che guida la novizia (Alimar). Bene le cose nel corso del libro cambieranno e parecchio, fino a un bel colpo di scena finale che non vogliamo anticiparvi. Arenio non è la solita figura del mentore che sta appresso per tutto il tempo ad Alimar e la tira fuori dai guai. I due diventano rapidamente figure autonome e Alimar percorre da sola le tappe più importanti della sua evoluzione. Il lettore si troverà piacevolmente catturato dalla vicenda della protagonista, che si trasforma gradualmente da essere deforme a donna nel pieno delle sue capacità mentali e fisiche, e con un obiettivo ben preciso, che trascinerà il lettore all'interno della storia.

Tutto bene dunque? Tutto bene, tranne qualcosina. Alimar è protagonista di una forte evoluzione nel corso della storia, vive molte trasformazioni ed esperienze. Ma in una o due occasioni si avverte che mancano al lettore alcuni "frammenti" della sua vita. Poco male, perché le mancanze non sono così gravi da generare confusione, però si avverte in certe parti qualche zona oscura. Per esempio rimane solo accennata l'esperienza di Alimar come "Viaggiatore". Altra cosa non approfondita a sufficienza è la capacità magica di Alimar, la sua caratteristica di "vedente". Un'altra piccola pecca si avverte quando a un certo punto della storia si svolge una battaglia. Qui non avrebbe guastato una mappa. Lo scontro e gli spostamenti delle truppe sono ben descritti e una cartina non è fondamentale, a dire la verità. Ma il lettore deve comunque fare un piccolo sforzo mentale, per immaginare la disposizione degli schieramenti e le strategie belliche.

In conclusione, speriamo che il libro riceva l'apprezzamento e il successo che merita. Alle volte per trovare del buon fantasy basta frugare nell'orticello di casa.

[Fulvio Zorzer]

Storia avvincente, trama originale, personaggi memorabili. Il Dominio della Regola si pone davvero come un gioiello raro e prezioso in un mare di bigiotteria! È un romanzo dai molti pregi, capace di immergere il lettore in un mondo squisitamente inedito e mai banale; un volume che è una chicca imperdibile e che dovrebbe fare bello sfoggio di sé in ogni libreria di ogni buon appassionato di fantasy (e non solo). L’autrice, Milena Debenedetti, gestisce con estrema sapienza i vari personaggi che si muovo con sicurezza sull’ampio palcoscenico che sono i Regni di Alterria; inoltre, con invidiabile maestria, riesce a rendere i già ben noti modelli e cliché del fantasy – presenti qui come in ogni romanzo appartenente a questo genere – qualcosa di assolutamente imprevedibile e in definitiva avvincente.

Colpisce in primis il quieto processo di trasformazione che caratterizza Alimar, e che sembra quasi prendere per mano il lettore immergendolo con cautela nel vasto mondo creato dalla Debenedetti. Compiacciono anche le rivelazioni che vengono snocciolate con prudenza e giudizio lungo tutte le 320 pagine, e certamente sorprendono i forti cambi di trama che intercorrono tra la prima e la seconda parte del volume in questione, senza mai però annoiare o risultare ripetitivi. L’intreccio è efficace e gradevole, i personaggi secondari spiccano per veridicità espressiva e approfondimento psicologico allo stesso modo dei protagonisti, e le descrizioni sono dettagliate, ricche ed esaustive. Questa storia non la si legge… la si “divora” (dimostrando che non servono centinaia di migliaia di parole per rendere un libro coinvolgente), e con l’avvicinarsi del finale il senso di appagamento raggiunge addirittura l’apice.

C’è ritmo e c’è passione, c’è magia e mistero, desiderio di rivincita e un vago sentore di lirica decadenza; c’è gloria e ardore, e c’è anche (e soprattutto) la forza piena e completa di un mondo “reale” che non vede l’ora di bucare la pagina per invadere l’iride del lettore e appagarne così la curiosità. Di più non si può davvero chiedere…

[Luca Azzolini]