Altro scrittore canadese, nonché archeologo e antropologo, che dà un ruolo importante ai Veggenti, è Steven Erikson con il suo famoso Ciclo della Caduta di Malazan, mostrando come sia la conoscenza del passato, sia quella del futuro hanno importanza per sapere come agire nel presente. Storici, libri, reperti archeologici per quanto riguarda il primo; profezie, Veggenti e Mazzi dei Draghi per quanto riguarda il secondo.

E’ proprio grazie a profezie e Veggenti che già nel secondo volume della saga, La Dimora Fantasma, sono gettate le basi per eventi che daranno vita a uno dei conflitti più sanguinosi della serie e che verranno ripresi poi in La Casa delle Catene (quarto volume). Non c’è da sorprendersi che tutto sia nato da un libro religioso (proprio in questi tomi molto spesso si trovano profezie), il sacro libro di Dryihna, che se aperto avrebbe scatenato il Vortice. Quel Vortice che Sha’ik, la Veggente che guida la rivolta di Sette Città, vuole scatenare contro l’impero Malazan perché fin da bambina è posseduta da visioni, una sopra tutte le altre: “all’alba aprirò il Libro e il Vortice si scatenerà, e io ne emergerò…rinnovata. Lame nelle mani, un saggio senza mani, queste sono le parole del vento. Giovane, e tuttavia vecchia. Una vita intera, un’altra incompleta.” (3)

Ma si sa che le profezie non sono mai chiare e trovano un modo tutto loro per attuarsi, specie se gli uomini fanno in modo che si verifichino, usando le loro parole per farsi seguire ricercando il proprio tornaconto.

Se tutto ciò però è abbastanza comprensibile per avere una ragione dell’agire nel presente (ovvero seguire indicazioni del passato e cercare di metterle in atto), più complesso è comprendere il Mazzo dei Draghi, che, attraverso le proprie carte è in grado di far sapere quali sono le forze in movimento e quali stanno per scendere in campo. E se è facile intuire che le figure del Mazzo sono rappresentazione del pantheon del mondo Malazan, difficile è riuscire a interpretare la loro comparsa sul tavolo; soprattutto è arduo scoprire quali sono gli intenti di quelle che sono divinità, personaggi fuori dal comune dotati di grande potere, e così prevedere ciò che accadrà nel futuro. Di certo tutto è oscuro e proprio per questo viene visto come una minaccia, perché l’uomo attribuisce sempre un simile carattere a ciò che non conosce.

Tracy Hickman e Margaret Weiss
Tracy Hickman e Margaret Weiss

Non è esente dall’aura di tale minaccia neppure il mondo di Thimallan, un mondo di magia e maghi, dove la magia è Vita: essa è nel mondo e viene assorbita e utilizzata per fare tutto, dai mestieri più umili agli usi più frivoli. Su Thimallan, ogni bambino nato viene sottoposto a tre prove per dimostrare di avere la magia dentro di sé: chi non la supera, cosa alquanto rara, viene ucciso per evitare il diffondersi di una specie priva della Vita che permette la vita stessa del mondo. Ma non è solo questa la ragione di tale spietata sentenza, dato che esiste una profezia (l’unica trasmessa dall'Almin, l'unico dio) lasciata al vescovo della chiesa di Thimallan di cui tutti hanno timore: "Nella Casa Reale nascerà uno che è morto eppure vivrà, che morirà di nuovo e rivivrà. E quando tornerà, porterà nella mano la distruzione del mondo…" (4)

Margaret Weis e Tracy Hickman con il ciclo di Darksword mostrano come la profezia non sia qualcosa d’ineluttabile, ma semplicemente un monito a non farsi sopraffare dalla paura, dal timore del cambiamento, dando la possibilità di scoprire un nuovo inizio senza passare attraverso la tribolazione e la distruzione, ma solo usando mezzi pacifici. Se solo si fosse abbastanza attenti d’accorgersi di tutto questo: una consapevolezza che purtroppo giunge solo con la perdita, dopo aver commesso errori e aver imparato da essi.

All’appello a tali epiche saghe non può certo mancare J.R.R.Tolkien con la creazione del mondo della Terra di Mezzo e la famosa profezia di Glorfindel sul Re Stregone di Angmar (grazie soprattutto alla spettacolare versione cinematografica di Il Signore degli Anelli di Peter Jackson), secondo la quale nessun uomo vivente poteva opporglisi (infatti la sua dipartita avviene a causa di una donna, Eowyn, nipote di Re Théoden). Va aggiunta la Profezia del Nord pronunciata da Mandos, il Vala che conosce il destino, che decretò quale sarebbe stata la Sorte dei Noldor, segnando un passo importante nell’eredità tramessa alle genti che vivranno negli anni che porteranno alla fine dell’Anello:

«Lacrime innumerevoli voi verserete; e i Valar fortificheranno Valinor contro di voi e ve ne escluderanno, sì che neppure l'eco del vostro lamento varcherà le montagne. Sulla Casa di Féanor, l'ira dei Valar piomberà da Occidente fino all'Oriente estremo, ed essa sarà anche su tutti coloro che ne seguiranno i membri. Il loro Giuramento li impellerà, e tuttavia li tradirà, per sempre privandoli di quei tesori che hanno giurato di perseguire. A un'infausta fine volgeranno tutte le cose che essi ben cominciano; e questo accadrà per il tradimento dell'una stirpe verso l'altra, e per la paura di tradimento. Gli Spodestati, essi saranno per sempre.