Il 13 con caratteristiche infauste lo si trova in diverse culture. In Asia, per esempio, la tradizione vuole infatti che siano tredici gli spiriti che aleggiano nella casa di una famiglia, ma, mentre dodici di loro sono "buoni" e portano pace e prosperità, il tredicesimo, un'anziana vestita di stracci e raggrinzita, rappresenta tutto ciò che di negativo ci può essere: miseria, sofferenza, morte. Nelle saghe germaniche, Freia, dea della primavera e della giovinezza, un giorno ha la cattiva idea di invitare alla sua tavola solo dodici dei. Il tredicesimo, Loki, si incavola come una biscia, si presenta alla festicciola e uccide il figlio della dea. Della tragedia parla anche Richard Wagner nell'Anello dei Nibelunghi. Antichi greci? Anche in questo caso, il tredici non era ben visto. Il poeta Esiodo, già nel 700 a. C., consigliava di non effettuare la semina il giorno 13. Per il cristianesimo, invece, il venerdì 13 porta sfortuna perché Gesù morì di venerdì e il numero tredici ricorda il tradimento di Giuda, tredicesimo commensale nell’ultima cena. Nei tempi moderni negli aerei manca la fila numero 13, così come può mancare la stanza numero 13 negli hotel o nei grandi edifici. Quanto al diciassette, visto che in cifre romane si scrive XVII, che anagrammato si può leggere VI-XI, cioè VISSI, proprio tanta fortuna si riteneva che non portasse.

Il potere negativo di 13 e 17 raddoppia se il giorno in cui cadono è un martedì (cioè il giorno del battagliero Marte) o un venerdì, tradizionalmente il giorno preferito da diavoli e streghe. "Né di Venere né di Marte, non si sposa, non si parte, né si dà principio all'arte", consiglia un vecchio proverbio. Mica è finita qua, perché gli anni bisestili sono ancora peggio: la sfortuna triplica.