Se si osserva nei miti e nelle religioni, le profezie sono qualcosa che deve per forza accadere, a prescindere da quanto possa essere fatto. È il caso di re Erode, di re Artù che, presi da paura per la profetizzata venuta di qualcuno che avrebbe minacciato il loro trono e regno, compiono una strage d’innocenti, cercando così d’estirpare all’origine la causa della fine del loro potere; un tentativo inutile, dato che non cambierà quanto è stato predetto. Nel primo caso, il bambino in questione, Gesù, viene salvato dall’intervento di un angelo dopo che i Magi, in buona fede, avevano rivelato a Erode dove trovarlo (Vangelo di Matteo 2, 6: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele”), divenendo da adulto una guida non solo per Israele, ma di tutti gli uomini, formando un grande regno, che però non è quello ritenuto da Erode. Nel secondo, in una delle tante fonti del mito arturiano, un bambino nato il primo di maggio avrebbe distrutto il regno di Artù e per questo il re fece mettere tutti i bambini nati in quel giorno su una barca pericolante, con lo scopo di farli annegare: cosa che avverrà per tutti, tranne che per uno, Mordred (il figlio nato proprio dall’unione incestuosa di Artù con la sorella Morgana), proprio colui che decreterà quanto profetizzato.

Azione, quella messa in atto da Artù, che nella Trilogia di Fionavar di Guy Gavriel Kay sarà la maledizione che costringerà il re (conosciuto come il Guerriero) a tornare a combattere in qualsiasi mondo lui sia evocato, semplicemente conoscendo la parola per risvegliarlo dal suo sonno: Infanticida, proprio per quanto ha fatto. Un risveglio necessario, come mostrato dal Baelrath, la pietra della guerra, per il conflitto contro Maugrin il Distruttore nel Primo dei Mondi, proprio come visto da Kim, l’abitante della Terra divenuta Veggente del regno di Brennin: un esempio, quello dei libri dell’autore canadese, dove viene mostrata l’importanza dei veggenti (la cui dote è quella di percorrere le pieghe del tessuto del tempo e di riportarne indietro i segreti) a fianco dei re, con i loro consigli, le profezie che vengono mostrate in sogno, perché essi sono coloro che sognano il sogno. Ma le profezie con Kay non sono solo linee guide necessarie per contrastare il male: in certi casi servono a mostrare la vera natura di qualcosa o di qualcuno. Toccante è il modo in cui viene mostrato attraverso di esse ciò cui vanno incontro Kevin e Fiin, due tra i protagonisti delle vicende.

Il primo, trova attraverso le parole del Canto di Rachel (un canto scritto proprio da lui per il lutto di un amico) la profonda verità personale di cui si deve ancora accorgere e scopre come esse siano il vero compimento della propria esistenza, rivelando così una natura nascosta e dandogli finalmente un ruolo in una storia di cui ormai si sentiva estraneo e inutile.

Amore, ricordi ancora

Il mio nome? Mi sono perso

Quando l'estate si è trasformata in inverno,

Colpita dal gelo.

E quando giugno diventa dicembre

È il cuore a pagarne il prezzo. (1)

Il secondo, attraverso la ta'kiena, considerata dai più un gioco per bambini, scopre una verità più grande su quella che sarà la sua vita. Perché essere chiamato per tre volte in questo gioco è destino: un destino oscuro e potente, incontrollato e incontrollabile, che conduce a prendere la Strada più Lunga.

Quando il fuoco errante

Colpirà il cuore della pietra,

Lo seguirai?

Lascerai la tua casa?

Lascerai la tua vita?

Prenderai…la Strada più Lunga? (2)

Una strada che dovrà essere percorsa di nuovo come è stato profetizzato, perché la Caccia Selvaggia non può dormire per sempre.

Fati che sembrano inevitabili, proprio come quello in cui incorre sempre Artù, destinato, come predetto, a morire in un campo di battaglia che porta sempre il nome di Camlann. Ma il fato può essere cambiato da una volontà forte, che ha fatto della libertà, di non sottostare a regole, il proprio modo di vivere, proprio come mostra Kay in un epico scontro: perché non esistono storie già scritte, che si ripetono, perché la volontà di un uomo può cambiare il corso della storia e di altre vite.