Ancora guerra aperta nel quanto mai redditizio mondo delle carte collezionabili. E se l'esercito più consistente e le armi migliori ancora sono in mano al potente Magic: the Gathering, già da tempo (notizie/6223/) segnaliamo l'entrata in campo di una truppa scelta che miete sempre più vittime, ovvero sta agilmente scalando le classifiche di vendita del settore. Stiamo parlando del gioco di carte collezionabili di Warcraft edito da Upperdeck Entertainment, che più di una volta vi ha tenuti incollati alle nostre pagine virtuali, che abbiamo seguito dal suo debutto sul mercato  fino all'ultima espansione, La Marcia della Legione notizie/8094/.

E se ce ne fosse bisogno, è arrivato ad ammantare di professionalità il tutto il primo torneo internazionale del gioco, conclusosi questa domenica con la vittoria del campione francese Guillaume Matignon, un rappresentante della sempre agguerrita fazione dell'Orda. Primo premio la veritiginosa cifra di 100 mila dollari, e naturalmente il titolo di primo Warlord ufficiale della storia delle carte collezionabili. Alla competizione hanno partecipato anche un bel numero di campioni italiani, anche se purtroppo nessuno è riuscito a piazzarsi in finale.

Il nuovo, e primo, campione mondiale
Il nuovo, e primo, campione mondiale
Niente di strano, visto che un segnale del successo di vendite del Word of Warcraft Trading Card Game sta nel fatto che le carte sono già state tradotte in Italiano. Un altro, più banale e diretto, che il gioco ha vinto il premio Best of Show Miglior Gioco Collezionabile 2007 a Lucca Comics & Games (notizie/8190/).

Il gioco di carte collezionabili di Warcraft, che a Magic deve qualcosa (e anche di più) per meccaniche di gioco e concezione in generale, ha il vantaggio che, per il semplice fatto di essere nato da meno di un anno, conta molte meno carte; è quindi meno complesso, e molto meno costoso, costruirsi un mazzo davvero competitivo.

Altro fattore che ha finito per determinare il successo-lampo di questo gioco di carte collezionabili, sta ovviamente nel suo legame a doppio filo col genitore di pixel, l'orami strafamoso World of Warcraft, gioco di ruolo di massa online principe del mercato, a cui il trading card game si rifà religiosamente per temi, personaggi, ambientazioni e meccaniche di gioco, in qualche modo.

Un legame che dura fin dall'esordio del Trading Card Game, e che prosegue anche nella Marcia della Legione, che ora abbiamo avuto l'occasione ora di provare. Come già il suo predecessore, La Marcia della Legione presenta carte che ci fanno conoscere le Terre Esterne, esotico e alieno mondo semidistrutto dalle energie demoniache, patria natale degli orchi, ora regno dell'ambiguo mezzo diavolo Illidan, servo della Legione Infuocata dei demoni.

Che marcia sarebbe senza demoni?
Che marcia sarebbe senza demoni?
Partiamo con la presentazione delle loot card, già disponibili dal 22 novembre. Per chi non lo sapesse, si tratta di speciali, ovviamente rare, card perfettamente giocabili, dotate di uno speciale codice da scoprire stile gratta e vinci. Il codice, opportunamente comunicato al nostro goblin di fiducia dalle parti di Booty Bay, permette di equipaggaire il nostro personaggio virtuale di equipaggiamenti esclusivi, che non mancheranno di suscitare invidia e ammirazione nei compagni di scorribande Azerothiane, nonché terrore e sgomento (si fa per dire) nel nemico.

La Marcia della Legione mette a disposizione, per chi sarà così fortunato da trovarli, tre nuovi gadget. Il primo sarà senz'altro d'aiuto ai giocatori che saranno lì ad aspettare il quinto membro del party, quel disgraziato del sacerdote non morto che come minimo ha sempre una mezz'ora di ritardo, manco si dimenticasse in giro le tibie: la loot card ci regala un elicottero di carta da passarsi fra amici, giusto per ammazzare il tempo. Pollo Robotico Autoguidato, tipico gadget da ingegnosi gnomi, si spiega da sé; il metallico amico pennuto, che forse farà perdere un po' l'aria da macho al nostro eroe ma di certo gli fa guadagnare un sacco di punti in simpatia, ha la sana abitudine di farsi esplodere a comando o sparare un bel paio di missili per l'occasione.

Pollo razzo
Pollo razzo
Il terzo giochino è utile per distrarre gli avversari e per gonfiare il nostro ego dopo lunghe ore passate a cercare di far fuori uno dei mostri classici del gioco (nonché protagonista della prima espansione del gioco di carte), il drago Onyxia. Si tratta infatti di un grazioso aquilone che ha la forma proprio del suddetto drago; il nostro nerboruto eroe se lo potrà portare in giro come il più innocente degli scolaretti, con l'aggiunta del piccolissimo problema che di quanto in quanto l'aquilone potrà venire in cenerino sa un fulmine.

Upperdeck dichiara che le loot card sono ora molto più facili da trovare, nei mazzi base (che hanno una confezione delle stesse dimensioni di quella dei videogiochi, molto carina) e nelle buste. Non sappiamo se ci ha messo mano il destino, o a furia di giocare da sciamano abbiamo acquisito un qualche genere di preveggenza, ma nella prima busta che abbiamo comprato abbiamo trovato Aeroplano di Carta.

Ma al di là di polli e aquiloni, Marcia della Legione arricchisce il gioco di carte di tutta una serie di nuovi eroi da impersonare, alleati utili alla nostra causa (massacrare l'avversario), armi armature e magie. ogni singola carta prende ispirazione o esiste di fatto nel gioco on line. Tanto che ormai gioco di pixel e di carta sembrano quasi contigui, interdipendenti.

Veggenti
Veggenti
Fra le tante, in tutto, nuove carte di Marcia della Legione spiccano quelle appartenenti alle due fazioni rivali di Aldor e Veggenti. Le carte che appartengono a uno dei due gruppi, non possono stare nello stesso mazzo con quelle dell'altro; gli Aldor, tutti della razza dei granitici Draenei, hanno abilità incitare, ovvero fanno tornare pronte le carte spossate del proprio eroe alleato; i Veggenti, tutti Elfi del Sangue, hanno invece Sabotare, la capacità di rendere inattive le carte del nemico. Anche qui, se hai giocatori online è capitato di passare dalle parti della città di Shattrat, e gli deve essere capitato per forza, Aldor e Veggenti li conoscono davvero bene.

I secondi col nome di Scryer, però, dato che le carte esistono in Italiano, e con esse tutte le traduzioni necessarie, e il multimiliadario gioco on line ancora no.

Possiamo davvero sperare in un World of Warcraft nostrano?