Cosa consiglieresti a chi sogna di lavorare nel settore degli effetti visivi? 

Bill George: La pratica fa tanto. Anni prima di ottenere il mio primo impiego in un’azienda che costruiva modelli, li costruivo per hobby. Consiglierei di fare ciò che si sogna di fare, si impara molto dall’esperienza. 

Qual è stato l’aspetto che più degli altri ha rappresentato una sfida per il team nei visual effects di Sono il numero quattro

Il design della chimera Bernie. Doveva risultare allo stesso tempo aggressivo e affascinante. D.J. [Caruso, N.d.R.] voleva che fosse in grado di prendere a calci Piken eppure far trattenere il fiato al pubblico. Siamo tornati sul suo design parecchie volte. 

Hai un curriculum davvero spettacolare, e hai lavorato ad alcuni dei film che più hanno fatto parlare recentemente. Non è stato facile, vero? Secondo te quale è stata la chiave del tuo successo? 

La Industrial Light & Magic ha una storia lunga e piena di successi ed è davvero bello farne parte. Come supervisore il mio lavoro come creativo è piuttosto visibile, ma ci sono così tante persone che lavorano alla produzione dei nostri film che restano più nascoste, ma i loro contributi sono altrettanto importanti. Essendo una dei leader del settore, i progetti che richiedono effetti visivi più imponenti vengono commissionati alla ILM.  

Qual è la parte più divertente del tuo lavoro?

AMO dirigere il team creativo di un film. È come avere i giocattoli migliori! Sono molti i preparativi che vanno a finire in un progetto come Sono il numero quattro ma la parte che preferisco è il momento in cui sei sul set e qualcosa cambia… o il regista salta su con un’idea nuova, e tu devi spremerti le meningi per trovare una soluzione. Quel lampo di problem solving creativo “sul campo” è ciò che mi rende le cose davvero divertenti. 

Tu hai lavorato a Blade Runner e Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, queste esperienze ti hanno aiutato per questo film? 

Assolutamente! Su ogni set imparo qualcosa e porto quelle lezioni con me quando mi presento sul set successivo. Tengo in gran considerazione l'esperienza di vedere i registi all'opera. Il mio lavoro consiste sempre nell’essere all’interno della mente dei registi per ricavare le inquadrature di cui hanno bisogno per i loro film, e le mie esperienze passate mi aiutano tanto nel farlo. 

Come hai iniziato a lavorare con gli effetti speciali?

Ho iniziato a fare dei modellini per hobby dopo l’uscita di Guerre Stellari nel 1977. Due anni dopo ho trovato un lavoro a Los Angeles in cui costruivo modellini per film. Nel 1981, ho avuto un lavoro presso la Industrial Light & Magic nella costruzione di modellini per Il ritorno dello Jedi. Dopo quel film, la ILM mi ha permesso di provare cose nuove e ampliare le mie abilità. La mia fortuna è stata che l’azienda cresceva, così ho fatto io. 

Quale è stata la sfida più grande nel ricreare l’immaginario proprio del libro? 

Di questo si è occupato il regista D.J. Caruso. Era il suo film e il mio obiettivo era di ricreare gli effetti visivi che voleva lui. 

Oltre alle creature digitali, nel film si possono vedere anche dei doppi digitali e altri effetti spettacolari, come nel combattimento tra Numero Sei e i cattivi nella scuola, con lei che appare e scompare. Cosa puoi dirci di queste scene? 
Il cast di Sono il numero Quattro
Il cast di Sono il numero Quattro

C’erano più di 700 inquadrature con degli effetti speciali  nel film. La maggioranza è stata supervisionata da Greg McMurray. Io ho supervisionato le sequenze con le creature in Computer Grafica (Piken/Bernie) e l’esplosione di Mog al termine del film. So che c’è stato un lavoro complesso da parte degli stunt che è confluito in queste sequenze. 

Come ti sei destreggiato attraverso le sfide della CGI per assicurarti che i personaggi risultassero sempre realistici? 

Quando lavoriamo alle nostre sequenze animate in CG, di solito ci vogliono alcune settimane per ricrearle. In quel periodo, tutto il nostro team ne osserva i progressi giornalieri. Tutti sono i benvenuti a offrire le loro opinioni su ciò che funziona e ciò che va migliorato. Questo metodo ci aiuta davvero molto a ottenere un risultato realistico. È tutta una questione di osservazione e rifinitura. 

In questo film ci sono molte creature digitali, come due dei cattivi e la chimera che aiuta John. Potresti dirci qualcosa di queste creature e delle sequenze in cui compaiono? Quale è stata la sfida maggiore con loro?