L'annunciato Thor, film basato sull'ominimo fumetto della Marvel, ha finalmente un regista. Il suo nome è Kenneth Branagh, che, nei giorni scorsi, ha confermato le indiscrezioni circolate lo scorso settembre (notizie/9409/).

"Si, dirigerò Thor o The Mighty Thor, se volete chiamarlo così." Ha dichiarato l'attore e regista inglese, che allo stato attuale della produzione non ha voluto aggiungere altri dettagli.

"C'è stato un gran parlare del casting, ma è troppo presto. Stiamo mettendo insieme la sceneggiatura con gli aspetti visivi. E' davvero eccitante. Qualcuno di sensazionale reciterà la parte del protagonista, ma è troppo presto per parlarne."

Secondo quanto riportato dal sito internet del network Branagh è entusiasta di avere la possibilità di lavorare sulla storia che parla di immortali, divinità, esseri straordinari e creature inter dimensionali, di dirigere un film in cui "fantasy e fantascienza si fondono così bene insieme." 

Il fumetto. Come ha tenuto a precisare lo stesso regista il film è "basato su una legenda norvegese in cui la Marvel ha fatto incursione in modo brillante."

Thor nasce nel 1962. Sono ancora una volta Stan Lee e Jack Kirby a darlo alla luce.

Thor è un dio di Asgard, figlio dello stesso Odino, un immortale la cui forza non ha confini.

Thor si batte per il bene del nostro pianeta con l’inseparabile Mjolnir, il poderoso martello magico costruito dai Nani con un materiale indistruttibile e incantato da Odino in persona. Grazie a questa arma portentosa questo mitologico eroe è in grado di abbattere montagne, di creare tempeste e strappi nello spazio-tempo e volare.

Quando non è impegnato a raddrizzare i torti con la sua superpotenza, Thor cerca di rendere il mondo un posto migliore come medico ossia come lo storpio Donald Blake, suo alterego umano.

Il regista. Classe 1960, Kenneth Charles Branagh nasce il 10 dicembre a Belfast. Buono studente, giornalista e sportivo (a scuola è capitano della squadra di calcio e di rugby), il giovane si innamora del teatro dopo aver visto recitare Derek Jacobi nell'Amleto.

Dopo aver frequentato una delle migliori scuole inglesi di recitazione, a soli 23 anni grazie al suo Enrico V per la Royal Shakespeare Company, Branagh si impone come una delle promesse dei palcoscenici britannici.

Il giovane attore, noto per narcisismo e megalomania, si dedica, in teatro, alla tv e al cinema, alle produzioni del grande bardo, tanto che la sua costanza gli vale imbarazzanti paragoni con il grande Laurence Olivier.

Nella sua carriera Branagh ha alternato commedia al dramma, thriller al musical, documentari ad alcune brevi incursioni nel genere fantastico con la magistrale interpretazione del vanesio professor Gilderoy Allock in Harry Potter e la Camera dei segreti, con quella del dottor Viktor Frankenstein nel Frankenstein di Mary Shelley che ha diretto, prodotto e interpretato accanto a Rober De Niro nel 1994, e, infine, con l'adattamento del Flauto magico notizie/3296.