Nel 2004 abbiamo visto un cappellaccio, un pastrano di pelle e una faccia da Wolverine che minacciava di morte qualunque creatura avesse i denti di proporzioni esagerate e che fosse, almeno prima del suo arrivo, considerata immortale.

Ovviamente stiamo parlando di Van Helsing nel - come classificarlo? - film diretto dal cialtronissimo ma divertente Stephen Sommers che, dati della mummia alla mano, avrebbe dovuto riportare in vita e alla gloria il cacciatore di vampiri più famoso del mondo.

Va detto per onestà intellettuale che "Van Helsing" non è stato un flop, anzi: i suoi trecento milioni di dollari li ha fatti, a fronte di una spesa di poco più della metà. 

Ma la pratica sarebbe dovuta essere archiaviata, perchè nel mondo dei blockbuster o fai il botto subito, oppure te la vedi con le vendite dei dvd a lunga scadenza. E in questo frangente, il film è stato assolutamente nella norma. Non tanto però da meritarsi un sequel. 

A poco è servita la presenza di un Hugh Jackman al minino storico, e a nulla la performance di Richard Roxburgh, favoloso duca in "Moulin Rouge" ma deleterio vampirissimo che fa malissimo Vladislaus Dracula. Orribile, sotto ogni punto di vista. Fuori parte oltre misura. Peggio ha fatto solo Thomas Kretschmann nel distonico Dracula di Dario Argento. A detta di quasi tutti, un vero aborto del genere vampirico.

Quindi, nel panorama di reboot che tutto rumina, della mancanza di nuovi personaggi che possano acchiappare i favori del pubblico, meglio andare sul sicuro e chiamare in causa Alex Kutzman e Roberto Orci, i due geni che hanno, fra gli altri, ricostruito il mondo di Star Trek e, cosa ancora più esemplare, senza scontentare il gruppo di fan più accanito - se la giocano con quelli di Tolkien come passione - della storia dell'umanità. A vederli in foto, non si direbbe che il loro sodalizio abbia fruttato un girò d'affari cinematografico da oltre due miliardi di dollari. Cent più, cent meno. 

Questi due ragazzi dall'aria nerd che più non si può sono in grado di fare miracoli con qualunque personaggio. Sia esso letterario che ludico. Loro è la responsabilità di aver dato a Michael Bay una trilogia nata da delle macchinine che si trasformano in robot. Una roba tipo i Transformers.

Ad affiancare il duo di scrittori/produttori ci sarà un'altra rivelazione: Rupert Sanders, il regista che ha ridefinito la figura di Biancaneve come nessuno aveva mai fatto prima in "Biancaneve e il Cacciatore".

In queste scelte strategiche si può leggere chiaramente l'intenzione della Universal Picture di, utilizzando un termine tecnico da addetti ai lavori, "spaccare di brutto i botteghini".

Un ultimo aggiornamento: pare che al progetto parteciperà anche Tom Cruise, non si sa ancora in quale ruolo. Certo che immaginarlo a vestire i panni di Van Helsing si stenta un po' a crederci, visti le dimensioni artistiche non proprio imponenti e il passato da vampiro dandy nel film "Intervista con il Vampiro" di Neil Jordan. Ma lui è un ottimo attore e se punterà i piedi per interpretare il personaggio principale ci riuscirà. Vorra dire che sul set dovranno munirsi di qualche pedanina in più.