La prima impressione è che questo film si poteva idealmente ricostruire pescando scene e concetti da X-Men, Roswell, Smallville e X-Files.

John Smith sembra un ragazzo come tanti. Ma ovviamente non è così. E' un alieno, scampato all'invasione del suo pianeta Lorien da parte dei Mogadoriani. Non è fuggito da solo, gli abitanti del pianeta sono riusciti a spedire sulla Terra altri otto alieni, accompagnati ciascuno da un guerriero per proteggerlo.

Sono quindi 9 gli alieni sulla Terra, senza nome, solo il numero li contraddistingue. Nell'adrenalinico inizio assistiamo all'assalto da parte di un gruppo Mogadoriani che assale e uccide di uno di questi bambini insieme al suo guardiano. Veniamo messi a conoscenza quasi subito che si tratta del numero 3 e che per qualche motivo poco chiaro i Mogadoriani possono uccidere i ragazzi alieni solo in sequenza.

Dall'altra parte del pianeta vive numero 4 (Alex Pettyfer, prossimamente in Beastly), adolescente scavezzacollo che si illumina come un albero di Natale. O meglio ad accendersi sono dei simboli sulla sua gamba; dato che è il terzo simbolo ad accendersi egli capisce che il numero 3 è morto. A questo punto il suo protettore Henri decide che è ora di cambiare aria perchè il rifugio in Florida non è più sicuro. D'altra parte come può un biondo grande, grosso e un po' sbruffone passare inosservato nella società in cui anche un starnuto finisce su youtube?

Henri (Timothy OlyphantDie Hard-Vivere o Morire) decide di scappare a Paradise, Ohio, classica cittadina di provincia come tante, dove stavolta vorrebbe passare inosservato, magari tappato in casa. 

Ma si sa, i ragazzi sono irrequieti e numero 4 convince Henri a mandarlo di nuovo a scuola. A questo punto, Quattro, ribattezzato John Smith, che sarà pure un nome comune, ma suona sempre falso come una moneta da tre dollari, frequenta l'High School Locale. Ma anche qui i suoi sforzi per passare inosservato saranno vani. Intanto perché farà amicizia con il nerd locale Sam (Callan McAuliffe, presto in Flipped), cosa che indisporrà il bulletto locale Mark (Jake Abel, Luke in Percy Jackson Il ladro di Fulmini), che però vedrà veramente rosso quando John poserà gli occhi sulla sua ex ragazza, la più bella e intelligente del paese Sarah (Dianna Agron, premio Emmy per Glee). Se poi  a tutto questo aggiungete la graduale e letterale esplosione del potenziale dei poteri di John, capirete che l'aspirazione all'anonimato era una chimera, come quella che apparirà nel film (non vi dico quando ovviamente!). Ben presto i Mogadoriani guidati anche da un Comandante senza nome (Kevin Durand, Blob in Wolverine) giungeranno nella cittadina, insieme (e questo non è uno spoiler, c'è nel trailer) alla bionda numero 6 (Teresa Palmer di Racconti Incantati, tutte bionde le ragazze nel film!), anch'essa dotata di poteri, complementari a quelli di numero 4 e arrivata per dargli manforte. Se non vi tornano i conti non preoccupatevi, ricordatevi che c'erano nove alieni. Tre sono morti, per cui prima o poi gli altri quattro spunteranno, anche se magari non in questo film.

La Dreamworks ha opzionato il romanzo scritto da Pittacus Lore, pseudonimo degli autori Jobie Hughes e James Frey, nel giugno 2009, più di un anno prima della sua effettiva uscita nell'agosto 2010. Il volume è in realtà il primo di un ciclo di sei, il cui secondo è stato annunciato in uscita negli USA per l'agosto 2011, mentre il primo è uscito in Italia il 3 febbraio 2011 edito da Nord. 

Il tentativo della Dreamworks è chiaramente quello di intercettare un potenziale franchise nella culla, inseguendo il sogno di trovarsi per le mani un nuovo Harry Potter o Twilight. In effetti il romanzo in patria ha venduto abbastanza da giustificare i seguiti, rimanendo per sei settimane nella classifica dei libri per ragazzi più venduti del New York Times.

A produre l'operazione è Michael Bay (Transfomers), che tenta di imporre il suo tocco magico a un film scritto con professionalità da Aldred Gough e Miles Millar, artefici di Smallville, quindi a loro agio con queste atmosfere, coadiuvati da Marti Noxon (produttrice esecutiva di Mad Men). A dirigere il film seguendo con diligenza le direttive produttive è D.J. Caruso, conosciuto per Disturbia

La Disney, mediante la sua consociata Touchstone, si limita quindi a distribuire il film.

Come primo episodio di un ciclo, il film narra alla fine del percorso di crescita e consapevolezza del proprio potenziale da parte del protagonista, oltre che avere lo scopo di presentare ambientazione e personaggi.

Nella messa in scena c'è azione, mescolata con il sentimentalismo adolescenziale. Poca o nulla l'ironia. Non è detto che debba esserci sempre, ma tutti i personaggi si prendono parecchio sul serio, come in molte pellicole prodotte da Michael Bay. Dal punto di vista tecnico è un film nella norma per una produzione di budget elevato, con effetti speciali che non saranno allo stato dell'arte ma neanche poveri.

Tirando le somme non c'è nulla che veramente non vada nel film, ma neanche nulla che faccia gridare al capolavoro, alla grande novità. Un prodotto d'intrattenimento che sembra il pilota di una serie, non tra le più originali, la cui funzione di passatempo si esaurisce non appena terminano i titoli di coda.