Ho fatto la conoscenza del vichingo Hic e della "furia buia" Sdentato nel lontano 2010 nel corso di una proiezione stampa dedicata a un film animato DreamWorks di cui sapevo poco o nulla. Sono trascorsi quattro anni da allora, eppure la storia della bellissima amicizia tra un ragazzo e il suo drago non ha mai smesso di emozionarmi. Questo è vero per Dragon Trainer ed è vero anche per Dragon Trainer 2 (How to train your dragon 2), che è al cinema questa estate (il 16 agosto per la precisione) grazie agli sforzi congiunti di Dean DeBlois (regista e sceneggiatore del film) e di Twentieth Century Fox. Non sento di dover (o voler) fare un paragone tra primo e secondo film; sono due opere molto diverse in cui però permangono alcuni punti cardine, primo tra tutti l'amicizia inter-specie, e poi la necessità di crescere e assumersi le proprie responsabilità nonostante ciò possa far male. Ma andiamo con ordine.

Anche nell'universo narrativo di Dragon Trainer sono passati anni dall'ultima volta che abbiamo incontrato Hic (Jay Baruchel) e Sdentato. I due sono sempre più amici e non hanno mai smesso di perfezionare le loro tecniche di volo congiunto e di esplorare il mondo alla ricerca di nuove terre. Hic vorrebbe solo volare con il suo amico drago e soffre all'idea di crescere e diventare capo del villaggio in cui vive, Berk; suo padre Stoick (Gerard Butler) vorrebbe infatti "andare in pensione" e lasciargli il comando in un momento in cui umani e draghi vivono in pace e nessuna nube sembra profilarsi all'orizzonte. L'idillio si rompe quando, in modo del tutto casuale, Hic e Sdentato si imbattono in una nuova minaccia: un oscuro dominatore di draghi sta radunando un esercito per schiacciare la ritrovata pace di Berk e tutto ciò per cui Hic e Sdentato hanno lottato negli ultimi anni. Viene inoltre introdotto un nuovo personaggio, e non pensiamo di fare spoiler rivelandovi di chi si tratta, visto che la notizia era già trapelata mesi fa: sembra infatti che la madre di Hic non sia morta ma in tutti questi anni fosse semplicemente scomparsa e in questo film la vediamo tornare con la voce originale di Cate Blanchett. Ritroviamo inoltre i personaggi che avevamo amato in Dragon Trainer, primi tra tutti Scaracchio (Craig Ferguson) e Astrid (America Ferrera). Al cast si aggiunge anche il cacciatore di draghi Eret, doppiato da Kit Harington (il Jon Snow di Game of Thrones per chi non avesse buona memoria). 

Dal punto di vista tecnico, animazione  e 3D sono come sempre di ottimo livello. Le movenze dei draghi ricordano quelle di cani e gatti ed è impossibile non ritrovarsi nel cinema a desiderare un amico come Sdentato. La sceneggiatura non annoia mai e una menzione a parte meriterebbe la bella colonna sonora, che riprende i temi musicali del primo film. Le scene di volo sul mare a cavallo di Sdentato sono imperdibili. 

A questo punto il mio discorso seguirà due binari diversi: quello razionale e quello emotivo. Razionalmente rilevo che è stata data la giusta attenzione alla storyline di Hic e a quella di Sdentato che seguono binari paralleli. E' stato mostrato, pur non essendo il focus della vicenda, il cambiamento che la relazione con Hic ha prodotto in Astrid, che sembra molto più in pace con se stessa rispetto che in Dragon Trainer. Gli altri ragazzi vichinghi di Berk danno vita a siparietti comici di tutto rispetto e si accenna persino, seppur molto molto velatamente, a una possibile omosessualità di Scaracchio - che a un certo punto commenta: "Ecco perché non mi sono mai sposato. Beh, anche per un altro motivo". Non mi hanno tuttavia convinta pienamente le motivazioni del villain della vicenda: il perché del suo desiderio di conquista è stato spiegato in modo semplicistico e affrettato. Inoltre anche l'intera storyline di Valka, la madre di Hic, ha destato qualche perplessità: me ne sfugge il senso profondo e poteva essere gestita meglio. Non dico altro per non correre il rischio di fare spoiler. 

Nonostante queste sbavature per quanto riguarda i moventi di alcuni personaggi, dal punto di vista emotivo Dragon Trainer 2 fa sorridere e commuove. E lo fa con una storia semplice, in cui amicizia e crescita sono al centro della vicenda. Il processo - come in un certo senso accadeva nel primo film - non è indolore e lascia delle tracce che non andranno più via. Ma credo sia un bene. In fondo la vita è così, non è giusto entrare al cinema sapendo già che "tutto è bene quel che finisce bene". In questo senso Dragon Trainer 2 è un film maturo, più del primo. Non lasciatevi scoraggiare dal caldo di agosto, fate uno sforzo e cercate il cinema più vicino (possibilmente dotato di aria condizionata) perché ne vale la pena.