Ieri Vittorio Curtoni ci ha lasciati, a causa di un infarto. Il Vic, come lo chiamavano i suoi amici, era reduce da una lunga malattia, della quale aveva scritto negli editoriali di Robot, quei pochi che aveva redatto in questi ultimi anni, ma dalla quale non era stato stato affatto vinto, anzi, l'aveva sempre combattuta e dopo qualche anno di silenzio di recente era uscita, sempre per la nostra casa editrice, una sua antologia di racconti, chiamata Bianco su nero e altre storie, il capolinea di una lunga militanza editoriale, iniziata nei primi anni '70, come redattore della rivista Galassia.

Fondò nel 1976 la rivista Robot, che con Armenia proseguì le sue pubblicazioni fino al 1978, terminando la sua corsa al numero 40. Nel 2003 la rivista venne ripresa dalla Delos Books, all'epoca Solid Books, ed è arrivata al numero 63.

All'attività di curatore ha affiancato per anni quella di traduttore, non solo di fantascienza, ma anche di autori mainstream.

Come scrittore molti ricorderanno i suoi racconti.

Non era propriamente amante del nostro genere Vittorio Curtoni, tutt'altro.

Ma era una figura di riferimento importante sulla scena fantascientifica italiana e per tanti, un amico a dispetto di qualsiasi divergenza, appianabile a tavola.

In suo onore un gruppo di fan ha organizzato il concorso "la Sviccata", per il peggior racconto di fantascienza, del quale lui era giudice supremo.

Come coloro che hanno avuto occasione di partecipare alle cene in occasione delle premiazioni della Sviccata, delle cosidette "piacentinate", alle Italcon, serbo il ricordo di una persona amante della buona compagnia e della buona tavola.

Curtoni era nato il 28 luglio 1949.

La redazione di FantasyMagazine si associa con commozione al cordoglio della moglie Lucia, degli amici e del mondo editoriale.