Sino ad ora abbiamo visto Harry Potter usufruire di estrose cavalcature come Ippogrifi e Thestral, ma non l’avevamo ancora visto cavalcare la creatura più fantasy di tutte: il drago.

J.K. Rowling, e di riflesso la casa editrice Scholastic, hanno pensato di dare adesso questa nuova possibilità al maghetto principino del fantasy moderno e di regalargli un incontro molto ravvicinato con l’animale fantasy per antonomasia.

La copertina dell’edizione americana deluxe di Harry Potter and The Deathly Hallows, che verrà stampata in tiratura limitata (100.000 copie) e che potete ammirare al link a fondo pagina, ritrae infatti il nostro eroe assieme agli inseparabili compagni Ron e Hermione, mentre si godono un giro panoramico in groppa a un poderoso drago.

 

Cerchiamo allora di studiare un po’ l’immagine, per vedere se è possibile trarre qualche ulteriore indizio sulle vicende che ci apprestiamo a leggere di qui a un mese e mezzo.

La meta del trio, chiaramente, non ci è nota, né le circostanze dell’incontro con l’animale. Fra l’altro, nel dipanarsi della saga, gli unici draghi in cui abbiamo avuto occasione di imbatterci sono stati quelli affrontati nel Torneo Tremaghi, e più in là ancora nel tempo, il piccolo Norberto, il Dorsorugoso di Norvegia il cui uovo era stato vinto da Hagrid a carte. Ma poiché, come noto, l’allevamento dei draghi domestici è stato proibito dalla Convenzione degli Stregoni  del 1709 (pag 219 della Pietra Filosofale), abbiamo visto come Hagrid sia stato costretto a disfarsi ben presto del poco maneggevole cucciolo, affidandolo alle cure dello studioso specializzato Charlie Weasley, che esplica la sua attività in Romania. Ma da lì in poi che fine ha fatto Norberto? La Romania aderisce alla succitata Convenzione? Il drago è stato dunque svezzato e lasciato libero, oppure è divenuto adulto in cattività sotto la sapiente guida del fratello di Ron?

Convenzione o non Convenzione, la Rowling, in un’intervista rilasciata nel marzo 2001 alla Raincost Books, sembra bloccare comunque ogni nostra velleità in quest'ultimo senso, avendo dichiarato che “non è possibile addomesticare un drago, qualunque cosa pensi Hagrid al riguardo. Ciò è semplicemente impossibile”. Si potrebbe però obiettare che molti maghi pensano la stessa cosa dei Thestral, eppure Hagrid è riuscito ad addomesticarne un intero branco che viene impiegato per trainare le carrozze di Hogwarts. E tantomeno qualcuno potrebbe pensare che sia possibile addomesticare un’Acromantula, eppure sappiamo che Hagrid è riuscito anche in questa impresa. Perciò potrebbe anche essere che Charlie, esperto altrettanto bravo, abbia condotto in porto un compito considerato impossibile da tutti.

Dal momento però che l’ ‘universo-Potter’ obbedisce alle regole della sua creatrice, dobbiamo comunque tenere fede a quello che lei afferma. Ma se non si tratta di un drago addomesticato, com’è allora possibile che il trio possa essere in grado di cavalcare una creatura del genere? Non resterebbe che il ricorso a un incantesimo, oppure a una qualche forma di riconoscenza che inducesse spontaneamente la creatura a rendere un servigio ai ragazzi per qualche motivo a noi ancora sconosciuto. E questo, purtroppo, è il massimo della speculazione che possiamo condurre fino a questo momento, tenuto conto degli indizi in nostro possesso.

 

Torniamo adesso alla questione Norberto: ammesso pure che non sia stato addomesticato, ciò non esclude automaticamente la possibilità che questo drago sia proprio lui. Nel libricino Animali Fantastici: Dove Trovarli, la Rowling ci informa che esistono solo dieci razze pure di drago, anche se sappiamo possibile ottenere molteplici ibridi grazie a reciproci incroci.

Confrontiamo allora le caratteristiche di queste razze con l’immagine che ci ha fornito la Scholastic e partiamo anzitutto dalla razza cui sappiamo fare capo a Norberto, il Dorsorugoso di Norvegia: la scrittrice descrive questi esemplari come  rassomiglianti all’Ungaro Spinato ma differenti da quest’utimo per via della presenza di “creste particolarmente sporgenti lungo la schiena”, laddove invece l’Ungaro esibisce spuntoni caudali.

Osservando l’illustrazione dipinta da Mary GrandPré ci accorgiamo però che il drago cavalcato dal trio non sembra avere creste lungo la schiena, che appare invece piuttosto liscia (guardate l’area dinanzi a Harry), mentre sulla coda sono invece presenti gli spuntoni caratteristici dello Spinato. Il Dorsorugoso andrebbe quindi scartato, e con lui l’opzione Norberto.

 

Vediamo ora se il colore riesce a fornirci qualche suggerimento in più. La creatura è ritratta con sfumature blu dorate, e perciò dovremmo scartare l’Ironbelly Ucraino che è grigio metallico, il Petardo Cinese che è rosso, l’Ungaro Spinato che è nero e il Longhorn Rumeno che è verdastro, così come del resto lo è il Verde Gallese Comune (da cui gli deriva parte del suo nome).

Restano allora quattro razze a nostra disposizione, avendo già escluso sopra, per via delle punte caudali, la sesta specie rappresentata dal Dorsorugoso, che oltretutto si deve presumere sia nero come l’Ungaro. E a proposito di nero, tale si può presumere che sia, benché non specificato nella descrizione che ne fa la Rowling, il colore del Nero delle Ebridi. Questa razza ha, oltretutto, una caratteristica coda a forma di freccia, che è completamente assente nell’esemplare dell’illustrazione.

 

Queste ragioni ci  inducono perciò a restringere ulteriormente il nostro campo di ricerca. Rimangono allora anzitutto il Grugnorcorto Svedese, il cui colore è blu ma anche argento, mentre il drago dell’illustrazione appare possedere, assieme alle tonalità bluastre, un riflesso molto più caldo, che vira nel dorato. Per contro, il Vipertooth Peruviano è effettivamente color rame, ma in esso non è presente il blu, bensì il nero sulle sue creste. Su nessuna  di queste due razze vengono fornite altre indicazioni somatiche, per cui non è possibile procedere a ulteriori confronti sulla morfologia delle creature.

 

Rimane in gioco così solamente l’Opaleye degli Antipodi, originario della Nuova Zelanda. Il suo mantello è descritto semplicemente come “iridescente”, un aggettivo che può ben attagliarsi anche al drago dell’illustrazione, il quale pare assorbire sul petto i riflessi giallo-oro del tramonto, sul dorso quelli blu intenso del cielo serale e sulla sommità del collo quelli verdastri della vegetazione. Oltretutto, questa specie possiede occhi privi di pupilla, esattamente come l’esemplare raffigurato dalla Grandpré. Infine, si tratta di una razza non particolarmente aggressiva, elemento che potrebbe senz’altro facilitare gli approcci con gli umani senz’altro più delle altre specie.

 

Non va naturalmente esclusa la possibilità che si tratti di una razza ibrida, in cui sono perciò confluite diverse caratteristiche che nella fusione perdono al loro unicità distintiva.

Sia che si tratti di un un Opaleye o di una razza mista, sembra comunque assodato che la creatura effigiata su questa edizione Scholastic non sia comunque Norberto e che si tratti dunque di un nuovo personaggio. Infatti, sappiamo che la GrandPré è disegnatrice molto meticolosa, e del resto, in una recentissima intervista rilasciata il 5 giugno scorso alla testata Freep.com, lei stessa ha dichiarato: “Cerco di dare a tutto un significato. C’è una ragione per cui un qualcosa è nell’illustrazione. Non lo metto semplicemente perché la fa apparire migliore. Deve veramente avere un significato o parte della storia deve supportarlo”.

Perciò, se il drago è stato raffigurato in un certo modo, possiamo stare sicuri che quell’immagine corrisponde in tutto e per tutto a quella che la Rowling ci descriverà nel libro.

Ma le sorprese dell'edizione deluxe di Scholastic non si fermano certo qui: il libro sarà infatti dotato di un frontespizio a colori su carta speciale e conterrà un inserto con le riproduzioni dei disegni che aprono ogni capitolo del volume, metre chiuderà la galleria un'illustrazione extra in bianco e nero, per un totale complessivo di 816 pagine, offerte al costo di 65 dollari.