La locandina di I Am Number Four
La locandina di I Am Number Four

Quando si aggiunge una creatura in CG in una scena, la chiave del suo successo è l’interazione che ha con il resto della scena. Trascorriamo un sacco di tempo con il cameraman ad allineare le inquadrature con la sagoma delle creature per aiutarli a comporre l’inquadratura e bloccarli nelle azioni cosicché gli attori si muovano nel modo giusto. È importante guardare sempre avanti chiedendosi come sarà la scena definitiva quando si gira per rassicurare gli attori che la loro performance funzionerà nella scena. Le ombreggiature, le sgranature e i movimenti di camera sono tutti piccoli fattori che aggiungono realismo e dinamicità alla ripresa.  

C’è ancora spazio per gli effetti pratici, o esistono sistemi di ritenuta che rendono la CGI la soluzione migliore? 

Arrivando da un background pratico amo utilizzare le miniature ove possibile. Gli oggetti CG hanno il vantaggio di essere più manipolabili e più production friendly, se fai esplodere una miniatura hai solo una possibilità di farlo bene. Se ricrei un’esplosione in CG puoi modificarla fino all'ultimo. Ci piace molto offrire ai registi con cui lavoriamo il massimo grado di controllo possibile, quindi spesso la CG è la soluzione che viene preferita. 

Che impatto hanno le tipologie di film sugli effetti visivi considerati complessivamente? 

Molto esiguo. Non ci è mai stato chiesto di tirarci indietro per questioni di genere perché questo tipo di decisioni in genere viene preso in fase di revisione. 

Quale è stata la scena più impegnativa da ricreare avendo la tecnologia IMAX in mente? 

Buona domanda. La ILM è uno strumento che si adatta a ogni regista con cui lavora. Lavorare con D.J. e osservarlo girare delle scene prive di effetti speciali ci ha guidato, indicandoci come sarebbero dovuti apparire i nostri effetti. Volevamo ricreare qualcosa di unico che avrebbe mostrato al pubblico come era Lorian. 

Nel film assistiamo alla trasformazione di un cane in una chimera e in seguito a quella da chimera a cane. Sono state delle sequenze particolarmente complicate? Potresti commentarle? 
Bernie
Bernie

La trasformazione di Bernie è stata una bella sfida. Non abbiamo costruito una versione CG del cane quindi dovevamo far sì che il cane attore recitasse in un modo che avrebbe potuto portare alla trasformazione. Il problema è che il cane vero era così dannatamente carino! L’addestratore è riuscito ad abituarlo a comportarsi in modo aggressivo (portandogli via un osso succulento) ma abbiamo dovuto farlo girare davanti a un blue screen. Poi abbiamo dovuto rimpicciolire il nostro modello CG del Bernie a grandezza naturale per farlo combaciare con il vero cane. La cosa ci ha richiesto un po’ di macchinazioni digitali. 

Quale è stata la scena più pericolosa da girare? E quanto sono stati coraggiosi gli attori? 

Sono rimasto shockato nel vedere Theresa sospesa a quasi 20 metri in aria per la scena in cui Piken la fa volare via dal campo da football. Era meravigliosa e per nulla impaurita! Quella acrobazia è stata davvero impressionante. 

Quanto ci è volute per ottenere gli effetti giusti per il film? Pensi che qualche buona idea sia andata perduta? 

Il tempo a nostra disposizione per la post produzione era di soli tre mesi. Abbiamo dovuto tirare fuori delle animazioni grezze in fretta cosicché D.J. potesse utilizzarle nelle prime sequenze della pellicola. Il processo di revisione doveva essere fluido perché avrebbe costituito la base su cui poi si sarebbe sviluppato l’intero film. Abbiamo cercato di essere più accomodanti possibile nelle nostre scene per rendere il film grandioso quanto poteva esserlo e non ritengo che siamo mai scesi a compromessi in alcun modo. 

Di quale effetto speciale visto in Sono il numero quattro sei più orgoglioso? 

Adoro la scena in cui Numero Sei conduce Piken giù per le scale dello stadio. È stata una vera sfida per quel che riguarda il design. Quando ho visto la prima animazione sono scoppiato a ridere! Alla fine ho pensato che fosse grande.  

È difficile trovare il giusto equilibrio tra la CGI e gli effetti “reali”? E questo equilibrio cambia per ogni film a cui lavori? 

Il mio approccio prevede di cercare sempre di ottenere il possibile in modo pratico. Nella peggiore delle ipotesi si prendono le misure. Si trascorre così tanto tempo a fare in modo che una realizzazione in CGI sembri vera, che se si riesce a ottenere qualcosa in modo pratico si può usare quel tempo per altro. 

Hai una carriera lunga, illustre, nel campo dei visual effects. Quali sono i film di cui vai più fiero?

Blade Runner, Innerspace e Galaxy Quest

Il regista D.J. Caruso ha partecipato attivamente o invece ha dato carta bianca a te e al tuo team?