E’ prevista per il prossimo ottobre una ristampa del Silmarillion di J.R.R. Tolkien, edita da HarperCollins e impreziosita dalle illustrazioni di Ted Nasmith, già autore di pregevoli tavole ispirate alle opere tolkieniane tra le quali spiccano diversi calendari dedicati alla mitica Terra di Mezzo.

Poche opere si prestano come le creazioni dello scrittore inglese a essere raffigurate graficamente; lo stesso Tolkien corredò i suoi lavori con schizzi, mappe e disegni, e dopo di lui molti altri si sono lasciati catturare dal fascino sottile che scaturisce dalle pagine.

Ma cosa ha spinto un giovane disegnatore tecnico ad appassionarsi alla Terra di Mezzo fino a farne quasi una ragione di lavoro e di vita?

Nasmith conobbe la Terra di Mezzo durante l'adolescenza, in quegli anni ’70 che videro la maggiore diffusione del Signore degli Anelli; l’incontro, quasi un colpo di fulmine, risvegliò un amore sopito per nostalgici reami del passato avvolti dalle nebbie dell’oblio, per miti e leggende, e a questo si aggiunse in seguito una sorta di affinità con il punto di vista sulla vita dello scrittore inglese.

“Mai dopo la mia infanzia mi ero sentito così tanto a «casa». Cominciai subito a disegnare scene ispirate da questo nostalgico e magico reame… l’eccitazione che provavo nel dipingere la Terra di Mezzo non si è mai affievolita nel corso degli anni” racconta Nasmith in una sua breve biografia.

Nei lavori di Nasmith la Terra di Mezzo è stupendamente rappresentata e nelle illustrazioni convivono tecnica sapiente, accuratezza e passione. Ciò che colpisce a un primo esame delle tavole è l’attenzione che l’autore pone nella rappresentazione dei luoghi tolkeniani, come se provasse una maggiore affinità per le ambientazioni piuttosto che per i personaggi. Eppure una stupenda tempera di Luthien danzante e l’affetto che Nasmith sembra avere trasfuso nel raffigurare la sua storia fugano l’impressione iniziale.

Questa nuova e attesissima edizione illustrata gioverà probabilmente al successo del Silmarillion, capolavoro affascinante ma complesso e a volte ostico per il grande pubblico (complice forse, per quanto concerne l’edizione italiana, una traduzione non proprio di scorrevole lettura), e i suoi panorami contribuiranno alla conoscenza del mondo creato da Tolkien quanto le magiche ambientazioni neozelandesi, basate sulle opere di altri due grandi illustratori tolkieniani, John Howe e Alan Lee, volute da Peter Jackson.