Gerry Lane è un normalissimo padre di famiglia che come tutte le mattine si alza di buon'ora per gustarsi la prima colazione con moglie e figlie. Faceva un lavoro che lo teneva spesso lontano, ma ora non più. È tutto casa e famiglia.

Mentre accompagna le sue donne alle rispettive occupazioni scoppia l'inferno.

Una misteriosa epidemia ha infettato milioni di individui che si sono trasformati in rabbiosi untori di una moderna peste, per la quale si muore e si risorge. Non chiamateli zombie, non subito almeno. 

Comprendiamo ben presto che Gerry è abituato a salvarsi la vita in circostanze pericolose. Forse era proprio questo il suo misterioso lavoro. Ha anche amicizie altolocate che consentono al gruppetto di fuggiaschi di essere raccolto per il rotto della cuffia da un elicottero dell'ONU e aggregarsi a una piccola flotta di sopravvissuti, al largo dell'Oceano Atlantico.

O bere o affogare. In quel contesto tutti si devono dare da fare e Gerry è ri-arruolato per dare il suo contributo alla guerra contro i non morti, se no verrà lasciato al suo destino insieme a moglie e figlie.

Comincerà così, con un manipolo di uomini, una missione attraverso vari Paesi del mondo, alla ricerca dell'origine del male e di una possibile cura, cercando ovviamente di evitare di essere ucciso dagli zombi sparsi per il pianeta.

Missione fallita. No, non vi rivelo il finale del film che pure dovrebbe essere prevedibile tutto sommato, visto che è difficile immaginare Brad Pitt in una produzione dall'esito alternativo. Stiamo parlando di un prodotto che, con acume e senso del mercato, mette un volto noto, portatore di grandi incassi al cinema, insieme a un tema che commercialmente è vincente da un po' di tempo a questa parte. Sulla carta con una buona sceneggiatura ed effetti speciali all'altezza del budget, si poteva realizzare un prodotto godibile e divertente.

Invece la sceneggiatura manca intanto il primo obiettivo: fare paura.

Manca la tensione, manca il pathos. Non ci sono sorprese. Quando vediamo un personaggio entrare in scena intuiamo molto facilmente il suo destino finale. Attendiamo sbadigliando le conseguenze di ogni snodo narrativo, sentendoci quasi profeti.

Se la "soluzione finale" al problema zombie ha una sua morale e ragione quasi filosofica, non basta da sola a dirci che il prodotto abbia una sua freschezza.

Sappiamo benissimo che l'originalità non è facile da perseguire, ma qui il tentativo è stato effettuato solo in parte.

Sappiamo che molta della poetica dello zombie movie è di mostrarci una umanità allo sbando, con i "vivi" che perdono ogni morale e ogni coesione sociale, e i non morti considerati non come "cattivi", ma solo povere vittime delle circostanze. Ossia i veri cattivi siamo noi.

Una piccola differenza di questo film è che il tema stavolta non è così portante, perché in diverse situazioni gli umani solidarizzeranno più di quanto non ci si aspetta in storie del genere.

Questo perché World War Z è uno zombie movie che cerca di coniugare l'apocalisse zombie con il tema dell'eroe che salva la situazione, la patria e la famiglia, classico nel disaster movie. Il tentativo è quindi di calare uno dei temi più estremi e dirompenti del cinema da Romero a oggi, in un contesto mainstream.

Se l'obiettivo potrebbe anche essere lodevole, è vero che la differenza lo fa il come lo si persegue, ecco che ad annoiare è anche una messa in scena visiva che ormai ricicla e abusa di scenari visti e rivisti, con un 3D più inutile del solito.

I dialoghi sono banali quanto la sceneggiatura e in parecchi momenti si ride, non per l'ironia con la quale a volte si affronta il tema zombesco, ma di pura e semplice comicità involontaria.

In mezzo a personaggi e situazioni affrontate con cotanta seriosità infatti un paio di gag che dovrebbero forse portare l'autoironia suscitano sconcerto, perché fuori contesto.

Demerito di una regia che, oltre agli altri problemi già citati, non sa bilanciare i registri e i cambi di tono.

In un quadro così disastrato la prestazione degli attori, messi in ombra dalle scene veloci e dal quadro apocalittico, non fa veramente notizia. Pitt ha un paio di espressioni discrete e ci campa per tutto il film, inclassificabili tutti gli altri. Non è film per attori.

Un autentico fallimento. Voto: 5 sbadigli.