Chi la fa l'aspetti, recita il proverbio.

E così gli eredi di Adrian Jacobs, che da ormai due anni tengono impegnata J.K. Rowling e i suoi editori in un'assurda e infondata causa per plagio (www.fantasymagazine.it/notizie/10537/ancora-aria-di-tribunale-per-harry-potter), incassano un'altra batosta, dopo quella ricevuta a gennaio dal giudice americano, che aveva archiviato il caso.

Questa volta si tratta invece del magistrato inglese, dinanzi  al quale gli avidi eredi avevano depositato una seconda istanza, questa volta contro la scrittrice e il suo editore britannico.

Il giudice David Kitchin ha infatti imposto alla parte attrice di versare il 65% dei costi procedurali sostenuti dalla Rowling e dall'editore Bloomsbury, se vogliono che la vertenza continui.

Benché tali costi siano rateizzabili in tre soluzioni, si tratta pur sempre della bellezza di oltre 1 milione e mezzo di sterline, con l'avvertenza che se anche una sola rata dovesse saltare, il caso verrà archiviato e gli eredi saranno costretti a pagare tutte le spese della parte convenuta.

Indubbiamente un ottimo deterrente per chi si fosse imbarcato in una causa di plagio in totale malafede (e anche un ottimo deterrente per scoraggiare anche eventuali emuli futuri). Ricordiamo infatti che, sulla scia dei risibili rilievi che abbiamo già discusso nell'articolo citato in apertura, gli eredi Jacobs avevano chiesto un risarcimento intergalattico di 500 milioni di sterline oppure la condivisione dei profitti derivanti dalle vendite del Calice di Fuoco.

Parte attrice sembra dunque in posizione di scacco matto e sarà interessante vedere come riuscirà a tirarsi furoi dal ginepraio in cui si è cacciata con le sue stesse mani. 

Per il momento, l'udienza è aggiornata a febbraio 2010.