Altro punto di forza della serie è sicuramente il tema dell’amore impossibile tra ciò che rappresenta il Male e il Bene, l’amore innaturale tra cacciatore e preda, tra oscurità e luce. Il tema del vero amore che non può essere vissuto a pieno è qualcosa che attira l’essere umano, il quale si crogiola nella profonda tristezza che nasce da questa surreale situazione e forse raggiunge una sorta di catarsi dal dolore che emergere da tutto ciò. Sottolineerei anche un fatto molto importante che forse da molti non è stato colto: questa fiction, a differenza ad esempio della popolare saga della Meyer, ha una morale: alla fine il Bene vince sul Male e soprattutto prevale su tutto il corso naturale delle cose. L’amore tra un essere umano e un vampiro è di per sé innaturale e impossibile. Buffy e Angel non vivranno insieme per l’eternità, ma saranno costretti a separarsi per seguire le loro strade. Una fine profondamente triste ma necessaria.

Da bravo promotore di te stesso (la decisione di pubblicare con Boopen è nata proprio per non subire la speculazione di alcune case editrici), hai cercato di fare delle presentazioni del tuo libro. Quante ne hai fatte? Qual è l’intento con cui ti rivolgi a chi viene ad assistere? Perché in questo momento il tuo libro dovrebbe fare la differenza?

In realtà ho fatto una sola promozione del libro, appena uscito, e riscosse un discreto successo (circa cinquanta persone, alla biblioteca comunale di Ronciglione, in provincia di Viterbo). Non credo di avere la pretesa che il mio libro faccia la differenza. L’unica cosa di cui posso andare fiero è il fatto che sono stato uno dei primi a trattare il tema del vampiro, prima che scoppiasse la “vampiro-mania” e per di più di averlo fatto in modo scientifico, creando così un piccolo saggio che in poche pagine riesce a delineare la storia mediatica del meraviglioso mito del vampiro, preannunciando in modo quasi “profetico” il grande successo che oggi sta vivendo.

Il vampiro è il tuo mito preferito. Supponiamo che i vampiri esistano. Vorresti essere uno di loro?  

Ovvio. Vorrei essere un vampiro, anche se ho tremendamente paura del sangue. L’aspetto che mi affascina di più è l’immortalità, il poter vivere in eterno senza invecchiare e senza sentire il peso delle malattie. Vorrei essere un vampiro per poter sconfiggere per sempre il più grande nemico dell’uomo: lo scorrere del tempo. Come contropartita dovrei affrontare la sofferenza che deriva dalla progressiva perdita di tutti coloro che amo, vederli invecchiare e morire. Mi porterebbe alla pazzia e mi spingerebbe ad isolarmi dal resto del mondo. A quel punto a cosa servirebbe essere immortali? Ti dico una cosa, per fortuna i vampiri non esistono, eccetto che nella nostra immaginazione e nella nostra fantasia, il luogo della vera immortalità, dove tutto può accadere.