Qualche giorno fa una boutade di Ian Rankin ha mobilitato la stampa dell'intero globo terracqueo con la notizia secondo cui J.K. Rowling starebbe lavorando a un giallo. Rankin si è reso conto a sue spese di quanto può essere pericoloso maneggiare, a qualsiasi titolo, una qualsiasi informazione riguardante la sua collega scrittrice ed è stato ben presto costretto a precisare la natura ludica della sua esternazione.

Ma, una volta appurata l'infondatezza della notizia, è possibile sapere veramente quali siano i progetti futuri della mamma di Harry Potter?

Certamente, se si considerano le sue dichiarazioni di prima mano fatte qualche tempo addietro al magazine USA Today.

La scrittrice ha infatti affermato di avere in ballo ben due progetti, di cui uno abbastanza promettente da poter sfociare nella pubblicazione. La scrittura simultanea le è del resto congeniale, visto che quando Harry Potter le apparve in tutto il suo splendore 'saettante', si stava dedicando in contemporanea ad altri due progetti, poi accantonati per dare spazio alla saga. La Rowling sa dunque perfettamente che più idee si mettono in campo più si entra in un meccanismo virtuoso capace di generarne altre e più si trarrà profitto da un tale ricchezza di 'brainstorming', potendone selezionare la crema e mettendosi nella posizione di confezionare un prodotto di qualità.

Quando vedrà la luce, però, questa fatica? Nessuno lo sa, neppure l'interessata, al momento impegnata a godersi la meritata vacanza dopo aver chiuso un'era decennale ricca di una quantità riconoscimenti mai visti nella storia dell'editoria.

Del resto, grazie a Harry Potter, la Rowling ha raggiunto la invidiabile posizione di poter scrivere quel che vuole pubblicandolo quando vuole, anche se l'autrice è consapevole dell'enorme aspettativa che grava sulle sue spalle, visto che non sarà certo facile, neppure per lei, eguagliare i fasti della saga del maghetto.

Un modo per aggirare l'insidia sarebbe senz'altro quello di evitare di scrivere una storia appartenente allo stesso genere narrativo, perché in questo modo la Rowling si sottrarrebbe al confronto diretto con la sua opera precedente. E lei stessa lo sa bene, avendo espressamente dichiarato di aver 'già dato' nel campo del fantasy. Secondo le sue parole, creare un altro universo, ammesso che ne fosse capace, "suonerebbe sbagliato".

Tutti l'aspettano comunque al varco, estimatori e detrattori.

I primi per continuare, possibilmente, a deliziarsi con le sue storie, i secondi per dimostrare che Harry Potter è stato solo un colpo di fortuna, una tesi estremamente discutibile sotto milioni di punti di vista, ma molto radicata specialmente nelle menti di coloro che, per snobismo preconcetto, non hanno nemmeno mai aperto un libro del maghetto.

Data quindi la delicatezza della sua posizione attuale, ci sentiamo più che mai in dovere di augurare alla Rowling "in bocca all'Ippogrifo!".