Cara Cecilia, innanzi tutto grazie per questo speciale momento. Ho avuto modo di leggere la “Trilogia del Bitterbynde” e vorrei farle alcune domande in merito alla sua opera. Nel mio blog (http:unafriulanaaroma.blogspot.com) ho parlato diverse volte dei suoi libri, ho scritto diverse recensioni anche per altri blog letterari. 

Carolina, sono deliziata che ti siano piaciuti i miei libri e sono molto felice di comunicare con te e con tutti i miei amati lettori italiani! Grazie per avermi chiesto di essere parte del tuo blog.  

Grazie da parte mia. Ecco quindi le domande: com’è nata la Trilogia del Bitterbynde? Penso che abbia studiato molto prima di scrivere questo tipo di libri. Ho letto la biografia in calce a ogni romanzo ma suppongo non sia completa. Quali sono altri libri che ha usato per creare la storia e le avventure? In quanto tempo  ha scritto la trilogia?

La storia nacque molto tempo fa, probabilmente intorno al 1988. Ogni volta che leggevo Il Signore degli Anelli, quand’avevo nove anni, desideravo scrivere una storia ambientata nel mio mondo speciale. Ero così incantata dal lavoro di J.R.R. Tolkien che a lungo lavorai per creare il mio specifico universo alternativo. Questo mio mondo avrebbe dovuto essere composto con le cose che amavo. Volevo ambientare la storia in questo mio universo, puramente per il mio divertimento, perché amavo scrivere, immaginare e perdermi nei reami magici. Sono una lettrice instancabile. Tutti i miei studi sono stati fatti attraverso libri che mi interessavano. Logicamente non mi sono mai divertita studiando libri che dovevo studiare per la scuola o l’università, ma quando c’è qualche elemento che mi affascina non posso smettere di leggere e apprendere! Mi ci sono voluti dodici anni per scrivere la trilogia perché scrivevo nel mio tempo libero, come un hobby. Ogni giorno dovevo aspettare con fatica di concludere gli impegni che mi prendevano le giornate, così da potermi sedere con il mio portatile e la penna per continuare a scrivere la storia. Scrissi l’intera trilogia a mano. Quando riportavo le mie note scritte a mano sul computer, qualche volta aggiungevo o cambiavo degli elementi e gradualmente presi a scrivere direttamente sul PC. Continuo a credere che scrivere a mano sia qualcosa di migliore (per esempio ti forza a scrivere con maggiore attenzione, perché è maggiormente difficile cancellare parole su carta, rispetto al computer), ma è difficile star dietro a questo metodo lento. 

Molti autori, libri, artisti, poeti, musicanti hanno ispirato il mio lavoro. Gli autori più importanti sono JRR Tolkien, Tanith Lee, Eleanor Farjeon, E. Nesbit, Ray Bradbury, Isaac Asimov, Arthur C Clarke, Nicholas Stuart Gray, Cicely Mary Barker, Alan Garner, Madeleine l’Engle, William Morris, Rosemary Sutcliffe e Andrew Lang. Tanto per dirne alcuni! Con loro sono cresciuta e mi hanno aiutata a formare il mio personale lavoro. Poi ci sono anche Shakespeare e gli autori della letteratura classica inglese dell’Otto-Novecento, come Dickens, George Elliott, Richard Doddridge Blackmore, Jane Austen, le sorelle Bronte e Thomas Hardy. Amo leggere la lingua di quell’epoca! Il mio libro preferito sopra tutti è comunque Il Signore degli Anelli e Tolkien è il mio scrittore preferito, mentre l’autore vivente che amo maggiormente è Tanith Lee (a parte i suoi libri horror!). Il Signore degli Anelli ha cambiato la mia vita con il potere della prosa di Tolkien.

Quando la necessità di scrivere si presentò nella sua vita, come si comportò? Ha mai sentito paura di perdere questo importante dono? Che cosa pensavano le persone intorno a lei rispetto l’attitudine alla scrittura e il desiderio di scrivere?

Iniziai a scrivere subito dopo aver imparato a leggere. Mia madre conservò una storia che scrissi quando avevo sei anni. Ho ancora quella storia. Racconta di un principe a cavallo che cerca la sua principessa. Avevo anche illustrato il tutto con disegni infantili. Ogni volta che leggevo che era possibile scrivere, scrivevo. Tutti pensavano fosse questione di infanzia, di adolescenza. Non prima del 1988 mi sono detta “Ok, questo è quanto. Scriverò la storia che ho sempre voluto scrivere”. Non ho mai temuto di perdere idee, perché ne avevo fin troppe nella mia mente. Ma feci qualcosa di meraviglioso se sono stata capace di scrivere tutte quelle storie nella mia testa! Scrivere può essere anche molto estenuante. Erano orgogliosi del mio scrivere e mi incoraggiarono, così come i miei insegnanti di scuola, ma oltre a quello dovevo fare affidamento su me stessa. Negli ultimi anni persone a me vicine non sono state molto contente di supportarmi nel mio scrivere, ma scrivere è qualcosa che devo fare indipendentemente dal fatto che altre persone non lo apprezzino. La ricompensa è il valore di questo. La ricompensa dello scrivere è a) l’atto stesso dello scrivere, b) la scoperta che altre persone si sono divertite con il tuo lavoro.

La mitologia celtica, l’Irlanda, il folklore. Che cosa rappresentano per lei questi elementi? Qual è il suo personaggio preferito di questa grande popolazione? E’ mai stata in questi meravigliosi luoghi d’Europa? Se si, potrebbe dirci qualcosa su quel/quei viaggio/i?

Amo i miti e le leggende di ogni paese, ma in The Bitterbynde mi sono concentrata sul folklore tanto della Gran Bretagna quanto dei paesi Celtici. Creature dal folklore inglese sono spesso ignorate dagli autori fantasy, a favore di draghi scandinavi, elfi, gnomi, troll. Quando scoprii i personaggi britannici me ne innamorai e li volli includere nel mio mondo fantastico. Sento che la mente umana è fortemente legata alle creature delle favole. Molti di loro (cavalli d’acqua, per esempio) appaiono in storie ovunque nel mondo. Questo indica che, indipendentemente da ciò che li caratterizza (il pericolo del profondo, l’acqua fredda per esempio) portano dei temi potenti attraverso le culture. Senza contare che queste storie sono molto antiche. Sono stati tramandati da generazione in generazione, spesso solo oralmente. La gente non si è annoiata nel preservarle e questo non sarebbe successo se non ci fosse stata una forte fascinazione in questi racconti. I miei personaggi preferiti sono il Re delle Fairies e i cavalli d’acqua! E si, sono stata in Inghilterra, Scozia, Irlanda, Galles. (E Italia!). In Inghilterra fui felice di scoprire che le vecchie tradizioni e il folklore non sono morte. Vissi con una famiglia sul Lake District. Avevano un mulino ad acqua. Nel mulino c’era una pietra speciale chiamata ‘dobby-stone’, che era rinomata per essere una tana delle creature fatate chiamate ‘dobby’! Ho anche visto un Morris* Men ballare in un verde villaggio. Questi ballerini tradizionali indossavano campane sulle loro gambe, per scacciare i maligni fatati. 

Animali e natura sono due parti importanti della sua vita. Che cosa pensa dello spazio dedicato a questi elementi all’interno del libro? Ha mai scritto nella natura, per esempio sotto un albero, vicino a un lago, su una roccia? Qual è la sua relazione con la Natura?

Spesso quando guido lungo strade di campagna vedendo panorami mozzafiato o nuvole appese alle cime delle colline, fermo l’auto e scrivo ciò che vedo. Questo è il mio modo per catturare la bellezza e tenerla al sicuro, così mi posso divertire anche in un secondo momento. La bellezza è così effimera. La stanza dove scrivo guarda verso il giardino, pieno di fiori, alberi e uccelli. Il mio amore per l’ambiente naturale iniziò quando ero molto giovane. La mia famiglia non aveva un'auto, così mia madre era solita camminare ovunque con me e mia sorella, e lei si fermava vicino alberi interessanti e fiori. Dai cinque anni camminai da sola verso la scuola e al ritorno, ammirando i giardini urbani lungo la strada, mi affascinai della brina dell’inverno, dei giacinti e della giunchiglia della primavera, le foglie perdute dell’autunno. Le stagioni e il tempo mi lasciavano in trance. E, logicamente, ho sempre amato gli animali.

* Morris: danza folkloristica inglese