Tanto tuonò che piovve. L'attesa terza stagione di Heroes ha debuttato il 22 settembre 2008. Tanto, forse troppo battage pubblicitario. Tante interviste, anticipazioni, spoiler negli scorsi mesi. Ma alla NBC non erano contenti, hanno pure trasmesso, prima degli episodi, uno speciale, una noiosa e autocelebrativa passerella, che ricorda tanto l'ingresso dei concorrenti nella casa del grande fratello. Una cosa che francamente poteva essere evitata, almeno nella stessa serata degli episodi. La visione in differita consente l'avanti veloce, ma in diretta, per l'inutile attesa, all'appassionato viene la rabbia, al telespettatore occasionale la noia.

Venendo al nuovo arco narrativo, la delusione dell'appassionato cresce. L'ennesima visione anticipata di un catastrofico futuro, che solo le azioni dei personaggi potranno scongiurare, generando ovviamente la solita divergenza spazio-temporale, e il solito universo alternativo. Complimenti per l'idea originale. La novità eclatante dovrebbe essere l'introduzione di un nutrito parco di supercriminali, i "Villains" che danno il titolo all'arco narrativo. In questi due episodi si è visto ben poco, ma se i poteri di questi criminali sono il dominio dei campi magnetici (vi ricorda qualcosa?), il dominio del fuoco, e la super lamentela (il pelato con il pizzetto nel cui corpo è imprigionato uno dei membri del cast), le premesse non sono affatto buone.

Una delle cose migliori della serie era che sicuramente non soffriva dell'effetto Lost, ossia di quella strana sindrome, che colpisce i personaggi, per la quale chi ha un segreto se lo deve tenere ben stretto per almeno 50 puntate, al solo fine di fare girare le scatole agli altri membri del cast. Per fortuna le cose non sono cambiate. Chi scopre cosa succede nel catastrofico futuro si affretta a comunicarlo agli altri, e noi spettatori non siamo trattati come dei poveri idioti, ma assistiamo sia alla scoperta del segreto che alla sua rivelazione.

Il nuovo elemento che caratterizza l'arco narrativo è la scoperta che tutti possono acquisire i super poteri, grazie a una scoperta di Mohinder Suresh, che in questi episodi sembra un clone del Seth Brundle di La Mosca, ansioso di provare su stesso le conseguenze dei suoi esperimenti, e ovviamente un po' meno contento di subire le conseguenze della sua avventatezza. Plagio o citazione? Se mi pongo la domanda allora ci sono dei problemi, che la trovata risulta posticcia e non funzionale.

Forse è vero che nulla di originale si può ormai raccontare. Ma la differenza è sempre nel come le cose vengono raccontate. L'impressione generale è che gli elementi per un buon prodotto ci siano ancora, ma che non siano ben mescolati. La prova di appello sarà il prosieguo della stagione.