Con La danza dei draghi le Cronache del ghiaccio e del fuoco sono arrivate al dodicesimo volume. Peccato che George R.R. Martin abbia scritto solo cinque romanzi, anche se qualcuno per poter conoscere la storia fin qui pubblicata ha acquistato un totale di nove libri. E, a seconda dell'edizione prescelta, il numero potrebbe essere ancora diverso.

Un po' complicato? Edizione diversa, numero di volumi diverso. Questo, in sintesi, il problema che affligge la saga di Martin e che continua a mandare in confusione coloro che si sono avvicinati alla storia da poco.

Sì, perché la numerazione della saga, edizione dopo edizione, sta diventando estremamente complicata, al punto che per molti lettori può diventare un problema capire non solo il corretto ordine di lettura, ma anche da quanti romanzi essa sia effettivamente composta. Anche perché non varia solo la numerazione, ma lo fanno i titoli stessi, senza dimenticare l’esistenza di diversi racconti ambientati nel mondo di Martin. Vediamo perciò di fare un po’ di chiarezza.

Al momento l’autore di Bayonne ha scritto cinque romanzi, tutti già editi in Italia in varie collane. Si tratta di A Game of Thrones (1996), A Clash of Kings (1999), A Storm of Swords (2000), A Feast for Crows (2005) e A Dance with Dragons (2011).

Secondo le intenzioni di Martin la serie dovrebbe proseguire con The Winds of Winter, attualmente in corso di scrittura, e concludersi con A Dream of Spring.

Sette romanzi in tutto quindi? Non è detto, perché Martin ha cambiato più volte le carte in tavola, e anche se gli piace l'idea di concludere in sette volumi una saga ambientata nei Sette Regni e nel quale la religione principale è il culto dei Sette dei, non si sente di escludere nulla. Ora ritiene di poter terminare la storia in sette volumi ma è anche consapevole di essersi sbagliato più volte in passato. Quello che per lui è più importante è la storia, e se dovesse accorgersi che sette volumi non sono sufficienti per narrarla come vorrebbe non esiterebbe ad aggiungerne un altro.

Nel progetto originario la saga avrebbe dovuto essere una trilogia, e le prime edizioni statunitensi di A Game of Thrones indicano come titolo per il secondo volume della serie, all’epoca segnalato come di prossima pubblicazione, A Dance of Dragons. Solo che il primo romanzo, cresciuto a dismisura, aveva finito con il contenere molti meno eventi rispetto a quel che aveva ipotizzato lo scrittore in un primo momento, costringendolo a progettare una tetralogia. Quando lo stesso problema si è presentato con il volume successivo Martin ha scelto di realizzare due trilogie successive aventi la medesima ambientazione e almeno in parte gli stessi personaggi ma con temi e atmosfere leggermente diversi, per un totale di sei romanzi. Secondo questo progetto A Dance with Dragons sarebbe dovuto essere il quarto romanzo.

Fra A Storm of Swords e A Dance with Dragons George contava di far trascorrere un periodo di cinque anni, necessari a far crescere i personaggi più giovani. La sua intenzione era di riassumere in un lungo prologo gli eventi di questo periodo per poi ripartire nel vivo della storia. Solo che il prologo non faceva che aumentare di dimensioni, e continuava a divenire sempre più complicato, al punto da essere diventato quasi illeggibile.

La soluzione per renderlo comprensibile era quindi consistita nella scelta di trasformare quest’unica lunghissima sequenza in una successione di capitoli. Così facendo però il volume è cresciuto a dismisura contro la volontà del suo stesso autore.

Se guardiamo il numero di pagine che compongono i vari tomi notiamo che queste aumentano sempre più. Si passa dalle 694 pagine dell’edizione rilegata statunitense di A Game of Thrones alle 768 di A Clash of Kings e alle 973 di A Storm of Swords. Superato anche quest’ultimo limite, fissato dall’editore come lunghezza massima per il romanzo, Martin non aveva ancora portato a termine la sua storia.

Per usare le sue parole “il libro era diventato troppo lungo per essere pubblicato in un volume unico… e quando me ne sono reso conto ero ancora molto lontano dalla fine. Quindi, per raccontare tutta la storia che volevo narrare, sono stato costretto a dividere il libro in due parti.”

Ora che A Dance with Dragons è terminato, con ben cinque anni di ritardo, sappiamo che quest'ultimo romanzo porta la storia più avanti rispetto a dove l'aveva lasciata A Feast for Crows anche se i due romanzi iniziano nello stesso istante, ma anche che l'intervallo di tempo necessario a far crescere i bambini non è stato colmato. Basteranno i prossimi due volumi a raccontare tutti gli avvenimenti futuri?