Rossamund sembra un nome di ragazza, ma è quello di un orfanello della città di Boschenweld, affidato alle cure dell’”orfanile” Stimata Società Nautica per Trovatelli di Madame Opera. Lì cresce, preso in giro dai compagni ma con la simpatia di alcuni degli adulti che lavorano nell’istituto: soprattutto il Maestro del dormitorio Fransitart e l’inserviente di Madame Opera, la gentile Verline, nonché il maestro Craumpalin. La causa di questi due comportamenti così distanti nasce dal suo carattere, sensibile e introverso; è oltretutto un gran divoratore di libri che narrano le vicende degli antichi eroi dell’Impero, capaci di fargli sognare grandi avventure sui Mari d’Aceto della sua terra, distese di acque corrosive dai colori sgargianti (giallo limone, arancione, rosso, blu elettrico, verde cupo, bianco o anche nero) e dal pungente lezzo di vino inacidito

La sua vita sembra già abbastanza divisa fra difficoltà e consolazioni quando giunge anche per lui il momento di venire assoldato dalla rispettata categoria dei Lampionai Imperiali, incaricati di uscire alla sera e al mattino per accendere e spegnere i lumi che costeggiano i tratti principali delle vie imperiali. La qual cosa sembra essere davvero noiosa per chi sogna l’avventura imbarcato su di un grande galeone da guerra.

 

Ma il mondo del Mezzo Continente non è fatto per annoiarsi, anzi: pullula di vari tipi di mostri, lestes e specter di mare e di terra. Le città sono costrette a innalzare alte mura e fornirle di cannoni e guarnigioni di moschettieri, così come le isolate locande lungo la strada sono piccole fortezze i cui inservienti devono essere pronti a ogni evenienza. Vi sono inoltre particolari terre definite “progenti” che attraggono i mostri, ed esistono varie categorie finalizzate allo sterminio di questa gran moltitudine di creature che infestano l’Impero: gli stregoneschi skold, esperti nella creazioni di misture chimiche dotate dei più fantasiosi lezzi ed effetti, dette “poziali”, oppure i più recenti lazhar, per acquisire capacità di combattimento sovrumane si sottopongono a pesanti operazioni chirurgiche lasciano in loro cicatrici indelebili. Inoltre chi uccide un mostro può vantarsene facendosi tatuare il volto della creatura sul corpo, col suo sangue: di qui il nome della trilogia: Monster Blood Tattoo.

Ma questo mondo dal sapore d’Impero Britannico d’epoca georgiana, con le sue divise, i cappelli a tricorno e i moschetti con baionetta innestata, che tanto ricorda i racconti di Dickens, mostrerà a Rossamund sorprese e sfide a cui non era stato preparato: nulla è come appare nel Mezzo Continente e non tutti i mostri meriterebbero una fine cruenta, così come non c’è da fidarsi del primo uomo o donna che s’incontra lungo la via.

 

In questo viaggio da Boschenweld alla città di High Vesting - dove l’attende Germanicus, un Lampionaio incaricato di condurlo a Winstermill, la fortezza dei Lampionai - al protagonista capiteranno tante di quelle avventure da riempire un libro, capaci di insegnargli cose che non conosceva e riformulargliene altre che pensava di sapere. La strada spronerà il timido Rossamund a tirar fuori energie e risorse che non avrebbe mai sospettato di possedere. Incontrerà furfanti e mostri nient’affatto voraci di carne umana, come la più importante delle Lazhar – una leggenda vivente –, vecchi nemici e nuovi amici.

 

Io sono Rossamund, primo tomo della trilogia di D.M. Cornish – per young adults, ma apprezzabile anche da un pubblico adulto –  si conclude a meno di 300 pagine con un suo percorso autoconclusivo, che consente futuri sviluppi ma non si lascia dietro nulla in sospeso (almeno all’apparenza). Un romanzo per ragazzi zeppo di nomi strani, godibile dall’inizio alla fine. Un Fantasy originale, davvero ricco di trovate, con un mondo ben dettagliato e caratterizzato, tanto quanto la variopinta galleria di personaggi che s’incontra navigando fra le pagine.

Corredano il testo anche un corposo apparato di glossari, mappe, tavole metriche, cronologiche, datari, nonché una serie di ritratti in bianco e nero di vari personaggi, disegnati dall’autore in persona, che nasce come disegnatore, grafico e designer.

 

Il Mezzo Continente, insomma, è un mondo a sé che giace oltre il velo dell’apparente, con il suo melange di lingue, di termini, di cognizioni e leggi. Tutto da esplorare in profondità, in compagnia di Rossamund Bookchild.