Da noi arriverà il 17 agosto e promette azione, eleganza e sensualità. Stiamo parlando di Catwoman, il primo film del regista francese Pitof, un progetto da cento milioni di dollari. Finora abbiamo visto qualche foto molto sexy e un trailer movimentato, sufficienti ad accrescere la curiosità per quella che si preannuncia la risposta femminista a Spiderman. “Catwoman incarna l’ideale della donna che assume potere senza sentirsi per questo a disagio con la propria sessualità”, dichiara una soddisfatta Halle Barry, l’attrice trentottenne che indosserà i panni, molto succinti, della nuova Donna Gatto. Sarà un personaggio nuovo, construito in chiave XXI secolo, ormai indipendente dalle proprie origini. Nessuna Gotham City, tanto meno Bruce Wayne e il suo alter ego notturno. E nemmeno più Selina Kyle, la nuova Catwoman si chiamerà Patience Philips, disegnatrice grafica per una compagnia di cosmetici. Ma la caratteristica che la contraddistingue da ormai sessant’anni resterà inalterata: vedremo un personaggio minaccioso, irresistibile e sensuale. “È più nervosa, dunque al passo coi tempi. Ed è molto sexy: c’è una scena di danza davvero eccitante”, continua la Berry. “Del resto ormai non solo non ho più problemi col mio corpo, ma mi piace metterlo in mostra”. La produzione punta molto sulle indiscusse doti recitative dell’attrice, ma ancora di più sembra puntare sul suo corpo, già garanzia di successo. Halle Barry ha lavorato molto in palestra e ha studiato attentamente i movimenti dei gatti, soprattutto della schiena, che vedremo spesso in primo piano grazie al costume succinto che la lascia interamente scoperta. “La verità è che Halle rende al meglio vestita il meno possibile”, confessa Pitof, e non abbiamo dubbi in proposito. Sharon Stone, che interpreterà la cattiva di turno, rincara la dose: “È senza dubbio la migliore Catwoman mai vista sullo schermo: alla fine c’è una lotta tutta unghiate e sibili tra me e lei, due vere gatte imbestialite. Consiglio al pubblico di fare l’antirabbica prima di entrare in sala”.

Michelle Pfeiffer in Batman il ritorno
Michelle Pfeiffer in Batman il ritorno

Tutte ottime notizie, eppure il vero interrogativo rimane senza risposta. Come sarà la sceneggiatura? Riuscirà un personaggio finora solo secondario a reggere bene il ruolo di protagonista? Una scommessa che la Warner Bros ha intenzione di vincere.

La prima Catwoman approda in televisione nel 1966, interpretata per due stagioni da Julie Newman. L’eredità è poi passata a Eartha Kitt nel 1968, mentre la produzione ne aveva sfruttato il successo realizzando un lungometraggio con l’ex miss America Lee Meriwether. La migliore interpretazione, tuttavia, è quella di Michelle Pfeiffer che nel 1992, nel Batman il ritorno di Tim Burton, ruba addirittura la scena a Micheal Keaton e all’irriconoscibile Danny De Vito grazie all’indiscussa sensualità felina. È con lei che Halle Barry dovrà misurarsi, e non sarà un compito facile. La Pfeiffer, infatti, sebbene molto più vestita, era stata in grado di sprigionare un’aura irresistibilmente attraente. Ma la Berry non sembra avere dubbi sul proprio personaggio: “È furba, forte e non le manca il senso dell’umorismo. Catwoman incarna quelle doti che ogni donna segretamente vorrebbe avere: agita la frusta come un esperto domatore ed è molto sexy con quel costume da gatto. Quando me lo indossavo sentivo tutto il mio potere di donna: dovrei continuare a usarlo”.

Il successo della pellicola è un obiettivo che Halle Barry confessa di tenere molto a cuore, visto che potrebbe essere la chiave giusta per realizzare i progetti futuri.

Halle Barry
Halle Barry
“È ora che Hollywood capisca che sono in grado di far guadagnare molto. È necessario perché così posso permettermi di portare al grande pubblico storie impegnate, storie di neri, come sto facendo col film Their eyes were watching God, che ho appena finito di girare, dal romanzo di culto di Zora Neale Hurston. Non puoi realizzare progetti che hai a cuore se prima non dimostri di essere una preziosa merce di scambio. Queste sono le regole del gioco”. Dichiarazioni dirette e graffianti, cos’altro potevamo aspettarci da una gatta?