Il maggior merito di Watchmen è lo sforzo produttivo. La realizzazione del progetto è già cosa non comune. Più che un regista ci vuole un condottiero. In questo Zack Snyder non delude. Che la produzione sia ben coordinata è un dato che traspare sin dal primo fotogramma.

Ma è già l'incipit che lascia perplessi sulle doti narrative del film. L'uso del bullet-time non è solo scontato, ma talmente artificioso da risultare didascalico. La scena della morte del comico è quasi irritante nella sua intenzione di fare entrare lo spettatore nel vivo dell'azione. La sequenza dei titoli di testa, con sottofondo la canzone  The Times They Are A-Changin’ di Bob Dylan, ha il pregio di introdurre al complesso universo ucronico con una serie di immagini molto pregnanti.  Dopodiché lo spettatore è condotto quasi meccanicamente da un momento all'altro della vicenda.  La fedeltà di molti dei dialoghi al fumetto originale è una piacevole conferma per chi ha letto il fumetto, ma non è valore aggiunto per chi deve giudicare lo specifico cinematografico.

Da questo punto di vista il film risulta didascalico. Le sottolineature di certi passaggi, sono dovute a scelte registiche, e non a ridondanze del fumetto originale.

Snyder porta a casa il film, dando all'appassionato qualche soddisfazione, quando ruba le parole di bocca ai personaggi, ma lascia freddo lo spettatore che non ha questi riferimenti. nonché insoddisfatto perché percepisce che qualcosa manca.

Quello che manca è il giusto collante, che faccia la differenza tra un progetto portato diligentemente a casa e un'opera compiuta. La fotografia a grana grossa di Larry Fong è una scelta interessante. Rende perfettamente l'atmosfera anni '80 del film, anche se poi tutte le sequenze d'azione sono al rallentatore, concessione a uno stile ormai abusato da Matrix in poi.

A questo punto sarebbe stata più coraggiosa la scelta di rendere il tutto un giocattolone decerebrato, pieno di azione. Il film avrebbe avuto una personalità almeno. Invece il suo oscillare tra azione, violenza efferata, sesso esplicito e momenti di pseudo introspezione nuoce alla compattezza stilistica dell'insieme.

I costumi giocattolosi, con capezzoli e velato stile bondage, pur se ben fatti, sarebbero stati più apprezzabili in un progetto che avesse cavalcato l'onda dell'autoironia. Le scenografie sono curate, ma non c'è in esse la visionarietà auspicabile in un progetto del genere. Ottima la scelta dei brani musicali di sottofondo, mentre professionale ma anonima è la partitura originale di Tyler Bates.

Funzionali sono gli interpreti. Bravi Billy Cudrup nel ruolo del Dr. Manhattan e Jeffrey Dean Morgan nel ruolo del Comico, bravissimo Jackie Earle Haley nel ruolo di Rorschach, nella media tutti gli altri, che aderiscono ai ruoli senza particolari guizzi creativi.