Il regista Jon Turteltaub ha raccontato a IGN la lavorazione di National Treasure: Book of Secrets, sequel di quel Mistero dei Templari (il cui titolo originale era proprio National Treasure...) che nel 2004 riportò Nicolas Cage al cinema d'avventura.

E avventuroso Il Mistero dei Templari lo era, nella tradizione delle rocambolesche fughe e dei fantastici misteri in stile Indiana Jones. Non a caso parliamo di una produzione Disney: la cura del dettaglio, l'umorismo di fondo e l'azione declinata in chiave leggera, insieme ad una trama particolarmente improbabile, offrivano l'occasione per un paio d'ore all'insegna del divertimento più rumoroso e spensierato.

Il pubblico apprezzò, tanto che oggi parliamo di un sequel che vede il ritorno di tutti i protagonisti e l'aggiunta di comprimari d'eccezione come Ed Harris e Helen Mirren.

Del nuovo film Turteltaub ha detto: "Nella realizzazione di un sequel le preoccupazioni vengono dalle aspettative del pubblico, che non vuoi deludere. Così mentre tu lotti per realizzare la tua visione sai che il pubblico ne sarà in parte incuriosito e in parte preoccupato. Inoltre, lavorare al seguito di un grande film d'azione significa fare qualcosa che sia almeno grande quanto il primo. L'azione però da sola non basta, devi inserire altro: ti devi chiedere cosa valga la pena di vedere. A dir la verità è un processo imbarazzante."

Il regista ha anche aggiunto: "volevo realizzare un film che fosse eccitante e divertente, tenendo come esempio grosse produzioni come quelle di Jerry Bruckheimer, ma senza dimenticare le cose che ritengo importanti, ovvero i personaggi. O meglio, i rapporti tra i personaggi. Persone per cui il pubblico possa fare il tifo, a cui tenga."

Dedicarsi ai personaggi è reso ancora più facile dalla presenza di un protagonista come Cage, attore capace di ruoli più intimisti anche in blockbuster come questo.

"La molla dietro il film fu la domanda: perché un'avventura come la classica caccia al tesoro non può essere mai ambientata negli Stati Uniti? Di solito i protagonisti corrono per mezzo mondo, ma mai in patria. Eppure gli States hanno una storia abbastanza vecchia e misteriosa per permetterlo."

Ed in effetti la trama ruota attorno ad un punto oscuro della storia americana, l'omicidio del presidente degli Stati Uniti. No, per una volta non si tratta del solito JFK ma di Abraham Lincoln, il primo presidente della storia americana vittima di un attentato, una sorta di peccato originale che non ha mai cessato di esercitare molto fascino su cinema e letteratura.

Lincoln fu ucciso da John Wilkes Booth, attore di simpatie sudiste parte di una più ampia congiura per l'eliminazione delle figure chiave del governo. Il presidente morì, ma la congiura fallì e in seguito Booth fu catturato e ucciso.

Il film parte da una curiosità storica reale: la sparizione di 18 pagine dal diario di Booth. Il diario fu preso dal corpo dell'assassino dopo la sua morte e consegnato al governo americano. Per molti anni se ne persero le tracce, e al momento del suo ritrovamento si scoprì che alcune pagine erano state rimosse. Da allora in molti si sono chiesti quali nomi comparissero su quei fogli e chi avesse interesse a farli sparire.

Prossimamente Nicolas Cage ci mostrerà la sua versione della storia.