Sì, probabilmente è così: tradurre è un po' come tradire. Un vecchio detto che in parte trova conferma nelle parole di Valeria Galassi, nota traduttrice di romanzi e saggi, conosciutissima per il suo lavoro sulle opere di Diana Gabaldon. Tradurre è tradire, e in certi casi è anche "migliorare" ciò che arriva dall'estero. L'arte della traduzione è per questo difficile e complessa, richiede ottime conoscenze linguistiche ma anche doti da "editor" e, spesso e volentieri, un'ampia base culturale per sopperire alle più disparate nozioni presenti nei vari volumi.

Di tutto questo, e di molto altro ancora, abbiamo parlato con Valeria Galassi in una nostra intervista che spazia dal romanzo, al saggio, dai traduttori che hanno fatto scuola, fino ai rapporti fra traduttori e autori.

Dall'intervista: "Penso che un traduttore sia un autore, punto. Solo che riscrive libri altrui. Certo, tradurre è meno impegnativo che scrivere un libro di sana pianta, ma la parte autoriale, creativa, rimane, secondo me. Basta confrontare le versioni di due traduttori diversi, per capire quanto ognuno ci mette di sé!" 

L'intervista:

A questo link, l'intervista con Valeria GalassiValeria Galassi: e Io Traduco.