Leggere un libro di Kerstin Gier è sempre un piccolo piacere e La porta di Liv, secondo capitolo della Trilogia dei sogni, non fa eccezione.

Abbandonati i viaggi nel tempo della Trilogia delle Gemme (Red, Blue e Green), l'autrice tedesca si è orientata verso un altro tipo di viaggio, quello nel mondo dei sogni.

Dove eravamo rimasti?

Protagonista della vicenda è Olivia Silver, un'adolescente che dopo una vita passata tra continui traslochi si ritrova a vivere a Londra in una famiglia allargata composta dalla madre, dalla sorellina Mia, dal fidanzato della mamma, Ernest Spencer, e dai suoi due figli gemelli, Grayson e Florence.

L'incontro con Grayson e i suoi amici Arthur, Henry e Jasper segnerà un punto di svolta nella vita di Liv che si trova catapultata in un mondo in cui su un lungo e tortuoso corridoio si trovano le porte che danno accesso ai sogni di ognuno di noi.

E' un mondo eccitante e pieno di possibilità ma anche molto pericoloso e Liv si troverà invischiata in un terrificante piano ordito da Arthur e dalla sua ragazza Anabel. 

In questa seconda avventura Liv diviene l'oggetto delle attenzioni di Secrecy, la misteriosa autrice del blog più letto della scuola: la pettegola anonima conosce i suoi segreti più intimi e con soddisfazione li racconta in rete.

Come se ciò non bastasse a rovinarle il sonno, nel corridoio delle porte dei sogni si aggira uno strano figuro e la tranquillità delle notti a casa Spencer è messa in pericolo da improvvisi episodio di sonnambulismo della piccola Mia. 

Liv cerca di far fronte a tutto anche se le cose con il suo ragazzo Henry non vanno per niente bene.

Se siete amanti dei libri ricchi di colpi di scena e dal ritmo incalzante, il libro della Gier non è per voi: la storia, pur non essendo noiosa o lenta, si dipana in modo costante e lineare senza sbavature o elementi superflui. Il libro non presenta la stessa complessità di costruzione della Trilogia delle Gemme (in cui i continui viaggi nel tempo e i conseguenti paradossi rendono la storia un po' confusa) e questo lo rende un buon libro di intrattenimento per un fine settimana di relax e ozio.  

La narrazione è aiutata da uno stile scorrevole e frizzante e come suo solito l'autrice non rinuncia a un pizzico di humor.

Una cosa che mi disturba nei libri pensati per un pubblico di giovani sono i dialoghi poco credibili e didascalici. Non è il caso della Gier, che invece presenta scambi di battute con un buon ritmo.

A eccezione di Jasper, spedito dall'autrice oltre Manica per recuperare un debito in francese, approfondiamo la conoscenza dei personaggi principali e delle dinamiche dei loro rapporti. Se Florence rimane fredda nei confronti delle sorelle acquisite, Grayson invece si dimostra più affettuoso e affezionato. 

C'è un'evoluzione anche nei rapporti tra Henry e Liv e la loro storia vive una piccola battuta d'arresto prima del lieto fine che sicuramente sarà assicurato nell'ultimo capitolo della trilogia.

In molti libri per ya spesso gli adulti sono figure marginali: i protagonisti sono orfani di uno o entrambi i genitori, oppure passano molto tempo da soli perché i genitori fanno lavori con turni massacranti o che li costringono a viaggiare spesso. In questo caso, non solo Liv ha una mamma, un papà, un patrigno, ma ha anche una nonna e uno zio acquisiti e una bambinaia che danno più calore e verosimiglianza al romanzo. 

Se vogliamo proprio trovare una piccola pecca al romanzo la presenza di Secrecy ricorda un po' troppo la serie tv Gossip Girl, eppure la sua presenza non è un pretesto. Anche la blogger ha la sua parte nella soluzione del mistero che avvolge il corridoio delle porte.