Un sapere che dovrebbe essere mezzo per migliorare la vita dell'uomo, non per renderlo schiavo e dipendente, un burattino in mano a forze estranee. Se questo avviene è perché l'uomo non riesce a conoscere ciò con cui ha a che fare, accecato solo da quanto il sapere può dargli d'utile, senza essere consapevole che ogni cosa ha anche delle conseguenze.

Come viene mostrato in Le Pietre Magiche di Shannara, la seconda opera di Brooks, la migliore che ha realizzato. È con questo romanzo che Terry s'allontana dalla forma tolkeniana, trovandone una propria. Questa svolta permette di delineare e caratterizzare meglio i suoi personaggi, su tutti Allanon, che non è più un'ombra dello stregone Gandalf, ma assume quei tratti che lo hanno fatto conoscere e apprezzare: il Druido che protegge le Quattro Terre, una sorta di cavaliere oscuro (la sua figura ricorda il Batman mostrato sul grande schermo dal regista Nolan) che fa quello che deve anche a costo d'essere incompreso e odiato, anche a costo di perdere la fiducia degli altri.

Terry dà il meglio di sé in questa storia, costruendo un intreccio dal forte sentore epico, una lotta che vede uniti i popoli delle Quattro Terre contro le legioni dei Demoni che stanno infrangendo il Divieto per reclamare la terra dalla quale sono state bandite in tempi ancestrali.

Elfi, nani, troll, Uomini della Frontiera, Cavalieri Alati si ritrovano a compiere gesta eroiche in una guerra di pura sopravvivenza per sé e per il pianeta. Gli scontri sui passi del Confine, le battaglie disperate per tenere le sette rampe dell'Elfitch, baluardo difensivo della capitale degli elfi Arborlon, dove né la forza dei troll, né l'ingegno dei nani o il coraggio del Libero Battaglione (una sorta della Legione Straniera, un esercito che dà un'opportunità a chiunque di ricominciare a prescindere dal passato avuto) possono dare la vittoria sulle schiere dei Demoni, sono esempio della grandezza che raggiunge questo libro, dove è la resistenza delle forze delle Razze sotto il comando di Stee Jans a dare una speranza di salvezza al mondo, rallentando la marea oscura e permettendo a Wil Ohmsford e Amberle Elessedil di portare a compimento la missione salvifica.

Una missione che mostrerà come ogni potere richieda qualcosa da sacrificare, un prezzo da pagare. Amberle arriverà ad accettare la sua natura d'Eletta e del legame che ha con l'Eterea, l'albero sacro che tiene rinchiusi i Demoni in un'altra dimensione, e dal quale ha cercato di fuggire: un accettare se stessa e la responsabilità che ha verso il proprio popolo e la terra, affrontando quanto necessario con il ritrovamento del Fuoco di Sangue. È attraverso questa magia che l'Eterea potrà essere rinnovata potendo continuare il suo millenario compito di protezione dalle forze distruttive. E non è un caso che tale compito possa spettare solamente a una donna, perché è il simbolo di ciò che è capace di generare una nuova vita: è questa magia il culmine delle credenze elfiche, secondo cui bisogna restituire alla terra la vita che si è ricevuta.

L'uso delle Pietre Magiche segnerà Wil, il cui scotto verrà pagato dai figli e proprio per l'eredità ricevuta saranno coinvolti negli schemi di Allanon, perché la magia, come sa chiunque la utilizzi, è capace di cambiare, di stravolgere la natura di una creatura.

È successo a Brona, il Druido che divenne il Signore degli Inganni, la cui sete di scoprire nuovi poteri gli fece perdere di vista che sperimentare senza regole e controllo porta solo rovina. Anche usando prudenza e saggezza la magia richiede sempre un costo da pagare, come succede ad Allanon che si spinge oltre i suoi limiti per proteggere le Razze.

Il potere, oltre a consumare il corpo di chi lo utilizza, consuma i sentimenti, toglie umanità: infatti i Messaggeri del Teschio non sono altro che gusci vuoti, mossi da una forza che dipende da una forza più grande, una dipendenza che porta a essere schiavi e a cessare di esistere quando chi li domina viene a mancare. Così pure le streghe sorelle Mallerroh e Morag, esseri del mondo di fiaba dotati di grande bellezza fisica, ma con uno spirito così arido da far credere d'esserne prive, visto come trattano le creature viventi che hanno la sfortuna di vivere o entrare nella Fossa, il territorio della Malaterra che gli appartiene: semplici oggetti per raggiungere i propri fini o strumenti per il divertimento di un capriccio momentaneo. È in questa maniera che vedono Wil, non come un essere vivente, ma come colui che possiede qualcosa cui anelano: le Pietre Magiche affidategli da Allanon, il mezzo capace di risolvere la contesa che da secoli le divide. Una magia che non possono possedere perché deve essere data volontariamente, non presa con la forza, perché possa essere usata. Come s'è accorto Cephelo, capo di un gruppo di Nomadi, pagando il prezzo più elevato per la sua stoltezza nel non aver ascoltato l'avvertimento dell'uomo di Valle d'Ombra.